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  • Una Serie B senza padroni
Una Serie B senza padroni

Una Serie B senza padroni

  • Giovanni Daloiso
Lenti avvicendamenti nella torbida melassa di Serie B, quest'anno più che mai viscosa. Tremendamente dura a strappare un verdetto relativo ad un'eventuale fuga, crisi, o a consolidate certezze: lo stesso Palermo, formazione accreditata come vincitrice del campionato cadetto in virtù di un organico che ha in più zone nevralgiche mantenuto le note liete vistesi l'anno scorso in A, non palesa autorità né caratura. Non "spicca", per intederci, pur stazionando a ridosso della vetta. Le susseguenti news incentrate sulle vicende societarie che vedono Zamparini nell'occhio del ciclone non potranno che, inesorabilmente, incidere sul fattore campo.

Una miscela, la B, di metalli non troppo diversi fra loro, ma pesanti e difficili da portare al punto di ebollizione: un torneo livellato come mai si era visto in precedenza, con una certa propensione per le vittorie esterne in barba ai pronostici. Nulla è più così scontato e la classifica, incredibilmente corta, parla da sola: tra la prima in classifica, il Bari, e la zona playout occupata da Pro Vercelli e Virtus Entella vi sono solo dieci lunghezze.

Analizziamo ora i tre casi più eclatanti che si siano visti finora, in quindici giornate di torneo:

PERUGIA - I grifoni, passati a giugno nelle mani di Federico Giunti, già bandiera del club negli anni '90, sembravano destinati a sorprendere tutti: l'ingaggio, in prestito dal Cagliari, dei gioiellini Colombatto e Han. Quest'ultimo, un esterno offensivo nordcoreano classe '98 destinato a far parlare di sé, più che per le origini, per le movenze da fenomeno già mostrate in massima serie nella passata stagione.

Senza contare il 4-0 esterno al Benevento in Coppa Italia, la squadra ha iniziato a collezionare risultati notevoli, che lasciavano presagire che quella degli umbri sarebbe stata un'annata autorevole: ma altro non s'è rivelato che un giocattolo portato ben presto a scaldarsi, quindi a sfaldarsi inesorabilmente. Giunti, dopo cinque sconfitte consecutive, ha pagato per tutti. Il Perugia, prima tutto bianco poi tutto nero, oggi scoppietta nel bel mezzo del calderone di centroclassifica. Senza troppi acuti, a parte l'ultimo 5-0 rifilato al Carpi: ma per chi ne ha osservato fino a settembre le gesta è davvero un brutto scherzo.

FOGGIA - Ha convinto tutti il Foggia di Stroppa nella stagione 2016-2017, incontrastato dominatore del girone C di Lega Pro. Ha reso felice una piazza che non faceva capolino in B dal lontano 1997: è bene andarsi a rivedere i caroselli nelle strade del capoluogo dauno in seguito alla promozione, per capire l'affiatamento della città. L'approdo in B non si è certo rivelato dei più facili: per un adattamento forzato ad una categoria superiore, la preventivata sofferenza si è rivelata fondata. A secco di vittorie in casa per parecchie giornate, il Foggia ha comunque mostrato un ottimo feeling con il gol, grazie al sempreverde centravanti Fabio Mazzeo, 34enne artefice della salita in B ed erede naturale di Iemmello (a Foggia nel 2015-2016 nel medesimo ruolo). Una squadra basata sul gioco offensivo, che ha segnato ben ventisei reti ma che ne ha subite trentadue: equilibri precari che di solito non pagano. E per ambire alla salvezza ci sarà da soffrire.

PESCARA - Zdenek Zeman, idolatrato alla corte dei delfini per la promozione in A del 2011-2012 mai dimenticata (allora Insigne, Immobile e Verratti diventavano grandi proprio alla sua corte) è ripartito, dopo aver accompagnato per mano i resti di un gruppo frastornato e dolorosamente retrocesso dalla massima serie. Fiducia incondizionata, quindi, così ZZ ha deciso di ripagare tutti con le sue specialità: il gioco spregiudicato e i giovani. Finora l'impresa sta funzionando a metà: il gioco latita e la classifica piange, ma una serie di profili interessanti sta lentamente emergendo. Da Mancuso a Del Sole (già sotto l'ala della Juventus), passando per il ritrovato Pettinari, centravanti dal killer instinct ritrovato dopo un lungo peregrinare da una squadra all'altra. Ci sarà da lavorare molto, quest'anno, per il tecnico boemo.

La costanza, questa sconosciuta, s'è rivelata essere un fattore importante per squadre come Parma, Venezia e Cremonese. Le tre compagini del nord stanno ben figuando in questo torneo, e stupisce il fatto che siano tutte e tre neopromosse.

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