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  • Sampmania: questione di atteggiamenti
Sampmania: questione di atteggiamenti

Sampmania: questione di atteggiamenti

  • Lorenzo Montaldo
A volte basta soltanto un gesto per conquistare (o ri-conquistare) una tifoseria. Non deve necessariamente essere un gol, o una giocata, basta un atteggiamento, una dimostrazione di attaccamento ai colori. Un po' quello che è successo a Dennis Praet, che sembrava essersi perso per strada e che invece potrebbe vivere una nuova primavera in blucerchiato. Giampaolo lo ha detto spesso: da mezz'ala Praet può diventare uno dei migliori in Europa, e il centrocampista belga sta pagando l'alta valutazione fatta in estate dall'Anderlecht. Le ultime prestazioni sembravano però aver spinto Praet ai margini della rosa blucerchiata, anche a causa dell'ottimo rendimento offerto da Linetty in ogni circostanza. E il dualismo Praet-Linetty è stato sino ad oggi una caratteristica della Samp targata Giampaolo.

Con il Sassuolo però si è rivisto in campo Praet, e nella molle prestazione doriana del primo tempo grazie al suo apporto è stato probabilmente uno dei migliori in campo. Almeno sino a quel violento scontro di gioco che ha complicato i piani di Dennis. Probabilmente, anche a causa di un po’ di pregiudizio dovuto ai suoi lineamenti delicati, ai lunghi capelli biondi e all’attitudine da modello, in molti se lo immaginavano come un giocatore ‘leggero’. Uno di quelli che, alla prima botta , finisce per terra e non si rialza più. Ecco perché ha stupito il fatto che il centrocampista, pur grondando sangue e con una vistosa fasciatura alla testa, abbia provato in ogni modo a rimanere in campo per aiutare la squadra.

Un segno che evidenzia quanta voglia di emergere abbia il numero 18 blucerchiato, a cui la tecnica per trattare il pallone non difetta– nessuno lo ha mai negato – ma che sino ad oggi si vedeva imputata la mancanza di continuità e di ‘intensità’. Ruota tutto attorno a questo concetto, ‘intensità’. E’ una parola decisamente cara a Giampaolo, che la utilizza spesso. E’, soprattutto, una qualità che Linetty ha in abbondanza. E’ anche per questo motivo che l’allenatore doriano ha scelto spesso e volentieri il polacco al discapito del più costoso Praet. Forse quei 45 minuti con il coltello tra i denti (e il turbante in testa) non hanno riconquistato l’allenatore, che bada logicamente ad altri aspetti, ma qualcosa potrebbero aver smosso nell’animo del mister. Di sicuro ha portato dalla sua parte il pubblico della Samp, che aveva accolto Praet celebrandolo come il colpo dell’estate 2016 caricandolo di tante aspettative. Ed è anche abbastanza logico considerando che la Samp una cifra del genere per un giocatore l’ha spesa pochissime volte: se la si investe su un giocatore in scadenza di contratto, è lecito aspettarsi un calciatore già pronto e formato, soprattutto se il budget è quello di Corte Lambruschini.

Ora, complice la squalifica di Linetty, Praet ha l’occasione di portare a termine quanto iniziato a Reggio Emilia. Gli si chiede la continuità, quella che è mancata sino ad oggi, e soprattutto l’intensità. Con sei punti di sutura sulla testa, ma con un po’ di convinzione in più. Perché è vero, il calcio è un mondo di freddi numeri, di allenamenti, di fisica e di geometria. Ma spesso per fortuna è anche questione di attimi, di atteggiamenti. Quelli capaci anche di cambiarti la carriera.

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