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  • Napoli non rimpiange Higuain: l'addio clandestino e ipocrita l'ha reso grande
Napoli non rimpiange Higuain: l'addio clandestino e ipocrita l'ha reso grande

Napoli non rimpiange Higuain: l'addio clandestino e ipocrita l'ha reso grande

  • Antonio Martines
Provola, mortadella e crema di pistacchio, questi sono gli ingredienti della pizza Giudain, un tipo di pizza che dalle parti di Napoli mangeranno sicuramente con una certa voracità accompagnata anche da un retrogusto di rabbia e un po' di amarezza; ma forse neanche tanta poi, visto che stiamo parlando di un tradimento che sotto al Vesuvio si sforzano di non dimenticare, ma che in realtà forse hanno già accettato, anche se in modo non del tutto consapevole.

Perché è vero che Gonzalo Higuain prima di diventare Giudain era venerato come un re quando giocava al San Paolo, un re che nei tre anni di azzurro si è tolto la soddisfazione di conquistare una Coppa Italia, una Supercoppa di Lega, ma soprattutto un sontuoso titolo di capocannoniere che gli ha consentito, con 36 gol, di battere il precedente record di Nordahl (35), che durava da ben 65 anni. Ma è anche vero che, proprio grazie alla sua cessione e nell'emergenza derivata dall'infortunio di Milik, il Napoli ha fatto di necessità virtù scoprendo il suo volto attuale e facendo sfoggio di una tipica caratteristica partenopea, ovvero l'arte di arrangiarsi. Senza l'addio di Higuain infatti non ci sarebbe mai stata la folle e geniale intuizione di Sarri di schierare Mertens centravanti. Senza l'addio di Higuain soprattutto, non ci sarebbe stato l'attuale gioco del Napoli, un gioco che a differenza dei tempi dell'argentino non dà più dei punti di riferimento per i difensori avversari, e che allo stesso tempo sta anche favorendo la maturazione definitiva di un talento come Insigne, che secondo alcuni maligni era un po' in ritardo e rischiava di bruciare una carriera nelle vesti di eterna promessa.

Quindi tutto sommato al netto di un amore che è stato indubbiamente vissuto in modo molto intenso dalla piazza napoletana e probabilmente anche dallo stesso Higuain, la verità è che in fin dei conti non ci sono poi tanti rimpianti, perché molti se non tutti sapevano che si trattava di una storia destinata a non durare per sempre.

Mai però, i tifosi partenopei si sarebbero aspettati di vederlo indossare proprio la maglia della rivale più odiata di tutte, ovvero la Juventus. E cosi dall'essere un beniamino incontrastato del San Paolo al diventare un traditore senza dignità il passo è stato brevissimo. I napoletani infatti non gli hanno perdonato soprattutto il modo clandestino con cui se ne è andato, facendo le visite a Madrid e scaricando poi solo a cose fatte tutte le colpe su Aurelio De Laurentis.

Un addio fin troppo ovattato ed ipocrita che ad un popolo esuberante e schietto come quello di Napoli proprio non poteva andare giù. E proprio per gli stessi motivi è stato ferocemente criticato anche da Maradona, il quale in più di un'occasione ha lanciato frecciate velenose nei confronti del suo connazionale, arrivando anche a dire che un vero argentino non avrebbe mai potuto giocare a Torino, dimenticandosi che da quelle parti c'era già un certo Dybala.

Ma come detto prima, i tempi ormai sono cambiati, e nonostante dalle parti di Napoli, in molti vogliano far credere che l'odio per il tradimento subito sarà eterno e indissolubile, come invece non lo fu il precedente matrimonio, la verità è che sotto sotto forse il tutto è stato dimenticato e una sorta di vendetta – anche se trasversale - nei confronti del pipita c'è già stata grazie al Real e alla cocente sconfitta subita dalla Juve nella finale di Champions League , quando la notte del 3 giugno scorso chi si trovava a Napoli aveva la sensazione di trovarsi a Madrid, visto che si spararono persino i fuochi d'artificio per festeggiare la sconfitta dei bianconeri e in particolare dell'odiatissimo Higuain, il quale secondo molti napoletani, mai come quella sera era apparso cosi brutto, perdente, appesantito e triste anche in virtù di una stazza un tantino esuberante e di qualche capello in meno.

Mai quindi come in questo particolare momento l'attenzione dei napoletani è totalmente riversata verso ben altri pensieri, pensieri positivi e bellissimi, perché quando si insegue lo scudetto e la gloria che ne può derivare per una piazza come quella, allora si può anche persino dimenticare una ferita profonda e lacerante come il tradimento.


@Dragomieornero


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