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  • Sassuolomania: elogiando e punzecchiando Defrel

    Sassuolomania: elogiando e punzecchiando Defrel

    Finalmente un gran bel Sassuolo. Contro la Roma si è perso ancora come all'andata, 3-1, ma per un'ora buona di gioco possiamo dire di aver finalmente rivisto il Sassuolo di Di Francesco. Era da un po' che non succedeva.

    Va sottolineata una cosa, tuttavia: anche nella partita del 26 ottobre, al Mapei Stadium, i neroverdi disputarono un gran primo tempo, per poi crollare nella ripresa. Allora svettarono le prestazioni di Mazzitelli e Pellegrini, schierati in coppia davanti alla difesa nel 4-2-3-1, e quella di Defrel a ridosso di Matri.

    Anche ieri sera il francese è stato mostruoso, semplicemente incontenibile. Con Fazio in imbarazzo a gestire la sua velocità, Rüdiger preoccupato da Politano e Manolas da Berardi, Defrel ha mostrato tutto il suo talento. Alcuni dati, per capire meglio di cosa stiamo parlando: su 60' giocati (purtroppo per il Sassuolo è uscito infortunato) ha raggiunto il record di occasioni da gol del match (5), quello dei tiri in porta (3, al pari di Dzeko), e quello della percentuale di passaggi effettuati con successo (90%), fatta eccezione per De Rossi, la percentuale alta del quale è dettata dal bassissimo minutaggio. Oltre alla rete del vantaggio, di pregevole fattura, poco dopo il gol ha offerto un assist da manuale a Politano, assecondandone intelligentemente il taglio verso la porta. L'Olimpico gli dona, insomma, se pensiamo anche alla prestazione dell' anno scorso, quando segnò uno dei suoi primi gol in neroverde, duettando con Politano.

    Ora, in campionato, ha raggiunto il record personale di marcature, fissato a 9 dai tempi di Cesena (2014/2015), per un totale di 13  gol stagionali, contando anche l'Europa League (qualificazioni comprese). Circa un mese fa scrivevo qui sopra che per lui non sarebbe stato difficile migliorarsi; per il momento, ha eguagliato il suo meglio e vedremo se, infortuni permettendo, riuscirà a superarsi in queste ultime 9 partite. La prossima, il Sassuolo ospita la Lazio, una delle sue vittime preferite, ma bisognerà prima valutare l'entità dell'infortunio che ieri lo ha costretto ad uscire.

    E' sempre più evidente che, con lui in campo, il tridente funziona, altrimenti gira un po' a vuoto, perde lo smalto. Un esempio su tutti, l'azione del primo gol, al 9': quasi sublime l'uno/due all'altezza della metà campo tra Berardi (di tacco!) e il francese, che poi si fionda ad assalire l'area sulla destra, in seguito al movimento verso il centro di Politano. Il velo dell'esterno della Nazionale ha suggerito alla punta il piazzato di prima intenzione, col suo solito interno piede chirurgico, mancino ovviamente. Tanti tanti applausi, in primis a Berardi, che pur non avendo ancora trovato il gol, si sta rivelando molto prezioso come assist-man.

    Dopo averne fatto l'elogio, vorrei d'altronde punzecchiare Defrel. Indisposizioni a parte, magari sbaglio io, ma dà l'impressione di impegnarsi un po' quando gli fa comodo. Specialmente contro le big, e ancor più specialmente contro la Roma. Voleva andarci già a gennaio? Comprensibile. Vorrebbe andarci a giugno? Comprensibilissimo. Allora si impegni allo stesso modo anche nelle partite meno stimolanti, gli gioverà senz'altro per meglio raggiungere il suo obiettivo.

    Detto questo, torniamo alla gara di ieri: perché il Sassuolo ha perso? Sul primo gol si poteva chiudere meglio lo specchio, uscendo un pochettino più ordinati sul tiro dal limite di Paredes (Pellegrini accorcia con un movimento strano, che pare si scansi). Sul secondo, oltre alla spinta di Salah su Peluso, abbastanza decisiva ed evidente, oltre al buco lasciato da Letschert, schierato terzino destro per l'inaffidabilità di Lirola, Di Francesco si è infuriato per la palla lunga calciata dalla difesa a pochi istanti dall'intervallo. "Se avessi uno come Dzeko, mi starebbe bene, ma non ce l'ho", ha commentato ai microfoni nel dopo partita. Quando a sbagliare è un pezzo grosso, in questi casi un allenatore  (giustamente) riporta il peccato ma non il peccatore. Noi che non siamo allenatori possiamo tranquillamente dire che Acerbi l'ha buttata via quando andava gestita meglio; commettono errori anche i più bravi, come vedete. Purtroppo anche nel secondo tempo, il terzo gol della Roma, nato da una triangolazione al limite dell'area, è agevolato dal mal funzionamento del lato destro della difesa: da una parte Acerbi viene preso in mezzo dall'uno/due, dall'altra Lirola (subentrato a Letschert) scala in ritardo, come può su Dzeko, il quale, di fisico, ha vita facile nel nascondergli il pallone. E così Consigli viene battuto per la terza volta. 

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