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  • Popolo, giù le mani da Chiellini!

    Popolo, giù le mani da Chiellini!

    • Fernando Pernambuco
    Giorgio Chiellini ha giocato male due partite di seguito. Entrambe con la Nazionale. Nella prima, che contava poco o nulla, ha commesso un errore grave mandando in goal la Francia, ma per la verità quasi tutta la squadra non ha certo brillato. Nella seconda, assai più importante, è stato espulso per doppia ammonizione in una fase delicata della gara e gli azzurri, pur dilagando, hanno faticato.

    Sono bastate queste due sparute nuvolette a scatenare un ciclone su questo coriaceo guerriero dal profilo medievale. Un profilo che, ne siamo certi, “non si farà né di qua, né di là” come si dice in Toscana. 

    Non basta una partita storta a screditare uno dei più generosi e affidabili difensori del mondo. Un campione del mondo “pluriscudettato”, titolare fisso con una miriade di allenatori. Forte di sinistro, di testa, abile nei recuperi, portatore di palla, prezioso ariete aereo nelle difese avversarie. Ma soprattutto un indomito, a cui non si addice il fioretto, bensì la spada; non il compasso, bensì la fionda. Gli eleganti geometri, si sa, possono essere un pericolo in difesa.

    Un giocatore coraggioso, che ricorda i legnosi terzini d’un tempo, uno di quelli che giocano con la testa bendata, che le dà, ma molto spesso le prende. Uno “che lo vorrebbero tutti”, uno che sovente ha sbloccato il risultato o espresso l’assist fondamentale.

    Ora, uno così, di colpo, diventa un brocco, sprezzato da un “volgo che nome non ha”, che ha inaugurato il suo gioco al massacro. Forse dettato da un banale quanto ossessivo antijuventinismo.

    A Chiellini certo non importa nulla, ma a noi questo vociare sgangherato dà un certo fastidio. Caro “volgo, verrebbe da dire, “ma ci faccia il piacere!”

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