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  • 50 anni Lentini: il Cristiano Ronaldo (mancato) made in Italy
50 anni Lentini: il Cristiano Ronaldo (mancato) made in Italy

50 anni Lentini: il Cristiano Ronaldo (mancato) made in Italy

  • Furio Zara
    Furio Zara
Gianluigi Lentini fa cinquant’anni e questa ricorrenza ci offre l’occasione di celebrare uno dei più straordinari talenti della generazione a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 e di ricordare come il suo percorso professionale - la rapida ascesa, l’incidente che ha interrotto la carriera tra un «prima» e un «dopo», il declino, l’oblio, la second-life - sia ancora oggi la fotografia di un certo calcio. Azzardando un paragone che non si soffermi soltanto sull’aspetto prettamente tecnico, possiamo dire che Gigi Lentini è stato il Cristiano Ronaldo made in Italy.

Gigi negli anni ’90 è stato un esponente di quello star-system che oggi ha inglobato il calcio. Siamo all’inizio degli anni ’90 e Gigi è bello, ricco, famoso, dotato, strapagato. Porta i capelli lunghi, l’orecchino, usa quantità industriali di gel, si pettina come Simon Le Bon, il leader dei Duran Duran. E’ cresciuto nel Toro, ne è diventato l’alfiere. E’ un’ala destra, il suo talento è sostenuto da un fisico da body-guard, quando parte in dribbling è un cavallone di razza, irresistibile e travolgente: per la nostra tradizione - fatta di ali piccole e sguscianti - è una straordinaria anomalia. E' un ragazzo che incarna lo spirito di quei tempi, gli anni '90, anni di plastica come sono stati definiti: la bella vita, le donne facili, le macchine veloci, perché negarsi tutto questo quando te lo puoi permettere? Il suo trasferimento dal Torino al Milan, nell’estate del 1992, fa scandalo. La cifra si aggira attorno ai 20 miliardi di vecchie lire, tra dati ufficiali e soldi in nero. Su quel trasferimento ci sono misteri, buchi neri, truffe e inganni, inchieste giudiziarie. Ma questa è un’altra storia. L'Osservatore Romano in un editoriale sul «calcio marcio» scrive che quella è «un'offesa alla dignità del lavoro». «L'ho fatto solo per soldi», ammette il presidente del Torino, l'ingegnere di Domodossola Gian Mauro Borsano. I tifosi del Toro bollano Gigi: traditore. Come se ne avesse colpa lui.

Tra il prima e il dopo, a interrompere la carriera sul più bello, c’è il famoso incidente. Una notte di agosto del ‘93, sulla Torino-Piacenza. Gigi Lentini ha appena finito di giocare a Genova un'amichevole estiva con il Milan. Va di fretta, un amico gli ha portato la Porsche. Si mette in macchina, ha un appuntamento. L’autostrada è libera. La Porsche fila che è un piacere. 140, 150, 160, sempre di più. Ma è pericoloso, perché poco prima gli si è bucata la ruota e lui si è fermato in autogrill, ha fatto il pieno e l'ha sostituita con il «ruotino» d'emergenza. Che una ruota piccola, e consente una velocità limitata. 60-70 km./h. All'altezza di Villanova D'Asti, l'auto del giocatore sbanda, esce di strada, si schianta. Gigi va in coma, rischia di morire. Si saprà poi che aveva appuntamento con una donna, Rita Schillaci, compagna di Totò, l’eroe delle Notti Magiche di Italia ’90. Altro scandalo, stavolta rosa.

In seguito succederanno molte cose: il ritorno, la sofferenza, la fatica ad ogni dribbling, l’impossibilità di tornare ad essere quello di prima. Fino a 24 anni Gigi Lentini è un campione in divenire, poi diventa un’altra cosa, un calciatore normale. Giocherà ancora, cambierà molte squadre, Atalanta, ancora Torino, poi Cosenza, una scelta di vita, in serie B, persino nei dilettanti. Smette con il calcio professionistico nel 2004, tardi, a 35 anni. Decide di tornare a casa sua, dalle parti di Torino. Non sa fare altro che giocare a pallone. E quindi continua a giocare. Non più per soldi, ma per divertimento. Le sue nuove squadre si chiamano Canelli, Saviglianese, Nicese. Fino a poco tempo fa ha gestito una sala biliardo a Carmagnola, oggi si è messo a fare l’apicoltore. Chi lo conosce dice che è un vecchio ragazzo che ha trovato il suo posto nel mondo. Dopo aver conosciuto Giovanni Murano, apicoltore anche lui di Carmagnola, Gigi ha fondato la Società Agricola Gigi Lentini S.S., con il marchio «Mieli Lentini» «La qualità dei campioni». Ha vissuto molto, ha vissuto in fretta. Da calciatore è stato molto, ma non è stato abbastanza. Ora c’è il miele, ad addolcire la vita di Gigi Lentini.

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