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  • Romamania: su la testa, vinceremo il tricolor

    Romamania: su la testa, vinceremo il tricolor

    • Valerio Nasetti
    E' successo di nuovo. Sette anni dopo altri sette gol. Dal Manchester United al Bayern Monaco. Dall'Old Trafford all'Olimpico. Da Spalletti a Rudi Garcia. La storia si ripete. Ma con alcune differenze. Lo schiaffo dei Red Devils era arrivato al ritorno dei quarti di finale. Quella sconfitta dolorosa chiudeva una stagione a mani vuote. Poche settimane dopo il Milan vinse la Champions League suggellando la superiorità italiana un anno dopo la vittoria della coppa del Mondo. Ieri non si è chiuso un bel niente, la sconfitta fa parte di un percorso di crescita. I tifosi sono andati allo stadio come si va ad una festa, con l'intento e il desiderio di divertirsi. Al di là del risultato. E alla fine hanno pure applaudito.

    La batosta c'è stata e quel coro finale "vinceremo il tricolor" può far soltanto del bene ad una squadra ferita nel proprio orgoglio. Aver visto come gioca il Bayern Monaco deve rappresentare un'ambizione, non un'umiliazione. Dopo l'1-1 contro il Manchester City c'era stata l'illusione di poter aprire una breccia anche nella grande Europa, ma evidentemente ci sono ancora delle squadre con le quali la Roma non se la può giocare. Oltre al Bayern Monaco, immaginiamo pure Real Madrid, Barcellona e Chelsea. Ci vorranno ancora anni per riuscire a competere con questi club e con i loro fatturati. Se da una parte débacle del genere fanno allontanare potenziali sponsor, dall'altra nei piani alti di Trigoria stanno effettuando le scelte giuste. Lo stadio (oggi è arrivato l'ok per l'interesse pubblico) è una pietra fondamentale per il futuro. Su la testa. Sabato c'è la Sampdoria. Un'altra competizione. Un'altra storia. La nostra.
     

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