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  • La Juve non è il Real Madrid: ecco perché Ronaldo non riesce a fare gol
La Juve non è il Real Madrid: ecco perché Ronaldo non riesce a fare gol

La Juve non è il Real Madrid: ecco perché Ronaldo non riesce a fare gol

  • Luca Bedogni
Cristiano Ronaldo, lo scorso anno, ha segnato solo una volta portando lui stesso il pallone in conduzione dentro l’area: il 10 marzo, in casa dell’Eibar, lanciato da Modric. Fra i suoi 41 gol stagionali, tra Liga (26) e Champions (15), ha realizzato per di più soltanto un’altra rete calciando da fuori: il 6 dicembre, al Bernabeu, contro il Borussia Dortmund. Uno splendido tiro a giro sul secondo palo.

La mossa di Allegri nel secondo tempo di Chievo-Juve (poi confermata contro Lazio e Parma: dentro Mandzukic, Ronaldo esterno a sinistra) è dunque per lo meno inattuale. Poco credibile, oserei dire. Piuttosto è un modo raffinato di prender tempo e studiare, vincendo con la solita Juve, e con CR7 in campo che nel frattempo gioca la sua partita nella partita: quella di segnare il primo gol in bianconero. Il Ronaldo di oggi però, e Allegri lo sa bene, non può passare gran parte del suo minutaggio confinato a sinistra, raddoppiato o addirittura triplicato dagli avversari. Il Parma in questo è stato esemplare, e non a caso CR7 ha disputato al Tardini la sua peggior partita delle tre. Naturalmente si è parlato e si parla degli interscambi con Mandzukic (lo preconizzavo su questa rubrica già l’11 luglio), con il croato sulle orme di Benzema per garantire al portoghese un accesso frequente all’area di rigore. Mario e Karim tuttavia sono diversi e inoltre la questione del ‘Ronaldo ancora a secco’ non riguarda solo il reparto d’attacco.

Che tipo di passaggi sfruttava CR7 al Real? Da quali zone di campo provenivano? Chi erano i suoi principali servitori? Inutile sottolineare come tutto ciò sia secondario rispetto al talento sconfinato di Ronaldo, che coi suoi 17 tiri totali (9 on target) avrebbe di fatto già potuto segnare in più di un’occasione nelle prime tre partite di Serie A. Eppure, al di là del suo volere esser dentro le gare, che in lui coincide sempre o quasi con l’esserci per davvero, c’era comunque un non so che, un’impressione di alterità nei confronti del sistema Juve. 

QUESTIONE DI FEELING (E PROFONDITA’..) – Dei 26 gol di Ronaldo nell’ultimo anno di Liga, 7 nascono da passaggi in profondità eseguiti sulla trequarti. Dunque o un passaggio filtrante corto, o una palla lanciata sopra la linea dei difensori, come in questo Getafe-Real Madrid (14 ottobre, ottava giornata). E’ il primo gol di Ronaldo in campionato e l’assist è di Isco, bravissimo a leggere il contro-movimento di CR7, che uccella senza palla il proprio marcatore. Risultano decisivi sei fattori: la linea dei difensori piuttosto alta rispetto alla posizione del pallone, l’atteggiamento aggressivo del marcatore sul movimento incontro di Ronaldo, l’intuizione estemporanea di Ronaldo stesso, l’esecuzione rapida del cambio di direzione, e infine l’intesa verticale con Isco, pronto a decifrare la finta del compagno e a servirlo coi giri giusti sulla corsa, nonché la posizione occupata dallo spagnolo al momento del lancio.   

La Juve non è il Real Madrid: ecco perché Ronaldo non riesce a fare gol

Ecco invece uno dei pochi attacchi alla profondità di CR7 premiati da un lancio nella prima partita col Chievo. Qui Ronaldo fa il centravanti puro supportato da Dybala. 

