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  • Addio a Donna Marella, la Musa silenziosa dell'Avvocato

    Addio a Donna Marella, la Musa silenziosa dell'Avvocato

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Moglie, madre, nonna e bisnnonna. Il simbolo silenzioso ma fondamentale di una dynasty. E in silenzio se ne è andata Donna Marella Agnelli, a novantadue anni, in quella Torino dove era capitata quasi per caso quando era ragazza perché voluta da re e padrone della città. Gianni Agnelli, l’Avvocato, aveva scelto lei come compagna unica e definitiva della sua vita proprio per quella qualità che lui riteneva fondamentale in una donna. La capacità, non semplice, di accompagnarsi ad un potente senza mai sovrapporsi alla sua figura. Almeno non pubblicamente.

    Era una principessa autentica, per sangue e per dinastia. Era nata a Firenze e la sua nomenclatura di Caracciolo le garantiva una posizione di prestigio in una società che, allora, ancora manteneva distinzioni sociali ben precise.  Ma era una principessa illuminata come il resto della sua famiglia. Non a caso il principe Caracciolo, suo fratello, fu il fondatore del quotidiano “La Repubblica” insieme con Eugenio Scalfari. Non a caso lei stessa, nel corso della sua intera esistenza, ebbe a occuparsi attivamente e concretamente del prossimo meno fortunato. Non carità pelosa, però. Mai. Bella da togliere il fiato con quel suo collo alla Modigliani e un portamento da sfilata. Lieve e persino eterea proprio come i fiori e le piante dei suoi leggendari giardini che lei stessa curava, a Villa Frescot e a Villar Perosa, i quali diventarono libri da collezione e preziosi manuali botanici.

    Eppure anche compatta e risoluta come i quadri dei più grandi pittori che, insieme con Gianni, collezionava non per il valore commerciale ma per il piacere della grande bellezza. Tutti e due, lei e l’Avvocato, erano affascinati dal bello. E la stessa Juventus apparteneva a quella collezione irrinunciabile. La Juventus che a Bologna scenderà in campo con il lutto al braccio per ricordarla e farla ricordare. Poche volte compariva con a fianco il suo compagno. Quasi mai nelle circostanze ufficiali. La ricordo a Siviglia, un giorno di tantissimi anni fa. Uscimmo dall’hotel insieme, naturalmente per caso. Lei era con Gianni. Ci salutammo. L’Avvocato mi chiese, ovviamente, della Juventus e poi li vidi allontanarsi mano nella mano come due fidanzatini. Sarebbero andati per musei. Forse soltanto con lei Gianni Agnelli riusciva ad essere quello che non poteva e talvolta non voleva essere: uno qualunque. Non era sua unica amante certamente Era e fu però la sua unica donna e compagna. Forse non era amore tradizionale, ma sicuramente complicità e rispetto. Il silenzio e la discrezione non vennero mai violati.

    E anche quando rimase vedova, dopo aver visto sfilare milioni di persone davanti al feretro del suo compagno, fece ritorno nel suo castello della trasparenza e della quiete. Pendolava tra Torino e Marrakesh anche per lasciare libera Villa Frescot a disposizione di John Elkann e della sua famiglia. In ogni caso era punto di riferimento irrinunciabile per tutti i componenti della dynasty i quali ora la piangono veramente affranti. Un solo tragico dispiacere, grandissimo e pesantissimo, nella sua vita. Non aver saputo comprendere e quindi aiutare il figlio Edoardo che lei aveva confuso con un fiore dei suoi giardini. Un peso enorme anche per l’Avvocato il quale, finalmente consapevole quando però era ormai troppo tardi, cominciò a spegnersi dopo che Edoardo non c’era più. L’ultimo dei misteri degli Agnelli che Donna Marella ha portato con sé.

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