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  • La top 10 Uefa degli allenatori: c'è Mourinho, non Ancelotti e Guardiola

    La top 10 Uefa degli allenatori: c'è Mourinho, non Ancelotti e Guardiola

    • Andrea Menon
    Dal 1954, anno di nascita della UEFA, gli allenatori che si sono sfidati tra coppe europee, trofei internazionali e campionati nazionali sono migliaia. UEFA.com ha stilato una classifica, tramite una serie di articoli proprio sul sito ufficiale, consacrando di fatto i 10 allenatori più influenti della storia del calcio, ed escludendo tutti gli altri da questo Olimpo.

    Brian Clough è il primo nome della lista. E come potrebbe non esserlo dopo le due Coppe dei Campioni nel 1979 e 1980 con il Nottingham Forest, squadra di provincia prestata alle notti europee, il double, campionato e Coppa di Lega, da neopromosso con il Forest e prima ancora, a 37 anni, il titolo di campione d'Inghilterra con il Derby County. Perfezionista, puntuale, esigente e di successo, ha abbandonato il calcio giocato per infortunio a 29 anni, dopo 197 gol in 213 partite con il Middlesbrough e 54 in 61 partite con il Sunderland, e si è messo ad insegnare il suo amato, rigido e perfetto 4-4-2.

    Segue Johann Cruyff, fenomeno in campo e fuoriclasse in panchina, ha portato una rivoluzione totale nel calcio blaugrana: già da giocatore infatti era proiettato al futuro e, non appena ha preso il fischietto in mano, ha riprogettato totalmente l'assetto di gioco e i giocatori. Indicazioni chiare: evitare il classico 4-4-2, a cui si preferisce il 3-4-3 per il maggiore equilibrio a centrocampo; poi possesso del pallone, che si muove tramite passaggi brevi ma molto rapidi, e tanta fiducia ai ragazzi giovani, piccoli fisicamente ma con grande qualità, come Guardiola. Il tiki-taka arriva dal genio di Cruyff, così come la consacrazione di giocatori come Xavi e Iniesta.

    La top 10 Uefa degli allenatori: c'è Mourinho, non Ancelotti e Guardiola

    Tra Vicente e vincente c'è una lettera di differenza, del Bosque però non ha mai fatto avvertire questo salto, anzi con lui spesso le due parole sono coincise. Sì perchè Vicente del Bosque è semplicemente, si fa per dire, l'unico allenatore della storia del calcio mondiale ad essersi laureato campione del mondo e d'Europa sia a livello di Nazionali che a livello di club, con Spagna e Real Madrid. La formula di Del Bosque è l'approccio morbido, perfetto per conciliare le grandi stelle in un unico spogliatoio e portarle alla vittoria.

    Ventisei stagioni sulla panchina del Manchester United hanno fatto di lui l'allenatore più longevo di sempre. Sir Alex Ferguson ha sempre dimostrato una conoscenza calcistica superiore alla media, ciò che l'ha portato a vincere 13 campionati inglesi e 2 Champions league, e ad essere insignito del titolo di "Miglior Allenatore del Mondo del XXI secolo" dall'International Federation of Football History & Statistics. Con poche parole è sempre riuscito a spostare gli equilibri, e non è un caso che così tanti campioni siano passati o cresciuti sotto la sua protezione.

    La top 10 Uefa degli allenatori: c'è Mourinho, non Ancelotti e Guardiola
    Comunicatore e innovatore, Helenio Herrera, ha ridisegnato totalmente il catenaccio, creano un sistema basato sulla preparazione fisica e mentale che annichilisse gli avversari, prima di colpire in contropiede o sulle fasce. Il Mago con l'Inter ha sempre giocato un calcio logico e basato sulla capacità di trasmettere ai suoi giocatori fiducia, idee e forza.

    Diverso dai predecessori per atteggiamento e per modi, Udo Lattek, è stato l'Allenatore, con la "A" maiuscola, del Bayern Monaco degli anni '70. Accentratore di attenzioni, ma con uno stile aperto nei confronti dei suoi giocatori, tanto da adattare il gioco alle loro esigenze. Così ha allevato giovani come Beckenbauer e Gerd Müller.

    Sempre da quegli anni la UEFA ha tirato fuori il nome di Valeri Lobanovskiy, un vero scienziato del calcio. Allenava le sue squadre come macchine perfette, votate al pressing e alla neutralizzazione fisica, oltre che tattica, degli avversari. Una sua innovazione è l'interval training, allenamento combinato a sedute ad alta e bassa intensità. È l'allenatore più decorato dell'ex Unione Sovietica e dell'Ucraina.

    Il "calcio totale" olandese porta una firma: è quella di Rinus Michels, generale e architetto dell'Ajax e dell'Olanda. La sua idea prevedeva l'intercambiabilità dei ruoli e il costante pressing sugli avversari, nulla era lasciato all'improvvisazione, tutto studiato e analizzato durante le preparazioni. Lì, gli allenamenti salivano fino a cinque al giorno.

    Gli ultimi due, sono volti molto noti ai tifosi italiani, soprattutto a Milano. Il primo è Arrigo Sacchi, che la UEFA definisce il "maestro del Rinascimento italiano", che, proprio come un artista, ha ridipinto totalmente il nostro calcio, aggiungendo alla tattica uno stile offensivo, e dunque tanto spettacolo. Allenamenti, intensità, filosofia, tattica, tutto spazzato via per fare posto al concetto di "intelligenza collettiva": in sostanza 11 giocatori attivi in ogni fase di gioco. Nel suo Milan brillavano i tre tulipani olandesi, esaltati e supportati proprio dalla squadra.

    La top 10 Uefa degli allenatori: c'è Mourinho, non Ancelotti e Guardiola

    Il secondo è José Mourinho: lo "Special One". Tra tutti i successi, il Triplete con l'Inter è il più celebre e, a detta dello stesso allenatore portoghese, il più emozionante. Nel 2010 si è creata un'atmosfera magica attorno alla squadra nerazzurra che ha centrato un titolo che mancava da 45 anni e che, ad inizio stagione, sembrava impossibile. Dal 2002 al 2012 ha sempre alzato almeno un trofeo, lasciando spesso gli altri allenatori a "zero tituli".

    Una classifica che può premiare, naturalmente, solo alcuni dei grandi allenatori passati per il calcio mondiale, ma che altrettanto naturalmente divide e fa discutere: e Capello? E Ancelotti? E Guardiola?

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