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  • Belotti oscura Quagliarella. Toro da Champions? Se batte il Milan in casa...

    Belotti oscura Quagliarella. Toro da Champions? Se batte il Milan in casa...

    • Gian Paolo Ormezzano
      Gian Paolo Ormezzano
    I tifosi del Toro, con la testa e il cuore ormai al 4 maggio - settant'anni da Superga e la stonata decisione di far giocare quel giorno il derby - andando sotto una superpioggia al loro stadio per il match contro la Sampdoria si sono concessi una specie di variazione/vacanza sul piano semtimentale. Non soltanto Superga, cioè, ma per una sera il quesito di natura altamente emozionalsentimentale su Quagliarella: nato nel Torino e avviato a finire una carriera straordinaria con la Sampdoria, cosa avrebbe fatto in caso di proprio gol? Quagliarella ha militato in così tante squadre italiane che di norma quando segna, e lo fa spesso, colpisce una squadra che fu sua e dunque si lascia visitare dalla quasi tristezza. Ma cosa sarebbe accaduto alle prese con l'A e lo Z della sua vita di calciatore?
     
    Quagliarella e quell'incertezza potevano bastare a caratterizzare la serata, ma c'è stato un grande intruso, accaparratore e procuratore di emozioni. Diciamo di Belotti, due gol nel primo tempo, sul secondo neanche la mano portata alla fronte a fare la cresta del gallo, come se fosse, quel gol su rimpallo, una cosa assai modesta, doverosa e basta, un punto non esclamativo. Se Quagliarella ha avuto la Nazionale in premio, giustissimo, da Mancini, Belotti deve riaverla in onore, sacrosanto, di Belotti, anche se ha punito proprio la cara vecchia Samp di Mancini. Un avvio strepitoso, il suo, per impegno trascinatore, un gol di testa con elevazione alla Bonucci l'altra sera a Cagliari, la calma del capitano anche quando il Var (già all'inizio crudele con i granata in occasione di un groviglio picassiano di tre giocatori più un palo) lo ha massacrato persin più dei difensori, con Maresca che gli ha negato un rigore legittimando la presa iniziale da judo dell'oppossitore sampdoriano e punendo la sua autodifesa.

    Alla fine Belotti ha chiesto e avuto la maglia di Quagliarella, maglia moralmente pesante per simbolismo e materialmente pesante per la pioggia più che per il sudore, visto che Izzo ha paralizzato il vecchio bomber. Alla fine il Toro ha vinto rifilando ai suoi tifosi soltanto una dozzina di minuti di pathos dopo l'1-2 di Gabbiadini. Alla fine il Torino si ritrova quinto e se pensa alla Champions non rischia di passare per un'accolita di matti: deve fra l'altro ricevere il Milan.

    La Sampdoria ha trovato il miglior Torino della stagione, specie nel primo tempo arrembante, e il miglior Belotti: tutto sommato il punteggio è persino ingiusto con chi ha vinto, anche se il presidente blucerchiato Ferrero ha recitato tutta la desolazione possibile arrecatagli da un mondo ingiusto, mentre Defrel, davanti, cercava invano di fare il Quagliarella. Da notare che Belotti stavolta non aveva al fianco Zaza o Falque o tutti e due, ma "soltanto" Berenguer, e ha scambiato molto con Baselli, Rincon e soprattutto due grandi (ieri e altre volte) difensori d'attacco, Ansaldi e De Silvestri.

    IL TABELLINO

    Torino-Sampdoria 2-1 (primo tempo 2-0)

    Marcatori: 33’ p.t. Belotti (T), 46’ p.t. Belotti (T), 38’ s.t. Gabbiadini (S)

    Assist: 33’ p.t. De Silvestri (T), 38’ s.t. Defrel

    Torino (3-4-2-1): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Moretti (37’ s.t. Djidji); De Silvestri (23’ s.t. Parigini), Meité, Rincon, Ansaldi; Baselli, Berenguer (43’ s.t. Lukic), Belotti. All. Mazzarri. 

    Sampdoria (4-3-1-2): Audero; Bereszynski, Andersen, Colley (40’ p.t. Tonelli), Murru; Praet, Vieira, Linetty (29’ s.t. Jankto); Ramirez (15’ s.t. Defrel); Quagliarella, Gabbiadini. All. Giampaolo 

    Arbitro: Maresca di Napoli

    Ammoniti: 12’ s.t. Bereszynski (S), 16’ s.t. De Silvestri (T), 31’ s.t. Murru (S), 41’ s.t. Rincon (T), 45’ s.t. Lukic (T), 46’ s.t. Gabbiadini (S)

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