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  • Arbitri, andate sempre al Var! Protocollo da cambiare: il dubbio va esaminato davanti alla tv

    Arbitri, andate sempre al Var! Protocollo da cambiare: il dubbio va esaminato davanti alla tv

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    In principio il Var aveva (avrebbe dovuto avere) una funzione chiarificatrice per gli episodi, in area di rigore, che determinano il risultato. Doveva quanto meno attenuare le polemiche, talvolta furibonde, che accompagnavano molte decisioni arbitrali. In seguito è diventato il nuovo strumento di nuove polemiche, disattendendo in buona parte le premesse iniziali.

    Eppure rinunciare oggi al Var è quasi impossibile. Guardate cosa è accaduto all’Olimpico per Roma-Borussia Mönchengladbach: rivista l’azione al monitor il rigore ai tedeschi non sarebbe mai stato assegnato. Le immagini sono necessarie, non si può tornare indietro. Si può, anzi, si deve migliorare e il miglioramento può arrivare solo attraverso due nuove impostazioni. La prima mentale: gli arbitri di campo devono togliersi di dosso la presunzione, la sicumera con la quale giudicano gli episodi decisivi, come se non ci fosse il Var. La seconda: l'arbitro davanti al monitor deve chiamare sempre, per ogni episodio dubbio, il collega che sta in campo, il quale deve obbligatoriamente andare a controllare le immagini. Sarà sempre lui a decidere, rigore o no, gol buono o no, ma solo davanti al monitor.

    SEMPRE AL VAR. Prendiamo come esempio la tumultuosa partita del Franchi di domenica scorsa. Intervento in area di Caceres su Lazzari, per Guida non è rigore, Mazzoleni in sala Var chiede al collega se ha visto il contatto, Guida dice di sì e si va avanti. Ecco il cambio necessario nel protocollo: c’è un dubbio secondo l’arbitro del Var? Bene, allora l’arbitro di campo va (è costretto ad andare) a rivederlo. Possiamo sbagliare, ma se Guida lo avesse rivisto in tv, a immagini rallentate, avrebbe fischiato il rigore, così come non avrebbe convalidato il gol di Immobile in fondo a un’azione nata da un fallo di Lukaku su Sottil. Se poi avesse rivisto tutto senza cambiare idea, non ci sarebbero stati comunque dubbi legati al Var: Guida ha visto tutto e non ci ha capito niente. Può succedere.

    MENO DUBBI. Vanno eliminati i dubbi, dove è possibile farlo. Prendiamo un altro esempio opposto a quelli di Fiorentina-Lazio, l’espulsione di Musacchio per un fallo violento su Ribery in Milan-Fiorentina 1-3. L’arbitro di campo Giacomelli vede il fallo a metà campo e lo giudica da giallo. Lo chiamano i colleghi del Var, lui rivede l’intervento in tv e tira fuori il rosso, come era giusto. Domanda: per il calcio, per la sua regolarità, è meglio il comportamento di Guida o quello di Giacomelli? Per noi non ci sono dubbi, Giacomelli tutta la vita: ha cambiato con umiltà e senso di giustizia una decisione che era sbagliata. Ma perché Giacomelli è andato a rivederla e Guida no? Questo è il punto: di fronte a un dubbio in area di rigore segnalato dal Var l’arbitro di campo deve andare a controllare al monitor. Sempre. Ma se ci sono cinque, sei dubbi in area a partita, si finisce al 110', qualcuno può obiettare. Pazienza, finiremo al 110', ma senza il casino scoppiato a Firenze. Meglio tardi e regolare o presto e irregolare?

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