Calciomercato.com

  • Noi siamo da sempre contro Tavecchio ma chi l'ha mollato è quasi peggio di lui

    Noi siamo da sempre contro Tavecchio ma chi l'ha mollato è quasi peggio di lui

    • Stefano Agresti

    Siamo contro Tavecchio da sempre. Da quando - subito dopo l’eliminazione ai Mondiali del 2014 - parlò di Optì Pobà, imperdonabile caduta alla quale fece seguire le frasi contro gli ebrei e quelle contro gli omosessuali. Uno così non poteva e non può essere il numero uno del calcio italiano, almeno per noi. Lo abbiamo detto in tempi non sospetti, più volte, mentre tanti trombettieri accompagnavano Tav con pacche sulle spalle e sinfonie compiacenti.

    Ora che Tavecchio è caduto, non ce la sentiamo di calpestarlo: troppo facile. Diciamo solo che per noi non si sarebbe mai dovuto dimettere, perché non sarebbe mai dovuto diventare presidente della Federcalcio. Poniamo invece l’attenzione su tutti quelli che lo hanno mollato non appena hanno capito che la piazza, la massa, la gente volevano la sua testa. Come politici, dirigenti e - ahinoi - anche giornalisti, sedotti a tal punto dall’ex sindaco di Ponte Lambro da celebrarne ogni sospiro, per poi diventarne i più acerrimi nemici dopo l’eliminazione contro la Svezia. Che tristezza.


    Dicevamo di politici e dirigenti. Ebbene, hanno consentito che Tavecchio venisse eletto senza schierarsi in modo netto contro di lui e poi hanno accettato in silenzio che fosse rieletto. Raccontavano che non avevano potere per intervenire, perché non erano loro a votare; in realtà avrebbero potuto prendere una posizione politica dura e decisa. Com'è successo adesso, dopo il fallimento mondiale. Perché non hanno fatto in passato le barricate (e le telefonate) di oggi?

    Pensiamo al ministro Lotti, pensiamo al presidente del Coni Malagò. Baci, abbracci e condivisioni con Tavecchio, salvo abbandonarlo dopo l’eliminazione dai Mondiali.
    E pensiamo anche ai membri del Consiglio federale, che non hanno avuto la dignità di dimettersi dopo che il loro presidente aveva mollato: restare incollato alla poltrona evidentemente non interessava solo a Tav ma anche, ad esempio, a Ulivieri e compagnia. Incluso Sibilia, presidente della Lega dilettanti, il grande traditore.

    Se il calcio italiano è allo sfascio, la colpa è anche di tutti questi personaggi che hanno sostenuto a vario titolo Tavecchio: se ne vadano anche loro, perché sono correi.

    @steagresti


    Altre Notizie