La Juve non è il Real Madrid: ecco perché Ronaldo non riesce a fare gol

Il servizio viene effettuato molto più indietro e dal regista Pjanic, mentre il difensore del Chievo (ormai fuori inquadratura) in marcatura su Ronaldo si è già staccato dal fenomeno per coprire la profondità. Da una parte c’è una giocata forzata, dall’altra una difesa italiana. La Juventus del resto non dispone di mezzali tecniche come quelle del Real, in più Dybala (quando c’è) non svaria a manovrare e non si abbassa tanto quanto Isco, perché tende a giocare più vicino alla prima punta. Toccherà allora a Pjanic un ulteriore salto di qualità, specialmente in assenza del 10 argentino.

Sempre nella gara col Chievo poi, partita in cui Cristiano aveva iniziato da prima punta, e dunque era portato dal ruolo a sfondare la linea difensiva avversaria con i suoi movimenti, si è notata comunque una certa difficoltà generale nel servirlo coi tempi giusti, tant’è che si è preferito spesso lasciarlo sconfinare in fuorigioco, pur di non azzardare una verticalizzazione e magari perdere il possesso.
 
AREE PIU’ AFFOLLATE, MA DA CHI? – Nelle aree italiane, si sa, c’è più traffico, i pullman si parcheggiano meglio. Tuttavia non dovrebbe essere un problema per uno che è capace di smarcarsi qui dentro..  

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Contro il Girona, al Bernabeu, Ronaldo segnò una rete simile a quella realizzata in Champions con la Juve (non la rovesciata ma il primo gol, la zampata sul primo palo..). La sua partenza da fermo, ritto a centro area, ha qualcosa di ferino. Ricorda l’attimo in cui la belva si apposta immobile, e fiuta e osserva, prima dello scatto. Ancora una volta vale la pena evidenziare l’intesa col compagno che, giunto sul fondo, sa attendere il guizzo di Ronaldo e lo cerca come prima scelta. Va inoltre segnalata la poca presenza in area di merengues. Tanti avversari, quanti ne volete, ma pochi compagni nei paraggi. Molto spazio a disposizione per CR7.  

La Juve non è il Real Madrid: ecco perché Ronaldo non riesce a fare gol

Rivediamo ora una scena famosa tratta dall’ultimo Clasico di Cristiano Ronaldo. Stessa musica: pochi compagni in area, molti spazi fra avversari. Una torre: Karim Benzema. Ecco, questa del francese è una funzione che il buon Mandzukic potrebbe ricoprire tranquillamente. 

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MEZZALI REAL vs MEZZALI JUVE – Tra il centrocampo dello scorso anno del Real e quello della Juve attuale non c’è solo una differenza di sensibilità tecnica e di caratteristiche. Cambiano anche i compiti, di conseguenza. Mentre Kroos e Modric difficilmente li vedevi inserirsi in area per andare a saltare, nella Juve Matuidi e Khedira lo facevano e fanno di continuo. Ma se la situazione deve essere questa qui sotto, non è forse meglio un Douglas Costa a crossare o sgusciare via ai raddoppi al posto del quasi trentaquatrenne Cristiano? Così è sprecato.  

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Ora come ora CR7 non si trova più solamente tanti avversari in area di rigore, si trova anche più compagni di squadra che hanno voglia al pari di lui di attaccare la palla di testa o di piede. E questo ingombro, oltre a spingerlo in fascia, può limitarne i movimenti rapaci, e a tratti anche irritarlo. In fondo se aumentano i compagni in area, chi fa il cross ha molte più scelte. L’area di rigore diventa più democratica... e la cosa, alla lunga, potrebbe anche non essere un bene se hai in squadra uno come Cristiano Ronaldo.

Nel frattempo lui ci sta già provando in tutti modi, a sfruttare il minimo pertugio. Ecco un interscambio riuscito con Mandzukic durante Juve-Lazio. Notate dove sono le due mezzali di Allegri! Questo nel Real Madrid non accadeva mai. Ma Ronaldo è un campione, sta provando ad adattarsi. Così sul lancio di Bonucci detta la sponda a Matuidi tagliando in area, e per poco non segna. 

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