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  • Ancelotti e Insigne artefici della partita perfetta e un gol segnato dal San Paolo
Ancelotti e Insigne artefici della partita perfetta e un gol segnato dal San Paolo

Ancelotti e Insigne artefici della partita perfetta e un gol segnato dal San Paolo

  • Ciccio Marolda
A volte è vero che il diavolo è meno brutto di come te l’aspetti. Anche se veste Klopp, che di per sé è già garanzia di infernale “cattiveria”. Sì, nella notte in cui ci si aspettava tanta napoletana sofferenza, è capitato giusto l’incontrario. A rischiare, a tremare, ad arrendersi giusto nel finale, infatti, è stato il Liverpool, sorpreso dal “rinascimento azzurro”. Perché dopo le mazzate rimediate dalla Juve, non era affatto scontato che il Napoli riuscisse a stare in piedi, forte sulle gambe e lucido di mente. Invece così è stato. E per trovare la vittoria ha saputo soffrire sino in fondo. Conquistando sempre più campo ed occasioni. E, udite udite, rimpicciolendo quel “diavolo” che sino a ieri era riuscito a mettere paura a tutti quanti.

Che peccato sarebbe stato non godere sino in fondo. Non conquistare il primo posto di questo girone che ora parla napoletano. E se in questa notte d’Europa vogliamo guardare pure in casa nostra, resta la bella sensazione d’una squadra ritrovata. Di una squadra che in campionato non s’arrenderà tanto facilmente allo strapotere bianconero. Che è già un bel passo avanti dopo la depressione della scorsa settimana. Ma com’è che in quattro giorni il Napoli è cambiato da così a così? Questione di resilienza, oppure cosa? Resilienza, sì. Ovvero, come spiega la psicologia, la capacità di reagire immediatamente a un fatto negativo, a una sconfitta. Perché no, può darsi che il Napoli si sia dato una lettura, che si sia posto degli interrogativi e si sia dato anche le risposte giuste, ma non sarebbe bastato senza la costruzione di una partita che  non può non passare come la migliore da quando c’è Ancelotti. Perché è lui che prima ancora degli interpreti sul campo ha vinto la partita. Lui con quel suo disegno nuovo. Lui che ha mischiato bene concetti e posizioni vecchi e nuovi. Pressione altissima, tempo rubato agli avversari grazie alla rapidità delle giocate per sfuggire al pressing, un uomo in più là in mezzo, la capacità di difendere e attaccare mantenendo linee e distanze giuste,  soprattutto: la riscoperta d’un tridente là davanti. Seppure con posizioni dei singoli riviste, si capisce. E poi gli interpreti. Ognuno ha fatto bene la sua parte. Nessuno ha ceduto un metro a questo Liverpool che praticamente non ha fatto un vero tiro in porta. 

E Insigne? Beh, dopo quella traversaccia che con Mertens aveva gelato anche uno stadio e una città, forse è giusto che questo “rinascimento” azzurro l’abbia firmato lui che deve e può diventare padrone della squadra, oltre che del campo. Un capolavoro, insomma, la partita. Esaltata da Insigne, si capisce, ma costruita assieme a tutti gli altri. Pubblico compreso. Quel pubblico che è tornato a riempire lo stadio quasi sino all’orlo. Ed è importante. Forse fondamentale. Perché a spingere quel pallone in porta all’ultimo secondo è stata pure la passione della gente. Ed è ora che comincia il divertimento. Intanto: che notte questa notte.

ILTABELLINO

NAPOLI-LIVERPOOL 1-0

Marcatori: 45' st Insigne

Assist: 45' st Callejon

NAPOLI (4-4-1-1): Ospina; Maksimovic, Koulibaly, Albiol, Mario Rui; Allan, Hamsik (35' st Zielinski), Fabian (22' st Verdi); Callejon, Milik (22' st Mertens), Insigne. All. Ancelotti
LIVERPOOL (4-3-3): Alisson; Alexander-Arnold, Gomez, Van Dijk, Robertson; Milner (31' st Fabinho), Wijnaldum, Keita (19' pt Henderson); Salah, Firmino, Mane. All. Klopp

Arbitro: Kassai (HUN)

Ammoniti: 25' pt Koulibaly (N), 48' pt Milner (L)

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