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  • Caro Conte, il contropiede è un’arte e non un reato: ha ragione Capello, l'Inter lo usa (bene)

    Caro Conte, il contropiede è un’arte e non un reato: ha ragione Capello, l'Inter lo usa (bene)

    • Stefano Agresti
      Stefano Agresti
    Forse vittime del guardiolismo, del tiki-taka, del possesso palla esasperato - chiamatelo come volete - stiamo rinnegando la nostra storia. Tanto che, se a un allenatore si osa dire che gioca in contropiede, quello salta su come se gli avessero dato del ladro: ma come vi permettete? Lo ha fatto anche Conte nei confronti di Capello, di gran lunga il commentatore televisivo meno banale e più sferzante, il quale aveva appena raccontato quello che tutti avevano visto: l’Inter a Napoli aveva giocato (peraltro benissimo) in contropiede, vincendo con assoluto e indiscutibile merito. Tra i due ci sono certamente anche ruggini passate, ma la reazione del tecnico nerazzurro è apparsa fuori luogo.

    Il contropiede è un’arte, non un disonore. E non è necessariamente una tattica speculativa: mi chiudo, mi difendo a oltranza e poi ti frego. A volte è una necessità, dovuta alle caratteristiche dei calciatori che hai a disposizione: se i tuoi centrocampisti non sono abili palleggiatori, diventa quasi inevitabile lasciare la palla agli avversari e consentire loro di fare di più la partita. E anche se i tuoi attaccanti sono più adatti a giocare negli spazi è conveniente lasciare loro davanti molti metri di campo, coprendoti un po'. E’ insomma un modo di fare calcio assolutamente apprezzabile e che può essere più spettacolare del tiki-taka, il quale (dipende dalla qualità degli interpreti) rischia di diventare stucchevole. E fa parte della storia del calcio italiano: ci abbiamo costruito attorno il titolo mondiale dell’82, ad esempio, e Conte dovrebbe sapere con quanto profitto ne abbia fatto uso il suo maestro Trapattoni.

    Il Napoli contro l’Inter ha avuto il 56 per cento di possesso palla, quasi inevitabile che i nerazzurri abbiamo giocato in contropiede. Ed è così che sono nati tutti e tre i gol nerazzurri: palla rubata, o persa dagli avversari, e contrattacco devastante. Eppure, nonostante la squadra di Gattuso abbia avuto per più tempo il pallone tra i piedi, nessuno si sogna di dire che quella di Conte non meritasse di vincere. Anzi, la legittimità del successo dell’iInter è fuori discussione: è stata più efficace, più concreta e più bella del Napoli. Se lo ha fatto grazie al contropiede, non cambia nulla: ancora non è un reato.

    @steagresti
     

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