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  • Cori contro Kean e canti anti-semiti: Bologna e Lazio verso l'assoluzione

    Cori contro Kean e canti anti-semiti: Bologna e Lazio verso l'assoluzione

    Nonostante l'ondata di critiche e di sdegno sollevata dagli ennesimi episodi di razzismo e antisemitismo negli stadi italiani, secondo quanto riferisce Il Corriere dello Sport Bologna e Lazio non dovrebbero andare incontro a punizioni simili a quella comminata all'Inter per il caso Koulibaly del 26 dicembre scorso. Gli "uuu" etichettati come discriminatori verso l'attaccante di colore della Juventus Moise Kean o gli inaccettabili cori di alcuni supporters della Curva Nord della Lazio in occasione del match di Coppa Italia contro il Novara non sono stati ritenuti infatti di particolare evidenza e gravità dagli ispettori della Federazione presenti.

    Sui versi di cui è stato vittima Kean si erano già espressi i tifosi organizzati bolognesi, parlando di espressione di scherno indirizzate a quelle persone che, al "Dall'Ara", accoglievano ogni occasione della Juventus con un "uuuu" di stupore. Secondo gli atti ufficiali, non esiste semplicemente menzione di quanto accaduto sulle relazioni degli ispettori, che finiranno sul tavolo del Procuratore della FIGC Pecoraro. E sul fronte Lazio-Novara la situazione è ancora più controversa, in quanto i canti anti-semiti rivolti contro i tifosi della Roma e altri offensivi contro i Carabinieri sono stati uditi distintamente da alcuni colleghi in tribuna stampa e da un ispettore sistemato nei pressi della Curva Nord dell'Olimpico, ma non da quelli (fonte Lazio) piazzati in Tribuna Montemario e Tevere

    Un centinaio di ultras (sui quali la Digos sta indagando per eventuali Daspo) sui 13.000 sostenitori presenti sarebbe responsabile di questi comportamenti, un numero evidentemente non sufficiente ad attivare la segnalazione degli ispettori FIGC o degli arbitri. In attesa di comunicazioni ufficiali, la sensazione sempre più diffusa è che l'eco del caso Koulibaly sia già svanita e che per episodi come questi non esistano criteri oggettivi, bensì ci si basi sulla soggettiva percezione delle persone presenti allo stadio.

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