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  • 'Captain Tsubasa', il 'nuovo' Holly & Benji sembra il Milan: si rinnova per non cambiare mai

    'Captain Tsubasa', il 'nuovo' Holly & Benji sembra il Milan: si rinnova per non cambiare mai

    • Angelo Taglieri
    "Un angolo per chi ha la visione del calcio di Nick Hornby, per chi vive la partita come un film, per chi reputa Babangida il miglior calciatore della storia. Un piccolo mondo per chi non ha scritto calcio con il pallone tra i piedi, ma con una penna tra le dita, una telecamera sulla spalla o un joystick in mano, per quelli cresciuti a pane, nutella e Holly e Benji . Il calcio visto con gli occhi, e gli occhiali, del Nerd".

    E' tornato, Capitan Tsubasa. Lo avevamo scritto la scorsa settimana, ricordando le migliori azioni del cartone animato del cuore per chi vive di calcio e sogna di bucare la rete della porta della classe rivale a scuola. Anche a 30 anni. E ieri è andata in onda la prima puntata del reboot di Holly & Benji: nome nuovo, quello originale, voluto così per tutto il mondo, animazione nuovissima, montaggio moderno ma... è sempre la stessa storia. La palla che salva il piccolo Tsubasa Ozora, la sfida dei capitani delle squadre di rugby, baseball, tennis, atletica, pallamano... (ma quante ne hanno?!) della scuola Nankatsu a Genzo Wakabayashi, Roberto Hongo ubriaco con il cappello da pescatore, e sempre Tsubasa che sfida Genzo con un pallone calciato dalla collina nella villa del viziato portierino. Cambia la forma, ma non la sostanza. 

    CAMBIA TUTTO... - Un po' come nel Milan. Cambia tutto per non cambiare niente: dall'ultimo Berlusconi a Yonghong Li a Elliott, dall'ultimo Galliani a Mirabelli & Fassone a Leonardo a Boban & Maldini con Gazidis in regia, da Montella e Gattuso a Giampaolo e Pioli. 3 anni, e un giorno, fa, il Milan vinceva il suo ultimo trofeo, con Pasalic, proprio lui, che batteva Buffon nella lotteria dei rigori e regalava la Supercoppa italiana ai rossoneri dell'Aeroplanino. E di Berlusconi. Basta, da lì più niente. Un ko pesante in finale di Coppa Italia contro la Juve, la conseguente sconfitta in Supercoppa, una qualificazione in Champions League sfiorata: questo il massimo degli ultimi anni. Sono cambiate le forme, le facce in dirigenza, i giocatori e gli allenatori, ma non è cambiato niente: dopo Berlusconi, zero vittorie. Ma dove vuole arrivare questo Milan?

    ... PER NON CAMBIARE NIENTE - A occhio, così, non sembra saperlo neanche la dirigenza rossonera. Si prova a dare un segnale all'ambiente con la trattativa per Zlatan Ibrahimovic, andato via 31enne e possibile cavallo di ritorno a 38 anni, in un mercato limitato dalla politica di Elliott e dai paletti del Fair Play Finanziario. Ma anche l'ambiente stesso sembra ormai rassegnato, che è la cosa peggiore che possa colpire una società di calcio. Cambiare tutto per non cambiare niente richiamando il passato, come fa Capitan Tsubasa. Che fa sorridere. Non come questo Milan, che invece preoccupa. 

    @AngeTaglieri88

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