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  • L'Atalanta è da Europa, la Fiorentina è solo Chiesa: Pioli impari da Gasperini

    L'Atalanta è da Europa, la Fiorentina è solo Chiesa: Pioli impari da Gasperini

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Il campionato è un'altra cosa. Ed è anche un'altra Atalanta quella che va all'attacco della Fiorentina e dell'Europa. Europa che adesso è più vicina nonostante la concorrenza del Torino e della Lazio, agganciati e ora a pari punti. Successo meritato, insomma, quello nerazzurro, mentre si spengono molte delle fantasie viola quantomeno per i preliminari dell'Europa League. Strana aria, però, quella che si respira a Bergamo stavolta. Un anno dopo quel giorno di sgomento e lutto, infatti, è una domenica assai particolare. E una partita assai particolare. Perché Davide Astori di quella maglia viola è stato capitano e perché alla fine a Firenze c'era arrivato partendo proprio da qui, dalla Val Brembana. Terra nella quale è tornato troppo presto. Atalanta-Fiorentina: la sua partita, se si vuole. E, infatti, al di là di tutto quanto l'aveva ricordato in mattinata, quando dopo tredici minuti la partita s'è fermata commozione ed emozione hanno preso tutti. E ricominciare con il suo sorriso stampato sul tabellone luminoso e negli occhi della gente, è stata un po' un'impresa. Ma così va la vita: si va avanti. E così va il pallone, che quattro giorni dopo il 3-3 di coppa Italia rimette l'una contro l’altra le due squadre. Per il campionato, ma soprattutto per l'Europa che è l'altro obiettivo di stagione.

    E per l'Atalanta comincia subito in salita, la partita. Perché De Roon commette un errore che Muriel non gli perdona. Non gli può perdonare: palla indietro ma sbagliata e regalo che il colombiano subito trasforma in una gran giocata: sinistro incrociato e palla in rete. Un gol che è anche un po' la sintesi dell’avvio feroce e anche un poco tracotante della Fiorentina e quello, invece, troppo modesto dei giovanotti in nerazzurro. E' che non trova le posizioni giuste in campo, l'Atalanta. Soprattutto, non le trovano Ilicic e Gomez e se in partita non ci sono loro, per la squadra diventa tutto complicato. Non così la Fiorentina, che ruba palla e strappa. Non sempre ci riesce, è ovvio, ma comunque sia, tiene l'avversario in ansia. Vantaggio viola (ma che brutta quella maglia verde), dunque, ma piano piano cresce l'Atalanta. Non è più stranita, un po' pure impacciata.  E guarda caso cambia il ritmo e la faccia quando si rivedono quei due. Ci prova, infatti, un paio di volte Gomez da lontano e da vicino e gli fa il verso Ilicic, che prima mette in difficoltà Lafont e poi, grazie ad una punizione battuta in fretta e con la Fiorentina colpevolmente addormentata, lo frega (28'), seppure con la complicità di Veretout che tocca e spiazza il povero Lafont.

    Ecco, ora Atalanta-Fiorentina sembra proprio la continuazione del match visto in coppa Italia: corse pazze, errori, cose buone, maglie larghe, ripartenze, tiri. Uno di quei match, insomma, che conoscono poco l'equilibrio, che mettono la tattica da parte per concedersi più alla fantasia, ma che proprio per questo divertono la gente. Offre emozioni, insomma, la partita, che diventa di quelle che vince chi sbaglia di meno. E dopo la mezz'ora (33') a sbagliare è Milenkovic, che si fa scappare Gomez che non si ferma più: dalla metà campo sua, infatti, avanza sino all'area di rigore della Fiorentina e - favorito anche da una scivolata di Pezzella - col destro fulmina Lafont. Ora è l'Atalanta a governare la partita e il risultato. E forse non è un caso. Perché le cose vanno meglio a Gasperini da quando Ilicic e Gomez soprattutto portano a spasso i difensori, li fanno uscire assai fuori dalla tana e poi sfruttano gli spazi per far male. E quando si ricomincia dopo l'intervallo non cambiano le cose. Anzi, va ancora più di forza e di corsa l'Atalanta, che in difesa perde Masiello e trova Palomino.

    Ma non è questo che mette in ginocchio i viola. No, è il ritmo che l'Atalanta impone alla partita. E', soprattutto, la geometria che applica alla rapidità del movimento del pallone. E' lì che la Fiorentina sbanda, non ci capisce niente. La prova è l'azione del 3-1 (59'): col pallone che va da sinistra a destra e poi ritorna con un terzino (Castagne) che offre l'assist al suo opposto, Gosens, per il colpo di testa che praticamente chiude il conto e la partita. C'è troppo poca Fiorentina per un'opposizione seria e produttiva. E nella Fiorentina solo Chiesa non s'arrende, anche se, ormai solo com'è, va più di rabbia che di fino sul pallone. Comunque sia, ci prova. Ma tutto quello che riesce ad ottenere è una traversa piena (66') con Gollini che già s’era perso. E su quest’ultimo orgoglioso tentativo la partita se ne va.

    IL TABELLINO

    Atalanta-Fiorentina 3-1 (primo tempo 2-1)

    Marcatori: 3' p.t. Muriel (F), 28' p.t. Ilicic (A), 34' p.t. Gomez (A), 14' s.t. Gosens (A)

    Assist: 28' p.t. Freuler (A), 14' s.t. Castagne (A)

    Atalanta (3-4-1-2): Gollini; Mancini, Djimsiti, Masiello (4' s.t. Palomino); Castagne, de Roon, Freuler (43' s.t. Hateboer), Gosens; Gomez; Iličić, Zapata (27' s.t. Pasalic). All. Gasperini.
     
    Fiorentina (3-4-3):  Lafont; Milenkovic, Pezzella (21' s.t. Hugo), Ceccherini (40' s.t. Pjaca); Laurini (20' s.t. Dabo), Edimilson, Veretout, Biraghi; Chiesa, Simeone, Muriel. All. Pioli.

    Arbitro: Guida di Torre Annunziata (Galetto, Fiorito; Sacchi)

    Ammoniti: 6' p.t. Ceccherini (F), 35' p.t. Masiello (A), 42' p.t. Freuler (A), 24' s.t. de Roon (A), 36' s.t. Veretout (F), 41' s.t. Palomino (A)

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