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  • Santon, che confusione: non idoneo per il Napoli ma per l'Inter è ok

    Santon, che confusione: non idoneo per il Napoli ma per l'Inter è ok

    • Luca Borioni
    Ma è logico che un giocatore non superi le visite mediche per un club e che risulti al tempo stesso idoneo per giocare in un’altra squadra, magari dello stesso campionato? No che non è logico, ma è una tendenza sempre più diffusa nel calcio. L’ultimo caso ha riguardato Davide Santon, protagonista suo malgrado (o forse no) di un mercato particolarmente travagliato (per lui e, nel ruolo, per la stessa Inter), cominciato con il suo no al Sunderland.

    L’Inter aveva voglia di rinnovare le corsie esterne, erano appena arrivati Ansaldi (un ottimo acquisto, bloccato però da un infortunio) ed Erkin (un punto interrogativo, ora risolto addirittura con una cessione a tempo di record, al Besiktas) e c’era la necessità di vendere. Santon è rimasto in sospeso fino a questi giorni, passando per due trattative con Napoli e West Ham, entrambe agevolate dalla comune volontà di chiudere, ma infine ostacolate dagli esiti delle visite mediche. Negativi per un verso o per l’altro. Il ginocchio del difensore reduce da infortunio non sembra però un problema per l’Inter, tanto che nel frattempo Santon ha pure giocato da titolare contro il Palermo, essendo out anche Nagatomo, coinvolto però nella prestazione opaca di tutto il gruppo allenato da De Boer.

    Insomma, una storia complicata. Certo, è un fatto che l’Inter intenda liberarsi dell’ex terzino promessa. Il Napoli (scottato da quanto accaduto con Tonelli, acquistato dall’Empoli e subito fermato da vecchi problemi al ginocchio) ha valutato come il giocatore ancora possa ancora risentire dei postumi dell’infortunio al menisco datato 2009. Un episodio che aveva già condizionato la carriera di Santon, in forte ascesa ai tempi del debutto nell’Inter di Mourinho, poi però travagliatissima. Magari anche a causa di valutazioni tecniche o umane discutibili, non solo per le cartelle cliniche. Il problema principale, come ha sottolineato il dottor Piero Volpi, ex difensore e attuale coordinatore dello staff medico nerazzurro, resta quello della privacy: “Certe situazioni andrebbero maneggiate con maggiore riservatezza per rispetto della privacy dell’atleta che rischia di essere bollato nel prosieguo della carriera”. Un concetto da condividere.

    Inoltre, ha aggiunto ancora Volpi, in questo modo si rischia di arrivare a nutrire dubbi sull’idoneità di ogni giocatore magari operato al legamento crociato. Certi inconvenienti, in altre parole, sono ricorrenti nello sport e ogni atleta impara prima o poi a conviverci. Non è giusto non tenerne conto. Da tutta questa vicenda Santon appare come la parte lesa. Il calcio business non concede eccezioni, un dettaglio storto può condizionare un affare milionario. Ma la cattiva gestione delle situazioni (vedi privacy) danneggia il buon senso. Che cos'è peggio?

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