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  • 1977, che anno: Bee Gees e Trapattoni, il trionfo dei signori nessuno

    1977, che anno: Bee Gees e Trapattoni, il trionfo dei signori nessuno

    • Marco Bernardini
    Favoloso 1977, inteso come anno. Per la musica, per lo sport, per il costume e per il trionfo di chi non ti aspetti. 
    I fratelli Gibb, per esempio. Sono quattro, originari dell’isola di Man. Appassionati e bravi musicisti nella loro piccola terra non hanno chances. Migrano in Australia, grande Paese per sognatori di buona volontà. Il tre formano un gruppo pop. Il quarto si affranca dalla famiglia e preferisce viaggiare da solo. Peccato per lui. Perché dopo anni di gavetta sotto l’etichetta “Bee Gees” i ragazzi britannici sfondano il muro del silenzio dietro il quale erano i classici signori nessuno. Un gruppo qualunque, per la colonna sonora di un film qualunque, interpretato da un attore qualunque. La produzione americana non si aspetta granchè da quel lavoro che pare dover essere routine. La “Febbre del sabato sera”, invece, spacca come da tempo non accadeva a livello internazionale. Una storia che conquista, facendo ridere e piangere e divertire, tutti i giovani del mondo. John Travolta diventa un mito. Le musiche dei Bee Gees un cult del pop. Dopo i Beatles e Michael Jackson saranno loro a stabilire i record di vendite in quanto a dischi. Oggi dei quattro fratelli soltanto uno, Brian, è ancora vivo. Negli Stati Uniti lo stanno festeggiando come un simbolo di un’epoca non solo musicale che non tornerà più.

    Favoloso 1977, inteso come anno della rifondazione bianconera targata Juventus e come punto di riferimento per il calcio che verrà. Giovanni Trapattoni, per esempio. E’ un giovane apprendista allenatore che può vantare un ottimo pedigree come calciatore ma che per le panchine nazionali è un signor nessuno. Boniperti, orfano di Armando Picchi, punta su di lui dopo aver ascoltato il parere di Italo Allodi. Torino, intesa come città sportiva, in quel momento è assolutamente granata. Il Toro nella stagione precedete ha vinto il suo primo scudetto dopo Superga. Allenato da Gigi Radice può contare, oltrechè sulla forza dirompente della sua Maratona, su campioni come Graziani, Pecci, Pulici, Claudio Sala e Castellini. Radice, poi, è amico intimo e fraterno di Trapattoni. Da ragazzi andavano insieme al lavoro in bicicletta trovandosi a metà strada tra Cusano Milanino e Cinisello Balsamo. Radice è già maestro di pallone. Trapattoni lo diventerà trasformandosi per il mondo nel Trap. Un testa a testa clamoroso e indimenticabile tra Juve e Toro sino alla terz’ultima di campionato quando i bianconeri vincono per un gol di Furino e i granata pareggiano. Il punto di distacco, 51 contro 50, rimarrà sino alla fine e lo scudetto finirà cucito sulle maglie della Juve. Non basta. Il Trap fa doppietta. Batte in finale l’Athletic Bilbao e i bianconeri conquistano la loro prima Coppa internazionale.

    Favoloso 1977, inteso come anno del trionfo per i signori nessuno che da quel momento si sono ritagliati uno spazio nella leggenda.
     

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