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  • Brescia, ora Balotelli è un caso. Ma il poker non inganni: il Torino non è guarito

    Brescia, ora Balotelli è un caso. Ma il poker non inganni: il Torino non è guarito

    • Gian Paolo Ormezzano
      Gian Paolo Ormezzano
    Quattro punti fra Torino e Brescia prima dello scontro che teoricamente può apparire un embrione di spareggio per non retrocedere, quattro gol a zero pro Torino alla fine. Acuiti se possibile i problemi del Brescia (nasce un caso Balotelli, nasce pieno di attenuanti ma nasce), assolutamente non risolti quelli del Torino (due rigori per passare, di quelli che di solito vengono offerti solo alle squadre top, poi Brescia in dieci e tutto ai granata teoricamente facile, però con Sigiru chiamato alla solita distribuzione di pani e di pesci, nel senso di miracoli). Il tutto sotto un sole ignaro della meteorologia generale che vuole l'Italia con nuvole e piogge.

    Partita molto giocata, corse e ripartenze e assedi sotto le porte e persino dribbling veloci, col Brescia assolutamente non sopraffatto malgrado l'inferiortà numerica, che comunque era tale anche quando la squadra giocava in undici ma uno di loro si chiamava Mario Balotelli: da portarci a ricordare che due eminenti personaggi del calcio, Nils Liedhom e Beppe Dossena, mica giocavano a passare per pazzi quando dicevano che spesso in dieci si gioca meglio che in undici, con più spazio per respirare, più "aria" da espirare nei contropiedi. La gente bresciana neanche troppo arrabbiata, il problema casomai è sapere se rigori così verranno presto o tardi offerti anche al Brescia, nel caso che.

    Il Torino, che ancora recrimina il niente penalty nel derby per il colpo di mano di De Ligt juventino, ha avuto in Guida una arbitro prima certo di avere visto giusto (punizione di Verdi, palla che sbatte su Bisoli e finsice sulle braccia messe davanti al petto da Cistana  al 17') fischiando il rigore di suo, nel senso di niente Var se non per una riprova accademica, poi spinto dai colleghi dello stesso Var a dare un'occhiata al video, altro rigore al 26' ed espulsione di Mateju, già in giallo per un fallo precedente. E due realizzazioni di Belotti, che nel passato si era lungamente allenato ad hoc, sbagliando non pochi tiri dal dischetto per diventare autore di botte forti e precise, una da questa parte l'altra dell’altra.

    Lo 0-2 non ha sciolto il Brescia, casomai lo ha compattato di ulteriore buona volontà, e al 30' persino Balotelli, sin lì senza nessun rapporto con la palla, ha eseguito un colpo di tacco. Il Torino ha risposto con una serpentina di Meitè che ha quasi segnato, a un anno di distanza dall'ultima volta in cui arrivò a tanta goduria, lui che è un dribblomane folle e sciupone col quale però Mazzarri non riesce ad arrabbiarsi definitivamente. Più Brescia in dieci che Torino in undici, ripetiamo, con Tonali e Bisoli a spingere avanti palloni su palloni, e Sirigu a fare il Sirigu, cioè il portierissimo: lui in maglia granata evidentemente vivificante, i compagni chissà perché in bianco contro il Brescia vestito dal solito azzurro. Anche la ripresa ha fatto vivere l'arcano o il paradosso, a piacere. Martella ha preso il posto di Balotelli evidentemente ancora sotto choc psicofisico peri fatti di Verona e ha fatto meglio (facile, però).

    Verdi si è mangiato un gol prima di uscire per Berenguer, e lo spagnolo ha targato B&B, se si vuole zuzzurellare persino BE&BE, Belotti e lui, il tabellino, segnando
    due gol. Uno al 29' dopo bella discesa di Laxalt (entrato per Lukic), l'altro su lungo, rapido e freddo contropiede personale dopo collisione vincente a centrocampo al 35'. Ci sono stati altri cambi, si attendevano 4' di recupero, dopo poco più di 60 secondi extra l'arbitro (partita comoda, lealtà generale) ha detto amen. Festa dei tifosi granata, qualcuno si è ricordato che nelle ultime cinque partite il suo Toro aveva segnato appena un gol e si è chiesto se quattro d'un colpo non possano fare irritare gli dei del calcio. Il Brescia saluta senza stappare champagne l'avvento di Grosso sulla panchina al posto di Corini: la cabala antiqua diceva che l'allenatore nuovo vince. E' mancato fra l'altro alla prova Ayè, l'uico in grado forse di imbeccare bene Balotelli, sempre che Balotelli "esista".

    IL TABELLINO

    Brescia-Torino 0-4 (primo tempo 0-2)


    Marcatori: 16’ pt rig. e 25’ pt Belotti rig. (T), 30' st e 36' st Berenguer (T)

    Brescia (4-3-1-2): Joronen; Mateju, Cistana, Magnani, Sabelli; Bisoli, Tonali, Romulo; Spalek (15' st Donnarumma); Ayè (38' st Zmrhal), Balotelli (1' st Martella). All. Grosso.

    Torino (3-5-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Bremer; Aina, Rincon, Lukic (20' st Laxalt), Meite, Ansaldi (32' st De Silvestri); Verdi (17' st Berenguer); Belotti. All. Mazzarri.

    Arbitro: Guida di Torre Annunziata

    Espulsi: 41’pt Mateju (B)

    Ammoniti: 16' pt Cistana (B), 25' pt Mateju (B), 35’ pt Ansaldi (T), 14' st Lukic (T), 16' st Magnani (B), 27' st Meite (T), 41' st Tonali (B)

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