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  • Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    • Luca Bedogni
    Aprire un pezzo sulla nuova Roma di Di Francesco citando un passaggio del discorso di presentazione di Spalletti alla Pinetina, potrebbe risultare un’ operazione un po’ codina. Da persona reazionaria, cioè, avversa all’innovazione, come si diceva dei partigiani del re dopo la rivoluzione francese, che continuavano con ostentazione a portare il codino. Allora perché iniziare con parole come queste, proprio sue? Queste che vi riporto ora, finalmente, in cui il tecnico di Certaldo si compiace del lavoro svolto nella capitale: “Un po’ di coraggio bisogna averlo, perché se no non viene fuori che Radja Nainggolan faccia una decina di gol in campionato, mentre prima ne aveva fatti 4 in tre anni”. Perché? Non già per precisare l’approssimazione a braccio di Spalletti: gol più gol meno, il succo resta quello, che da quando è arrivato lui, col cambio di modulo, Nainggolan ha visto meglio la porta. Piuttosto perché poche ore dopo, nella conferenza di Trigoria, a domanda precisa sulla questione Ninja nel 4-3-3, Di Francesco avrebbe risposto così, prendendo tutti in contropiede: “Da mezzala può far benissimo 18 gol. Nel senso che il fatto che possa partire un pochino più lateralmente, in un sistema di gioco coordinato, potrebbe ancor di più facilitare i suoi inserimenti con e senza palla”. Siete d’accordo? Di Francesco è fatto così, di fronte alle criticità ha spesso la battuta pronta. E’ ironico, talvolta iperbolico, lo fa per sdrammatizzare. Il problema tattico sollevato, tuttavia, anche alla luce della divergenza a distanza con Spalletti, che ovviamente tira acqua al suo mulino, va affrontato seriamente. Riuscirà Di Francesco a riposizionare il Ninja nel ruolo di mezzala senza scontentarlo, in modo tale da poter utilizzare anche a Roma il suo modulo preferito?

    Torniamo indietro, partiamo dal 17 gennaio dell’anno scorso. Prima partita del girone di ritorno, la Roma affronta il Verona in casa. All’Olimpico, finita l’era Garcia, torna a sedersi in panchina Spalletti, e in campo si rivede il 4-2-3-1. Le mosse del nuovo tecnico sono fondamentalmente due, entrambe controintuitive: abbassare Pjanic, molto tecnico e fantasioso, accanto a De Rossi, avanzare Nainggolan, molto fisico, quadrato e irruento, nel ruolo di trequartista. Alla Perrotta, per chi ha amato lo Spalletti prima maniera. Entrambe le mosse - la stagione successiva, cioè questa appena trascorsa, lo avrebbe confermato definitivamente - risultarono ben più che azzeccate. Nel girone di ritorno della stagione 2015/2016 il Ninja segnò 6 gol, il primo dei quali proprio contro l’Hellas. Colta sul nascere, qui sotto, ammiriamo l’intesa a due Dzeko-Nainggolan, mentre Pjanic rifinisce.  Il fronte d’attacco giallorosso è composto ormai da quattro giocatori.

    Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    Perché prima invece, con Garcia, la Roma giocava così: un 4-3-3 bilanciato dal belga che, nelle vesti di mezzala box to box, sopperiva alla leggerezza e alla vocazione offensiva di Pjanic. Dunque tanta interdizione, al fianco di un De Rossi che non stava certo come quest’anno. E la generosità per Nainggolan, scontato ribadirlo, non è mai stata un problema. Questa immagine è tratta dall’ultima di Garcia, contro il Milan.

    Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    Il problema vero, forse, era dove andare a esercitare tanta generosità. Dove farla fruttare al meglio. A quale zona del campo applicarla, tanta generosità, e come. Questa è stata l’intuizione di Spalletti. Un generoso, infatti, dove lo metti, lotta, si butta su ogni pallone. Ma si esaurisce, anche, si limita entro il suo stesso agire. Spalletti allora voleva che il Ninja si buttasse con quella stessa grinta, irruenza e determinazione oltre la linea difensiva avversaria. Era lì che doveva arrivare in corsa, in scivolata, o staccando di testa come un leone. Lì che doveva essere cattivo, sulle palle pulite come su quelle sporche. Principalmente lì. Poi c’era il vantaggio del triangolo rovesciato nella fase difensiva. Il playmaker avversario, fosse anche Jorginho del Napoli, se la doveva vedere con uno come Radja Nainggolan, non certo un agnellino. Eccone un esempio, tratto finalmente da una partita di questa stagione: Napoli-Roma 1-3. Un compito specifico, nella zona di campo più vicina possibile a Dzeko, e dunque alla linea difensiva avversaria. Guardate il ripiegamento di Salah, in confronto. Spettavano poi a De Rossi e Paredes le mezzali del Napoli, i tagli dentro di Insigne.

    Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    E in un 4-3-3, invece, chi uscirebbe in pressione sul vertice basso di centrocampo? Vexata quaestio. Di Francesco la risolve con l’alternarsi dei centrocampisti, a seconda della situazione. A volte è il mediano (es. Magnanelli) che abbandona la propria zona di competenza per uscire in pressione sul mediano opposto, più spesso però, è una delle due mezzali. Contrariamente a quanto fanno in molti, Di Francesco invita a uscire sul regista la mezzala più lontana dalla palla, quella proveniente dal lato debole, in modo tale da oscurare o disincentivare il cambio di gioco. Questo però, alla lunga, comporta un dispendio notevole di energie, con conseguenti ritardi e infilate lungo l’asse centrale del campo. Ben più di una volta, a onor del vero, il marchingegno del Sassuolo ha retto e funzionato alla perfezione. Nainggolan che qui sopra parte già sull’uomo, con Di Francesco dovrà arrivarci, sull’uomo. A turno, ma dovrà arrivarci. 

    Tornando al 4-2-3-1 della Roma di Spalletti, pur mantenendo sempre sullo sfondo il 4-3-3 che verrà, vi sottopongo una considerazione sulla fase offensiva.  Prendiamo l’azione del gol di Strootman contro il Cagliari. Siamo ancora nel girone d’andata 2016/2017, la seconda giornata. 

    Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    Difficilmente questo spazio apertosi fra Dzeko e Nainggolan e sfruttato a meraviglia dall’inserimento di Strootman si sarebbe prodotto in un attacco alla porta di un 4-3-3. E’ infatti una peculiarità del 4-2-3-1 creare una simile superiorità numerica sul lato forte (il lato dove sta o da cui proviene il pallone). Salah, che sta crossando sulla testa di Dzeko (la sponda aerea per l’ inserimento dell’olandese), attira su di sé il terzino sinistro rossoblù. Il terzino opposto marca Perotti, mentre il centrale destro del Cagliari ha in consegna il bosniaco, e Bruno Alves segue il movimento del Ninja. Strootman, in un 4-3-3, non avrebbe potuto attaccare l’area lungo quel corridoio, presidiato com’era già dall’altra mezzala (ovvero Nainggolan). Al massimo si sarebbe potuto buttare tra Perotti e Dzeko, oppure avrebbe seguito l’azione a rimorchio, dunque con maggior cautela, ma sempre dietro Perotti. Insomma sul secondo palo o al limite dell’area. E’ lì che infatti Di Francesco valorizza l’inserimento del centrocampista o dell’esterno opposto, spesso a scapito del centravanti che taglia sul primo palo. Ma un conto è avere Defrel o Matri, un conto avere uno alto come Dzeko. 

    Non è poi stato il solo modulo di Spalletti, il 4-2-3-1, a Roma. Oltre alla comparsa a singhiozzo dello stesso 4-3-3, all’inizio del girone di ritorno di quest’anno l’attuale tecnico dell’Inter si è invaghito della difesa a tre, modellando da lquel momento in poi la squadra su un 3-4-1-2 che poteva variare in un 3-4-2-1. A distanza di un anno dal suo arrivo, Spalletti ha cambiato ancora la Roma. Ancora una volta, in quell’occasione, Nainggolan è andato a segno. Ecco come. Notare i 4 centrocampisti cerchiati in arancione (che presuppongono la difesa a tre che non si vede), e il solito movimento del Ninja (ancora lato palla).

    Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    Dopo tutto questo discorso, una buona notizia per i sostenitori della causa “Nainggolan trequartista” è che anche il Sassuolo quest’anno ha giocato molte volte col 4-2-3-1. Si veda questo Defrel a ridosso di Matri, proprio nella partita contro la Roma, al Mapei Stadium.

    Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    La notizia negativa per i sostenitori della causa “Nainggolan trequartista” è che, d’altro canto, per Di Francesco il 4-2-3-1 (o 4-2-4, come a volte lo chiama lui) è il modulo di scorta. Lo ha ribadito nella conferenza stampa di presentazione. Ciò significa che o verrà usato per necessità causa infortuni, come è accaduto spesso al Sassuolo (vedi sopra), o in corso d’opera, durante una gara (magari per sbloccare una partita complicata), come è accaduto altrettanto di frequente al Sassuolo. Non è però inverosimile che proprio a Roma, per questi e altri motivi, Di Francesco possa arrivare a mettere in discussione definitivamente il dogma del 4-3-3. Che per ora tuttavia resta molto forte e radicato nella sua idea di calcio. “Io sono stato scelto- ha chiuso il discorso in conferenza stampa Di Francesco- perché ho un certo tipo di calcio. Ed è giusto che io prima di tutto trasmetta ai miei calciatori il mio pensiero. E’ fondamentale.” Perciò bisogna che Nainggolan cominci a guardare questa ricerca dell’ampiezza che Eusebio chiede alle mezzali. Non solo l’area va attaccata, ma anche la fascia. Chiedere a Duncan, o se preferite a Mazzitelli.

    Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    Contro il Rapid Vienna,  un esempio di movimenti coordinati sulla catena di destra. Defrel (che sa fare anche l’esterno, il vice-Berardi) va incontro al pallone, nel frattempo Mazzitelli si butta nello spazio liberato dal francese, in ampiezza. Sul lato debole, in questo caso, è la mezzala che va, e non il terzino destro, poiché Peluso (cerchiato in bianco, terzino sinistro, lato palla) è già altissimo, e dunque la squadra si sbilancerebbe troppo. Della bontà di certi lanci di Pellegrini, poi, il tifoso giallorosso è avvisato sin da ora. Spesso infatti (e a ragione) si sottolinea la sua bravura negli inserimenti con o senza palla, poco però si è detto ancora rispetto a certe verticalizzazioni improvvise e illuminanti sorprendentemente precise. 

    E’ chiaro che mentre scrivo di Roma, Di Francesco e Sassuolo, penso a Salah in partenza e al possibile arrivo di Berardi in giallorosso. Per il gioco del tecnico pescarese, l’azzurrino sarebbe una certezza.

    Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    Conosce alla perfezione i movimenti richiesti dal Mister e saprebbe senz’altro interpretarli fin da subito coi tempi giusti. Nel gioco di Di Francesco spesso succede che gli esterni si cerchino a memoria, valorizzandosi a vicenda e sfruttando i tagli della punta centrale.

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    In questo caso, contro il Milan al Mapei Stadium, l’azione si consuma così velocemente da non consentire inserimenti alle mezzali. Anche questo elemento potrebbe dirci qualcosa rispetto all’argomento da cui siamo partiti: sarà difficile che Nainggolan abbia più occasioni da gol di quelle avute quest’anno. Con ciò non voglio sostenere che la Roma nel complesso sarà inferiore. Magari farà più gol Strootman, l’altra mezzala che a turno o insieme a lui attaccherà la porta avversaria.

    Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    Riprendiamo il filo dell’azione: il pallone arriva a Politano, sul lato debole, dove spunta un pizzico in ritardo Dell’Orco, il terzino sinistro. Quando infatti non parte la mezzala, tocca al terzino sganciarsi in sovrapposizione e dare ampiezza. Tanto a sinistra quanto a destra, dove Di Francesco attende Karsdorp, il suo nuovo Vrsaljko.

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    Infine concludo con un’ultima azione, splendida, del Sassuolo 2016/2017. Era la prima di campionato, a Palermo, quando Berardi sembrava a dir poco straripante. In tre passaggi, viene messo nelle condizioni di calciare in porta, dopo aver forzato la difesa rosanero con un semplice movimento.

    Roma, con Di Francesco torna il 4-3-3: perfetto per Berardi, ma Nainggolan...

    Politano va incontro al passaggio di Sensi e lo gira di prima a Defrel, cosa che faceva alla perfezione Sansone. Nel mentre Berardi oltrepassa l’asse centrale del campo (alla Nainggolan) per bucare in diagonale la difesa a tre rosanero ormai sfilacciata. Un’altra azione pensata ad hoc per un tridente.

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