Un po' Salah, un po' Keita: alla scoperta di Karamoh, il nuovo gioiello dell'Inter
L'ULTIMA APPARIZIONE – Chi pensa a Karamoh unicamente come a un esterno destro, ci prende, ma non del tutto. È vero, sicuramente arriva a Milano per insidiare Candreva, o come sostituto di qualità o come scommessa alternativa. Tuttavia guardate la sua ultima apparizione, in giugno, in un'amichevole dell'Under 21 francese contro il Camerun: segna di testa sbucando da sinistra. Sylvain Ripoll lo aveva infatti inserito nel tridente di un 4-3-3 come esterno sinistro. Cosa che evidentemente (e all'occorrenza) può fare benissimo, essendo lui un destro naturale, tecnico e capace di convergere.
CENTIMETRI – Anche il movimento dentro l'area è degno di attenzione. Questo andare incontro al pallone, con cattiveria, dal secondo palo al centro della porta, tagliando fuori il proprio marcatore, ricorda uno dei 5 gol siglati da Karamoh in Ligue 1. In casa contro il Metz, in dicembre. Il traversone viene dalla parte opposta. Ma anche in questo caso Karamoh è bravo a vincere il duello fisico e a sfruttare tutti i suoi centimetri al momento dello stacco. Spalletti, abituato a Salah, potrebbe apprezzare.
USO DEL CORPO – Non pensate però che il giovane francese vinca ogni duello aereo, forte della sua statura. Non è Perisic. Specialmente lontano dalla porta, quando la fatica di usare bene il proprio corpo sembra meno giustificata, Karamoh diviene più approssimativo, meno voglioso nei contrasti aerei. Così quando gli arriva un pallone alto, per dire, a centrocampo, talvolta non va per prenderselo, ma si accontenta: lascia l'iniziativa al difensore, che a quel punto lo sovrasta.
LA DOTE – Ma la vera dote di Karamoh, quella che sopra ogni cosa interessa a Spalletti, è questa: l'accelerazione senza palla. Ovvero: il requisito fondamentale per attaccare una linea difensiva in difficoltà. Come in questa ripartenza in Caen-Nantes.
Non vi torna in mente Salah? In questi due fotogrammi Karamoh si proietta nella metà campo avversaria mangiandosi i metri che lo separavano in partenza dal terzino del Nantes. E Santini lo vede.
DA ESTERNO – Palla al piede, poi, Karamoh non è affatto male. Scendendo dalla destra tra due uomini del Marsiglia, qui premia il movimento del gigante croato (ancora Ivan Santini) e lo serve nel corridoio: conduzione e assist. Immaginate coi tagli di Icardi.
DA SECONDA (O PRIMA?) PUNTA – Ma Patrice Garand, l'allenatore del Caen, in più di una situazione ha scelto di schierarlo da punta centrale, in tandem con lo stesso Santini o con Ronny Rodelin. Succedeva quando giocavano col 3-5-2, come ad esempio qui sotto contro il PSG, nell'ultima di campionato. Una soluzione che ricorda quella adottata da Inzaghi con Keita (un giocatore che, non a caso, è stato molto vicino all'Inter questa estate).
Molte volte questi due attaccanti del Caen non giocavano accanto, ma uno più avanti dell'altro, in una sorta di 3-5-1-1. E Karamoh, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, era quello più avanzato, e non la seconda punta tradizionale che gira attorno alla torre. Serviva sia per andare ad attaccare lo spazio sul lancio diretto di un difensore (sopra), sia per raccogliere la spizzata del centravanti vero e proprio, alle spalle dei difensori. Sotto, nell'azione del suo ultimo gol in Ligue 1, in marzo, contro il Nizza, lo lancia addirittura il centravanti dalla propria metà campo: il solito Santini. Ma non è anche questo un movimento da esterno? Ancora una volta un taglio alla Salah, più che alla Candreva.