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  • Eravamo quattro amici al Var...

    Eravamo quattro amici al Var...

    • Fernando Pernambuco
    Eravamo quattro amici al VAR
    Che volevano cambiare il calcio.
    Destinati a qualche cosa in più
    Del terzo, quarto, posto o anche più giù.

    Si parlava di certezza e di giustizia,
    di chiarezza e credibilità,
    tra un Caressa ed un Adani,
    un Marocchi e un Marchegiani.

    Eravamo tre amici al VAR,
    uno ha spento la televisione,
    si può fare molto pure in tre,
    mentre gli altri se ne stanno a casa.

    Si parlava di trasparenza ed onestà.  
    Con la vista più sicura e la tecnologia
    Ogni dubbio andava via. E la gara non oscura
    Diveniva  bella, vera,  pura.

    Eravamo due amici al bar,
    uno è andato a guardare il basket,
    ma la squadra non andava avanti,
    i più forti però siamo noi.

    Con il VAR arriviamo primi.
    Si parlava con tenacità di speranze
    e possibilità. Ma Pairetto non si 
    può guardà e Doveri non lo guarda il VAR!

    Son rimasto io da solo al VAR.
    Non aspetto che vederlo andar
    ma le chiacchere e il sospetto van.
    Io credevo  fosse assai perfetto.

    Ed invece no. Tutto è come prima,
    c’è qualcosa che non va: l’arbitro
    che sbaglia, che non guarda il VAR
    che lo guarda troppo, che fa pantomima.

    Anche Ceferin l’ha detto: forse fa del male
    Forse è un po’abissale. Troppa confusione, 
    Vagli a dire che il perfetto non esiste.
    Che non basta chi al monitor ti assiste.

    Resta l’uomo relativo, con l’errore attivo.
    E la squadra che non va. Sono andati tutti via.
    Son rimasto qui da solo al VAR.

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