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  • Berardi fa e disfa il Sassuolo in un tempo. Atalanta in Champions, è tutto meritato

    Berardi fa e disfa il Sassuolo in un tempo. Atalanta in Champions, è tutto meritato

    • Gian Paolo Ormezzano
      Gian Paolo Ormezzano
    L'è stata dura, nell'ultima giornata, arrivare al thrilling di Atalanta-Sassuolo e di altre partite della sera, Champions League o retrocessione, pure per il fanatico di "calcio comunque" (un nuovo gioco confezionato in questa stagione, anche con l'intervento di un vettore televisivo, Dazn, ancora balbettante e misterioso per molti), sopravvissuto alla noia complessiva di un campionato deciso presto e intanto umiliato internazionalmente delle coppe. Questo fratello di tutti noi ha dovuto nell'ultima domenica sorbirsi incontri inutii, oppure emozionarsi sentimentalmente per belle cosine tanto intense da apparire sospette. Tranquillanti insomma, come gli addii di Moretti (Torino) al calcio e De Rossi (Roma) all'Italia. Poi ecco la partita di Bergamo, anzi il primo tempo di Bergamo, bellissimo, didattico, didascalico anche, da far pensare di imbalsamarlo per qualche teca da museo del grande football, con tutto l'impegno da Champions dell'Atalanta e tutto l'impegno da sport comunque onorato del Sassuolo. E anche un 1-1 giusto, tanto splendido il primo gol, Berardi per gli emiliani smarcato da una magia di tacco di Duncan, quanto pasticciato il secondo, con l'arbitro Doveri onesto ad aspettare il Var e spiegaro al popolo (palla sul mento, non sul braccio del marcatore Zapata).
     
    Come ammaliati, stregati da quel calcio, come preoccupati di doverlo supportare sino alla fine quanto meno del match, con tutte le sue probabili diramazioni, come insomma timorosi di passare per apostoli del calcio vero, gagliardo ed onesto, un po' tutti in campo si sono impegnati in una rissa assurd di chiusura dei primi 45', anzi dei primi 49' (recupero). Il classico testa a testa che nel calcio non è come in uno sprint in bici o a piedi, è proprio un crapa contro crapa con simulazione di  botta tremenda in caso di contatto anche minimo, ed ecco lo scoppio mentale e muscolare di bravi ragazzi spaventati dall'aver fatto sin lì le cose sin troppo bene. Alla fine di tutto cioè di un nulla gonfiato da gesti e parole, espulso Berardi, uno dei meglio del Sassuolo, partita finita anche se non lo si è voluto lì per lì pensare. E De Zerbi alle prese con la seconda mutilazione per lui (e non solo…) misteriosetta dopo quella patita a Torino contro il Toro.

    Ripresa con gli stessi bravi ragazzi ma se vogliamo con altri calciatori, dopo la sicura seduta psicoanalitica di spogliatoio. Il paradosso di un Sassuolo proprio come non castrato dall'espulsione, di un'Atalanta incerta nell'affermare in campo la sua ormai "inevitabile" superiorità relativa, fra l'altro pure numerica, dopo che il campionato ha già detto e ridetto dei suoi meriti assoluti. Un gol di Gomez per il 2-1 al 7' su tiro di Ilicic respinto, una dozzina ancora di minuti e Gomez di piede, di scarpa, di pantofola anzi, al bacio, per la testa di Pasalic, uno che - dicunt - quando subentra segna. L'arbitro che cerca conforto nel Var che però si blocca, comunque il gol è persino più regolare che bello, e bello lo è eccome. In campo sempre un bel correre, ma ormai accademico, con poi l'epsulsione - due gialli - di Magnanelli verso la fine, Sassuolo in nove contro undici, e la festa bergamasca neanche torppo sboccata.

    L'Atalanta si merita la Champions per tutto il resto, Coppa Italia compresa con il Var non usato per un rigore contro la Lazio, e per il primo tempo dell'ultima partita, onore e gloria alla Dea. Il Sassuolo è bello assai, stavolta e quasi sempre, per come si impegna, per come fa correre bene i suoi dietro alla palla e contro gli avversari, per l'idea di sport onorato che sta nella sua genesi, una industria legata al ciclismo onesto, tanto è vero che al primo accenno di doping balordo si è defilata. Ecco, forse era sin troppo facile, troppo comodo entusiasmarci per quel primo tempo, e i ragazzi hanno provveduto a calmarci con la loro follia, e dobbiamo in fondo essere loro grati: hanno recitato anche e pesino un po' poco del brutto normale calcio di tante, troppe partite, comunque alla fine Atalanta-Sassuolo è da ricordare come esito giusto e intanto come thrilling rispettato, perseguito, sudato, mica poco di quesi tempacci.

    IL TABELLINO

    Atalanta-Sassuolo 3-1 (primo tempo 1-1)

    Marcatori: 19' p.t. Berardi (S), 35' p.t. Zapata (A), 8' s.t. Gomez (A), 20' s.t. Pasalic (A)

    Assist: 19' p.t. Duncan (S), 35' p.t. Gomez (A), 20' s.t. Gomez (A)

    Atalanta (3-4-1-2): Gollini (46' s.t. Rossi); Masiello (17' s.t. Pasalic), Djimsiti, Palomino; Castagne, de Roon, Freuler, Gosens; Gomez (46' s.t. Mancini); Ilicic, Zapata. All. Gasperini.
     
    Sassuolo (4-3-1-2): Pegolo; Lirola (47' s.t. Raspadori), Demiral, Ferrari, Rogerio; Duncan, Magnanelli, Bourabia; Locatelli (14' s.t. Djuricic); Berardi, Boga (40' s.t. Sernicola). All. De Zerbi.

    Arbitro: Doveri di Roma (Costanzo, Tegoni; Aureliano)

    Ammoniti: 38' p.t. Ilicic (A), 49' p.t. Rogerio (S), 50' p.t. de Roon (A), 50' p.t. Magnanelli (S)

    Espulsi: 50' p.t. Berardi (S), 38' s.t. Magnanelli (S)

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