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  • Romamania: Nainggolan è il dopo Totti, l'idea di cederlo è una sconfitta!

    Romamania: Nainggolan è il dopo Totti, l'idea di cederlo è una sconfitta!

    • Paolo Franci
    Quando certi direttori sportivi dicono, con quell'aria di chi pensa di insegnare a volare alle aquile (non biancocelesti, quelle volano più in alto da sole, per ora...) che “nessuno è indispensabile”, tendo a irritarmi parecchio. Ma parecchio, parecchio. Mi pare una cosa simile alla più grossa fesseria mai associata allo sport: “L'importante non è vincere ma partecipare”. La disse Pierre De Coubertin, un semidio per aver inventato le Olimpiadi, un furbacchione per aver dato un alibi d'acciaio a tutti coloro che non avrebbero mai sfiorato una medaglia. Oggi, quel “nessuno è indispensabile” è la foglia di fico dietro la quale si nascondono mille verità. Ma sulle ragioni di una trattativa per cedere Nainggolan che, per il solo fatto di essere nata equivale a una cessione, non voglio soffermarmi. Credo però che, a prescindere da come andrà a finire, segni un passo definitivo per la proprietà americana.

    Mai la Roma, almeno nell'era moderna (e non mi parlate di Gervinho, era già ai margini, fischiato e, sparito Garcia, se ne voleva andare e di corsa) aveva venduto (o pensato di vendere) un top player - anzi “IL” top player - nel mercato di gennaio. A occhio e croce, neanche quelle romette del passato finite sull'orlo del baratro. L'idea - soltanto l'idea, a prescindere - di cedere Nainggolan ai cinesi è l'ultima di una serie di sconfitte brucianti. E' l'umiliazione del tifoso che nel belga s'è identificato dopo l'addio di Totti. E', forse, la resa definitiva sul fronte di certe ambizioni.

    Roma città aperta, dunque, appena pochi anni dopo certi proclami a stelle e strisce che oggi, francamente, fanno sorridere. Roma dove ogni giocatore va ad allenarsi con il cartellino del prezzo attaccato al polso, come quei manichini negli show room d'alto pregio. Emerson Palmieri, Nainggolan, El Shaarawy o Strootman e già che ci siamo, Skorupski e Peres. Come si può dire, così come ha fatto Pallotta: “Vogliamo essere la seconda squadra preferita di tutti” - in sostanza, vogliamo scalzare la Juve... - e poche ore dopo pensare di vendere il tuo giocatore migliore? Ah sì, ma forse è vero, chissà. Forse è Nainggolan che se ne vuole andare, vai a capire. Come se ne volevano andare Pjanic, Salah, Rudiger, Lamela, Osvaldo, Marquinhos, Benatia


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