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  • Belgio-Croazia la finale dei sogni, solo Deschamps può affossare la Francia

    Belgio-Croazia la finale dei sogni, solo Deschamps può affossare la Francia

    • Giancarlo Padovan



    Arrivati a questo punto, cioé alla svolta delle semifinali, mi piacerebbe molto che l’atto supremo della Coppa del Mondo fosse tra Belgio e Croazia.
    Nulla di pregiudizievole verso la Francia e l’Inghilterra, ma l’inedita finale tra due squadre che non lo hanno mai vinto, darebbe a questo Mondiale un significato particolare.

    Per me vorrebbe dire che la classe media ha raggiunto il livello delle grandi tradizionali e che il calcio sta diventando patrimonio comune: a mio giudizio l’asticella si è alzata per tutti ed è forse anche per questo che l’Italia - troppo prevedibile e con poche idee - non è nemmeno riuscita a qualificarsi.

    Ci sono altri indicatori che spiegano quanto il resto del mondo sia stato sopravanzato dall’Europa: la cancellazione dell’Africa nella fase a gironi; la progressiva riduzione delle sudamericane (Colombia e Argentina, Brasile e Uruguay)) tra gli ottavi e i quarti; l’episodica presenza di Messico e Giappone nei primi scontri ad eliminazione diretta.

    Il Belgio è quello che ha fatto di più. Vittoria del girone a punteggio pieno (9 punti), eliminazione del Giappone in rimonta (3-2), successo sul favoritissimo Brasile (2-1). La Croazia, invece, è stata anche fortunata: bene nel girone (tre vittorie su tre e travolgendo l’Argentina), successi ai rigori contro Danimarca e Russia. Con il centrocampo che si ritrova (Modric e Rakitic più Rebic  e Perisic alti sull’esterno) avrebbe potuto fare meglio perché gli avversari (Danimarca e Russia) non erano irresistibili. Il problema della Croazia è che è stanca e potrebbe essere appagata da quanto raggiunto finora (le semifinali come nel 1998)

    Perciò, al di là della mia personale aspettativa, devo riconoscere che Francia e Inghilterra - entrambe vincitrici di una Coppa a testa rispettivamente nel 1998 e nel 1966 - se non più forti, sono più accreditate delle rivali dirette.



    Su tutte si fa preferire la Nazionale di Deschamps che abbina quantità a qualità, forza fisica a velocità, titolari designati a rincalzi competitivi. La Francia è la Nazionale più equilibrata e con maggiori soluzioni offensive. Ha una difesa ben protetta e un attacco in cui tutti sanno sacrificarsi. Personalmente ho qualche remora sul c.t. Quando era alla Juve, in serie B, e dirigevo Tuttosport,  l’ho attaccato spesso, considerandolo inadeguato per una grande squadra, ancorché ridotta, per la prima volta nella sua storia, ad affrontare la seconda divisione nazionale.

    Guidare quel gruppo non era difficile sia perché era imbottito di campioni (Buffon, Del Piero, Nedved, Camoranesi) che erano rimasti nonostante la retrocessione della cosiddetta giustizia sportiva, sia perché il neo presidente Giovanni Cobolli Gigli e l’amministratore delegato Blanc, avevano dato all’allenatore carta bianca. Quando se ne andò, prima della fine del campionato, perché aveva capito che non gli avrebbero rinnovato il contratto, pochi ebbero da eccepire (per la serie A arrivò Claudio Ranieri)

    Alla guida della Nazionale francese, Deschamps non ha fatto male, ma neppure benissimo. E’ vero che due anni fa, da Paese ospitante, portò la Francia alla finale dell’Europeo, ma è altrettanto vero che la perse di fronte ad un Portogallo difensivista e deprivato dell’apporto di Cristiano Ronaldo, che si infortunò dopo mezz’ora.

    Ho la sensazione che Roberto Martinez, c.t. del Blegio, oltre a schierare calciatori di livello assoluto (anche se complessivamente inferiori ai francesi) sia tatticamente meglio provvisto di lui. Contro il Brasile ha “resuscitato” De Bruyne chiedendogli di fare il trequartista e facendolo agire là dove mancava Casemiro. Il Belgio è più spettacolare della Francia. I due nodi da sciogliere sono le amnesie difensive e la durata. Contro il Giappone ha regalato il primo tempo, contro il Brasile ha sofferto troppo nel secondo. Hazard, De Bruyne e Lukaku sono i tre che possono mettere in difficoltà la Francia. Non solo perché sanno far gol, ma anche perché hanno una coscienza tattica collettiva superiore ad altri.

    Resta l’Inghilterra, per certi versi una sorpresa come la sua avversaria di mercoledì, cioé la Croazia. Gli inglesi hanno cominciato a crederci quando, perdendo con il Belgio, sono finiti nella parte destra del tabellone. Sono giovani e ricchi di entusiasmo, ma in difesa peccano soprattutto con la palla a terra (anche se con la Colombia hanno preso gol di testa da Mina da angolo). Hanno Kane, nelle ultime due gare un po’ in ribasso, e Alli che finalmente ha segnato contro la Svezia. Non incantano, ma propongono un calcio diverso dalla loro tradizione (3-5-2) che finora ha pagato. Se arrivano in finale, chiunque sia l’avversario, partiranno da sfavoriti. Una condizione che, ben lungi dal deprimerli, li esalta.

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