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  • Inter, Spalletti è l'unico indispensabile: il 3-5-2 è un'idea anche contro la Juve
Inter, Spalletti è l'unico indispensabile: il 3-5-2 è un'idea anche contro la Juve

Inter, Spalletti è l'unico indispensabile: il 3-5-2 è un'idea anche contro la Juve

  • Giancarlo Padovan
Due partita in una. Quella con il Cagliari (vinta 3-1) e quella che verrà (domenica con il Chievo) da affrontare senza Miranda e Gagliardini (ammonizioni volute, cercate e ottenute per esserci con la Juve il turno successivo), quindi con qualche cambio, magari allo stesso sistema di gioco. L’Inter che va in testa alla serie A, forse solo per poche ore, ma con l’autorevolezza della grande squadra, è sempre un prodotto griffato Spalletti. Questa volta, dopo venti minuti, l’allenatore interista trasforma il collaudato 4-2-3-1 in un 3-5-2 che forse verrà buono anche fra sette giorni (è un’ipotesi) o, chissà, magari con la Juve.

L’operazione si rende necessaria perché il Cagliari ha un’evidente superiorità numerica in mezzo al campo che finisce per consegnargli sempre la palla e regalargli ripartenze impetuose. Mettendosi a specchio, Spalletti cerca e trova più equilibrio e, soprattutto, il controllo di una partita che gli stava sfuggendo di mano. Perciò, davanti ad Handanovic, restano D’Ambrosio, Skriniar e Miranda. A destra del centrocampo scende Candreva. Santon sale a sinistra, mentre Vecino e Gagliardini sono affiancati prima da Borja Valero e poi, più stabilmente, da Perisic (con Borja davanti vicino a Icardi) in un quasi inedito ruolo di mezz’ala. Disposizione inaspettata, certo più flessibile e più fruibile contro avversari aggressivi e assetati di pressing. Al cospetto del Chievo non so (oltre ai due squaificati mancherà probabilmente anche Vecino, infortunato), ma il 3-5-2 è un sistema di gioco che rappresenta una rete di sicurezza pure di fronte ad avversari più attrezzati.

Poi, che l’Inter, a Cagliari, sia andata in vantaggio una decina di minuti dopo il rimescolamento di Spalletti (28’) è un puro caso. Anzi, nell’occasione, Perisic è stato molto fortunato ad arpionare l’invito profondo di Candreva e a rimetterlo in mezzo, giusto sul piede di Icardi che ha scaraventato in rete. Primo e unico tiro fino a quel momento e gol dell’1-0. Al contrario del Cagliari che ha tenuto di più la palla e un’occasione clamorosa l’ha costruita sull’asse trasversale Faragò-Pavoletti. Era il 16’ e l’ex genoano ha chiuso di sinistro sul secondo palo, dove però Handanovic è arrivato sia con le gambe che con le braccia. Fino a quel momento e, sinceramente fino all’intervallo, meglio il Cagliari per reattività, riconquista della palla e costruzione. La squadra di Lopez difettava invece sotto porta anche perché, con la difesa a tre, l’Inter aveva sempre un centrale in più. Piano piano, quindi, la veemenza del Cagliari si è sfilacciata e l’Inter, che nell’uno contro uno ha fatto valere la maggiore qualità tecnica, è cresciuta portando qualche insidia (Vecino al 35’ e Santon al 45’).

Sinceramente il risultato non è mai stato in bilico. Un po’ perché al 55’ il subentrato Brozovic (al posto di Vecino) ha segnato il raddoppio al termine di un’azione didascalica (iniziata da Skriniar che ha pescato Candreva e proseguita dall’esterno che ha rimesso basso e all’indietro per Brozovic), un po’ perché la fatica ha aggredito il Cagliari e il ritmo è calato quasi a zero. Anche quando al 71’, Pavoletti ha segnato di interno destro sul solito cross di Faragò, era chiaro a tutti che il risultato non era stato rimesso in discussione. E’ vero che Farias (80’) ha avuto una mezza occasione (tiro troppo frettoloso e centrale da dentro l’area), ma è altrettanto vero che, pur senza accelerare, l’Inter ha trovato ancora il gol a 7 minuti dal novantesimo. Sull’azione prolungata di Candreva pesano due interventi: quello di Faragò che ha alzato un campanile a pochi metri dal suo portiere e quello di Perisic sullo stesso Rafael, disturbato dal croato nel momento di allontanare la palla. Che Icardi, a scanso di equivoci, ha messo dentro. L’arbitro Pairetto, indotto dal Var Mariani a rivedere l’azione, ha giudicato ininfluente il tocco di Perisic, convalidando la segnatura. La quindicesima (con quattro rigori) di Icardi in questo campionato. Una garanzia per una squadra che, tuttavia, non è esattamente dipendente da lui. Casomai è il contrario. L’unico indispensabile, al momento, è l’allenatore. Uno che conosce tutta la rapsodia calcistica e la esegue a seconda delle necessità e dell’intuizione. Con Spalletti si vola. E non è detto che sia solo per un po’.

@gia_pad
 

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