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  • Ce l'ho con Chiesa... E' ora di crescere, il popolo di Firenze merita chiarezza

    Ce l'ho con Chiesa... E' ora di crescere, il popolo di Firenze merita chiarezza

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    Lo strappo. Non può essere definito diversamente quello che si è consumato domenica sera tra il pubblico della Fiorentina e Federico Chiesa. Il ragazzo della porta accanto, il pupillo della Fiesole e di tutta la città di Firenze ha perso l'innocenza e quei fischi che hanno accompagnato la sua uscita dal campo nell'ultimo match di campionato rischiano di rappresentare uno spartiacque anche per il futuro dell'attaccante della Nazionale. Il dado è tratto, ora si non torna più indietro: le crepe apertasi la scorsa estate, quando si seppe della richiesta rimasta inascoltata di Chiesa di andare alla Juventus, hanno creato una voragine impossibile da coprire.

    SERVE MATURITA' - La telenovela è proseguita nel frattempo e in tutta questa storia c'è soprattutto una questione che stona e fa storcere il naso: perché il diretto interessato non parla? Perchè in questa vicenda gli attori protagonisti devono essere solamente un giorno Commisso, l'altro Barone e l'altro ancora il papà e procuratore del giocatore Enrico. Che, come qualsiasi genitore, vuole assecondare le ambizioni e le aspirazioni del proprio figlio, che si sente pronto ad abbandonare il nido e a spiccare il volo affermandosi in una squadra con prospettive di vittoria più immediate rispetto all'attuale Fiorentina. Una pretesa più che legittima, trattandosi di un sicuro talento e di un professionista. Ma una cosa è sentirsi pronto e maturo su un campo di calcio, un altro è esserlo come persona, come uomo: a 22 anni, Chiesa ha ancora enormi margini di crescita sotto ogni punto di vista, ma anche il dovere morale e il senso di responsabilità di assumersi il rischio di prendere certe decisioni.

    UN PASSO IN AVANTI - Qui non si discute il diritto di un giocatore di sognare un futuro più importante e commisurato alle sue indiscutibili qualità, ma di avere l'onestà morale di farlo sapere a tutti, in maniera chiara e trasparente. Difficile pensare oggi di ricomporre una frattura così profonda con i detti e non detti, con gli incontri conciliatori tra Chiesa sr e i massimi esponenti della Fiorentina, volti magari a ufficializzare un rinnovo di contratto che avrebbe tanto il sapore della tregua armata fino a giugno. Quando la cessione del numero 25 sarà pressochè inevitabile. E allora Federico Chiesa faccia un passo in avanti, affronti con coraggio la frustrazione del popolo viola e si metta al 100% a disposizione della squadra che gli ha permesso di conquistare le prime pagine dei giornali per tirarla fuori dalla recente mediocrità. Prima di congedarsi, con tanta gratitudine e pochi rimpianti.

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