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  • Coronavirus, il dramma dell'Ecuador: cadaveri abbandonati in strada a Guayaquil

    Coronavirus, il dramma dell'Ecuador: cadaveri abbandonati in strada a Guayaquil

    Se persino i Paesi occidentali economicamente più avanzati si sono trovati ad affrontare un'emergenza sanitaria che ha denotato in molti casi una certa impreparazione, è difficile trovare aggettivi per descrivere la situazione vissuta da un paese come l'Ecuador. Le immagini più terribili, quelle che esprimono al meglio la portata drammatica della vicenda, arrivano dalla città epicentro del contagio, Guayaquil (foto Ansa). 

    Nonostante il coprifuoco varato dal governo, nonostante l'esercito mandato per presidiare i luoghi più colpiti, non ci sono le strutture per fronteggiare l'avanzata del virus e per aiutare la popolazione. Che, per paura di essere infettata, è arrivata a scelte estreme, come quella di abbandonare per strada i cadaveri dei propri cari. Raccolti in qualche modo in teloni di plastica e poi lasciati lì - anche per 2-4 giorni - con temperature alte che ne facilitano la putrefazione. Secondo il quotidiano El Comercio, dal 23 al 31 marzo scorsi sarebbero state 308 le salme raccolte dalle forze dell'ordine, mentre 111 si troverebbero ancora nelle abitazioni in attesa di essere raccolti.

    L'Ecuador risulta attualmente come il secondo paese sudamericano più colpito dal coronavirus, con i suoi 3.368 casi di positività e i 145 morti accertati. Una situazione sempre più precaria che rischia di diventare ancora più tragica col passare dei giorni, alla luce degli evidenti limiti della sanità pubblica locale, le cui risorse sono ridotte all'osso (non vengono effettuati tamponi in numero sufficiente, per esempio). Tempi duri per il governo di Lenin Moreno, che ha recentemente perso per strada il ministro della Salute locale, che si è dimesso, in polemica con le scelte sulla destinazione dei fondi. E che ha già avanzato una richiesta di finanziamento al Fondo Monetario Internazionale per uscire dall'emergenza e impedire che la tragedia umana assuma proporzioni ancora più grandi.

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