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  • Al Torino non basta Longo, ma chi potrebbe fare il miracolo? La Samp torna a sperare

    Al Torino non basta Longo, ma chi potrebbe fare il miracolo? La Samp torna a sperare

    • Gian Paolo Ormezzano
      Gian Paolo Ormezzano
    Facciamo finta che Torino-Sampdoria 1-3 sia stata una partita normale, non quella della fine di un certo Torino che ancora poche settimane fa puntava all'Europa e dell'inizio di una Sampdoria che, dopo avere tolto ai granata sei punti su sei nei confronti diretti (come il Lecce fratello di paura di B) ed essersi portata a quattro punti in classifica da loro, può davvero pensare ad una stagione rimediabile con dignità. Facciamo finta che il calcio sia uno sport con una sua logica e non un gioco con le sue pazzie, e tentiamo il racconto di un tardo pomeriggio di un giorno da cani per una squadra e di un'alba di speranza, a sole tramontato, per l'altra.
     
    Abbastanza pienotto lo stadio Grande Torino da tifosi granata che credono nella ripresa, nella possibile metamorfosi positiva del piccolo angosciato e angosciante Torino di queste ultime settimane, quello dei diciotto gol presi in quattro sconfitte consecutive di campionato e dell'eliminazione, con altri quattro gol, in Coppa Italia. Il calcio - si dice - è gioco scientifico sul quale si esercitano scienziati (appunto) della fisiologia, della balistica, della psicologia, dell'atletismo, persino dello sport, ma per cambiare le cose, o fare sperare che cambino, basta un allenatore nuovo, che autorizzi un minimo di palleggio sentimentale. Moreno Longo, all'esordio sulla panchina del fu Mazzarri, è l'ideale: ragazzo del Filadelfia, giocatore del Toro, vincitore da allenatore dei giovani granata di un titolo della Primavera. Completamente diverse, le sue proposte da sangue e arena, da quelle che fece il gentleman inglese Ranieri quando subentrò nella Sampdoria a Di Francesco (che comunque aveva sconfitto a Genova il Torino). Il quale Torino gioca in maglia granata storica epperò desueta materialmente nelle ultime partite e desueta moralmente da ormai tanto tempo. La Sampdoria è in bianco con pasticcetti a evocare il rosso e il nero e il blu della cromatica ufficiale blucerchiata. Prima del via saluti vasti di Quagliarella, nato e cresciuto al Filadelfia, ad un po' tutti i suoi amici del Toro e della Nazionale. Quagliarella ha giocato quasi dovunque, e per esultare sguaiato dopo avere segnato gli sono rimaste poche squadre nemiche.

    Massì, la partita. Il Torino al via sempre senza Ansaldi, Baselli e Zaza, quelli che sanno giocare al pallone. La Sampdoria mette gente intorono a Belotti, persino Gabbiadini a fare da setaccio, e poi Ekdal per i confronti volanti e poi Tonelli per i contrasti duri. La partita è subito equilibrata nel senso però di livellata in basso, i sette punti di divario in classifica fra Torino e Sampdoria sono così evanescenti che non accade nulla e non c'è stupore, neanche un fischio, un coro osceno o ironico. Nel primo tempo non accade in sostanza niente di niente. Sirugu para un tiro di Linetty dopo 36 minuti, e non è neanche necessario un miracolo. Audero suo omologo dall'altra parte viene battuto da Berenguer che però segna a fuorigioco già fischiato e si becca pure un'ammonizione. Lo stesso Berenguer riesce, di testa, a passare morbidamente la palla al portiere blucerchiato. L'arbitro Valeri deve fare il pignolo per dispensare qualche ammonizione.

