Al Milan decide tutto Ibrahimovic: Pioli fino a giugno sarà il 'suo vice'
Il Milan a Cagliari ha vinto da grande squadra, soffrendo pochissimo. Allo svedese sono bastati pochissimi giorni di Milan per decidere addirittura la miglior formazione e per guidarla alla vittoria. In una settimana, come prevedevamo, Ibra si è calato nella parte dell’allenatore, del capitano e del bomber. Non solo, con le sue “scelte” lo svedese si è sostituito anche ai dirigenti determinando di fatto i giocatori che dovranno essere ceduti tra il mercato di gennaio e quello di giugno. Tra questi in prima linea c’è ovviamente Piatek, nonostante le doverose smentite di Pioli. Già Pioli, parliamoci chiaro, il tecnico rossonero è destinato a fare il “vice” di Ibra da qui fino a fine anno. Non è proprio da Milan pensare che un giocatore si debba sostituire ai dirigenti e all’allenatore, ma con il Milan in queste condizioni ben venga. Accettiamo tutto. Anche questo.
A Cagliari Ibrahimovic ha ricordato a tutto il mondo rossonero come si vincono le partite. E lo ha fatto in tutto e per tutto: respingendo di testa i calci d’angolo battuti dal Cagliari, scendendo a centrocampo per fare il regista, prendendo falli per far respirare la squadra, imponendo la sua mole fisica su tutti i contrasti aerei, lanciando i compagni negli spazi, facendosi marcare da 2/3 avversari alla volta e naturalmente segnando addirittura due gol (uno annullato per fuorigioco). Ma l’immagine che più mi è rimasta impresso di Ibra è quella dei primi 5 secondi di gioco. Palla lunga e sulla trequarti Ibra va a contrasto con un avversario: lo svedese entra durissimo rischiando il cartellino e il giocatore del Cagliari finisce KO. Il gesto non è “politicamente corretto”, ma il messaggio è chiaro: “Adesso ci sono io e la musica è cambiata. Se volete marcarmi, sarà una brutta giornata per voi”. Puro Ibra. Quasi intimidatorio. La differenza con l’Ibra di qualche anno fa? In un’altra epoca lo svedese se ne sarebbe andato quasi fiero di “averne steso” uno. Invece in questa nuova versione “matura” lo abbiamo visto soccorrere sportivamente l’avversario. Ci mancava tanto uno così. Ci mancava tanto uno che tornasse a rispettare e a far rispettare i colori rossoneri.