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  • Bati, ti voglio bene 50 volte perché...

    Bati, ti voglio bene 50 volte perché...

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Domani, in Piazza Signoria, cuore di Firenze, Gabriel Batistuta festeggerà i suoi 50 anni in mezzo a chi lo ama. Il nostro regalo è racchiuso in questi 50 motivi, uno per ogni anno della sua vita, che lo legano a questa città e alla sua gente. 
    Bati ti vogliamo bene perché. 
       
    1) Perché 152 gol in Serie A non li ha fatti nessuno con la maglia viola e non credo di vederne un altro in vita mia.

    2) Perché a 151 era arrivato Kurt Hamrin, svedese, che una volta conosciuta Firenze ha deciso di non abbandonarla mai e domani sarebbe bello se accanto a Bati ci fosse anche lui.

    3) Perché l’unico scudetto della sua carriera l’ha vinto a Roma, ma a Firenze ha vinto qualcosa di più: l’amore della gente.

    4) Perché è amico di Antognoni.

    5) Perché, non avendo visto giocare Julinho e Montuori, per me è il miglior giocatore della storia della Fiorentina.

    6) Perché non ha mai chiesto un posto nella Fiorentina ai Della Valle.

    7) Perché i Della Valle non gli hanno mai offerto quel posto. Peggio per loro.

    8) Perché ama Firenze.

    9) Perché è fiorentino più di tanti fiorentini.

    10) Perché quella notte a Wembley io c’ero e so cosa si sono persi quelli che non c’erano.

    11) Perché quella palla di Heinrich era una palla normale e Bati l’ha trasformata in leggenda.

    12) Perché c’ero pure a San Siro, il giorno della tripletta contro il Milan, e Mario Sconcerti, direttore del mio giornale Stadio-Corriere dello Sport, ma soprattutto ultrà viola, titolò: “Godo!“ grosso così in prima pagina.
     
    13) Perché Batistuta-Rui Costa era una coppia da sogno.

    14) Perché era da sogno anche Baiano-Batistuta.

    15) Perché ho un amico interista e quando gli volevo regalare un biglietto per Fiorentina-Inter diceva di no, grazie: “Quando vedo lui che entra in campo col gagliardetto sotto il braccio, me la faccio sotto”.

    16) Perché quando abbiamo scritto il libro della sua vita, insieme a Stefano Pucci, Alessandro Bocci e Alessandro Rialti, era lui a fissare gli appuntamenti: “Oh, domattina alle 8, in punto, ci vediamo in redazione in via Carnesecchi”. “Bati, ma non possiamo fare alle 9?“. “No”.

    17) Perché era un leader.

    18) Perché quando la Fiorentina finì in Serie B non ci pensò nemmeno un attimo ad andarsene.

    19) Perché il record di reti consecutive segnate all’inizio del campionato è ancora suo.

    20) Perché ho visto tutte quelle reti dal vivo.

    21) Perché il diagonale da destra a sinistra, con la gamba fuori asse, tutto scomposto, era il suo marchio.

    22) Perché non ha mai evitato un contrasto.

    23) Perché schiena, caviglie e ginocchia erano a pezzi ma giocava.

    24) Perché se non si fa male, nell’anno del Trap, chissà come finisce.

    25) Perché tutte le volte che torna a Firenze è una festa.

    26) Perché ha rispetto degli altri.

    27) Perché da ragazzino si alzava all’alba per aiutare suo padre nell’allevamento di polli.

    28) Perché all’inizio della sua carriera fiorentina non ha trovato solo amici nello spogliatoio.

    29) Perché non si è mai tirato indietro.

    30) Perché ci ha sempre messo la faccia.

    31) Perché quella sera al Camp Nou, quando uno stadio intero gli cantava “Batistuta hijo de puta”, lui fece partire quella cannonata che stordì Vitor Baia, si mise l’indice sulla bocca e ammutolì centomila catalani.

    32) Perché è stato il Pier Capponi del calcio fiorentino.

    33) Perché il gol che lo ha trasformato da Batistuta in Batigol lo ha segnato alla Juve, non a una squadretta qualsiasi.

    34) Perché è stato la grande scommessa vinta da Vittorio Cecchi Gori. 

    35) Perché un giorno, nella redazione di Via Carnesecchi, davanti a Galassi, Montuori e Hamrin, la storia dei gol della Fiorentina, l’ho visto emozionarsi come un bambino.

    36) Perché non ha mai offerto un caffé (ma per fortuna c’era Rui Costa che compensava...).

    37) Perché con Vittorio sembravano il cane e il gatto quando c’era da rinnovare il contratto, ma in realtà erano il gatto e la volpe.

    38) Perché difendeva gli allenatori dai frequenti attacchi d’ira di Vittorio (quando non giocava Robbiati).

    39) Perché si sforzava di capire cosa avesse nella testa Edmundo, ma non ci riusciva.

    40) Perché il Trap, pur di trattenerlo a Firenze, inventò una delle sue frasi famose: “Caro Gabriel, più boschi giri, più lupi trovi”.

    41) Perché non c’è un suo compagno che dica una parola sbagliata su di lui.

    42) Perché ha avuto paura di non camminare più e ha vinto anche quella battaglia.

    43) Perché vorremmo togliergli vent’anni, meglio se venticinque, regalargli due ginocchia e due caviglie nuove (i piedi no, quelli vanno benissimo) e rivederlo in campo anche una sola volta.

    44) Perché le emozioni che regalava lui a Firenze, le aveva regalate solo Baggio prima di lui.

    45) Perché uno così che c’entra col calcio di oggi? Con i Della Valle, i Pallotta, i cinesi, gli americani?

    46) Perché domani gli faranno un festa che ricorderà per sempre.

    47) Perché domani sarà lui a festeggiare i fiorentini, al caldo di una nostalgia che non evapora.

    48) Perché ha fatto qualcosa di più di una montagna di gol.

    49) Perché ha reso orgogliosa la città più orgogliosa del mondo.

    50) Perché conserva ancora una qualità che nel calcio, ma potremmo dire nel mondo, è sparita: la riconoscenza.
     

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