    Nella ripresa è la tregenda granata, anche se dopo una decina di minuti c'è il gol per il Torino di Verdi, primo centro della stagione per il più costoso acquisto dell'era-Cairo. Un allungo di Berenguer, Verdi in corsa tocca la palla, la cicca o forse cerca e trova la magia, ne esce un tiro che non è un tiro, è un passaggio in fondo alla porta. E' Toro in vantaggio tra vasti stupori di tutto lo stadio. Ma la partita quanto a gioco diciamo classico a continua a produrre il nulla, l'1-0 sembra non significare niente per chi conduce e per chi subisce. Sino a che Rincon rischia il rigore, è soltanto punizione pro Samp dal limite, barrierona granata e Ramirez manda la sfera a sorvolarla e ad abbassarsi nell'angolo lontano da Sirigu: 1-1. Roba da Nasa con i suoi razzi supercomandati. Siamo al 25', Belotti adesso è stoppato soprattutto da Tonelli e senza Belotti non c'è proprio Toro.

    Alla mezz'ora entra Ansaldi dopo lunga patitissima assenza, sostituisce Aina, non cambia niente. La burrosa difesa granata non tratta Quagliarella alla Belotti, e allora l'ex ragazzo granata spizzica bene per Ramirez che segna in corsa: 2-1 anzi 1-2. C'è un accenno di possibile revisione da Var, ma Valeri non ha dubbi e viene persino aiutato a non averne da segnalazioni audio. Torino sotto, Sampdoria che si permette persino di giocare con sussiego. A nessuno saltano i nervi, ed è cosa strana. Ancora un briciolo di tempo che scorre e Izzo rincorre goffamente Quagliarella, lo trattiene per la maglia, è un rigore formalmente sostenibile però di quelli che si danno alle squadre piccole, con rosso si capisce, e infatti Izzo viene espulso, Quagliarella segna dal dischetto e poi la fa faccia di quello che proprio non voleva, ma c'è tutta una vita di rispetto del dovere, dell'impegno. E' 3-1 pro Samp e ci si accorge che la non difesa granata ha preso tre gol in meno di 10'.

    Esce Verdi per Meité, esce Quagliarella per un piccolo omaggio dei tifosi blucerchiati, tutti e tutto sembrano in un acquario. Nel prossimo turno la Sampdoria accoglie la Fiorentina e il il Torino torna a San Siro contro il Milan che da poco su quel campo gli ha tolto folli speranze di Coppa Italia. Moreno Longo non ha funzionato, ma neanche un concentrato frankensteiniano di sommi allenatori di tutti tempi avrebbe potuto fare il miracolo. Ora bisognerà studiare, dal punto di vista psicologico e fisico, cosa può schiacciare chi già sta così in basso che solo facendo un buco può scendere di più e cosa può accadere a chi si scopre non così dannato come ormai credeva di essere. Toro e Sampdoria, massì. Aspettiamo interventi dei sapienti che sicuramente da tempo di queste due squadre avevano capito tutto, ma non dicevano niente per non togliere il gusto pieno e perverso di un gioco davvero bellissimo, pieno di proposte, tesi, ipotesi, schiaffi e calci nel sedere e pacche sulle spalle e ultimamente anche pieno di algoritmi.

    IL TABELLINO

    Torino-Sampdoria 1-3 (primo tempo 0-0)


    Marcatori: 10’ s.t. Verdi (T), 25’ s.t. Ramirez (S), 30’ s.t. Ramirez (S), 34’ s.t. Quagliarella rig. (S)

    Assist: 10’ s.t. Berenguer (T), 30’ s.t. Ramirez (S)

    Torino (3-4-3): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Lyanco; De Silvestri, Rincon, Lukic, Aina (30’ s.t. Aina);  Verdi (37’ s.t. Meité), Belotti, Berenguer. All. Longo

    Sampdoria (4-3-1-2): Audero; Bereszynski, Tonelli, Colley, Murru; Thorsby (23’ s.t. Jankto), Ekdal, Linetty; Ramirez (41’ s.t. Bertolacci); Gabbiadini, Quagliarella (45’ s.t. La Gumina). All. Ranieri.

    Arbitro: Valeri di Roma

    Ammoniti: 21’ p.t. Tonelli (S), 22’ p.t. Berenguer (T), 40’ p.t. Ekdal (S), 46’ p.t. Thorsby (S), 14’ s.t. Belotti (T), 23’ Murru (S), 24’ s.t. Rincon (T), 38’ s.t. Colley (S)

    Espulsi: 33’ s.t. Izzo (T)

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