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  • Da Ancelotti a Gattuso, il Napoli resta perdente: altro che Europa, occhio alla zona retrocessione!

    Da Ancelotti a Gattuso, il Napoli resta perdente: altro che Europa, occhio alla zona retrocessione!

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Notte viola a Fuorigrotta. Fa festa Iachini. E fa festa questa Fiorentina a immagine e somiglianza del nuovo allenatore. E’ che la Viola è cambiata. E’ che in quattro e quattr’otto è diventata squadra, mentre il Napoli perdente era con Ancelotti e perdente resta con Gattuso. E adesso la cosa è molto molto preoccupante per gli azzurri. Altro che Champions! Altro che Europa League! Questa squadra disastrata ora deve stare attenta alla zona rossa, altro che storie. 

    Avevano bisogno di punti e di certezze, queste due squadre alle prese con un campionato avaro e amaro. E quando si dice certezze, si dice anche idee di gioco, dinamismo, affidabilità di formazione. Per questo Gattuso - lesionati a parte: Mertens, Maksomovic, Koulibaly oltre che Mario Rui squalificato - insiste su coloro ai quali s’è affidato da quando è arrivato, con una sola novità che presto, forse, non sarà più tale: Ospina per Meret, il quale per l’allenatore ha piedi ancora troppi acerbi per essere punto basso di riferimento, oltre che portiere che, com’era una volta, deve saper usare le mani soprattutto. La Fiorentina, invece, dopo la gloria di Coppa contro l’Atalanta, si riappropria dal primo minuto di Chiesa (che fa buona coppia con Cutrone), di Dragowski e Caceres. Ma Napoli-Fiorentina, se si vuole, è anche un po’ - o molto, chi lo sa - la sfida tra gli ultimi arrivati: Gattuso da una parte, Iachini dall’altra. Allenatori che mettono piede nello spogliatoio dopo mezzo campionato e ai quali, però, si chiede di fare tutto bene e tutto in fretta. Una specializzazione del calcio, quella del subentro. Ma se don Gennarino è uno specializzando (e si vede), Iachini (e si vede) è già specializzato da parecchio. Infatti, lui la Fiorentina, nel gioco e nei risultati, l’ha cambiata in fretta da così a così, mentre in casa Napoli Gattuso fa molta fatica. Certo, si sta dannando per riuscirci, poveretto, ma la squadra è ancora lenta, piena di complessi e mezzo addormentata. Da tutto questo che cosa viene fuori a Fuorigrotta? Beh, quello che ci si aspettava: un Napoli che tende a tenere la difesa alta, che cerca nel palleggio il senso del suo gioco, che quindi è più padrone del possesso palla, ma che soffre parecchio la contromossa viola: fase difensiva senza affanni, linee ravvicinate e, soprattutto, ripartenze a molla. Cioè rapide, veloci, oltre che lanci lunghi per i suoi due attaccanti che restano quasi sempre l’uno vicino all’altro. E la soffre e come, il Napoli, questa Fiorentina che mette paura agli azzurri già in avvio con Milenkovic (2’ colpo di testa, ma centrale) e poi Castrovilli - alla fine il migliore in campo - che non valorizza il gran bel suggerimento di Lirola dalla destra. Sì, il Napoli replica con Milik (12’) che costringe Dragowski al salvataggio, ma è un Napoli che costruisce sempre con fatica quello che prova a togliersi di dosso l’incubo del successo in casa che in campionato gli manca da una vita. Incubo che si rinnova e s’ingigantisce quando (25’) in capo ad una manovra questa volta ragionata e a un paio di cambi di gioco che disorientano la difesa azzurra, Chiesa - che Di Lorenzo colpevolmente perde - buca Ospina su assist corto e basso di Benassi. Eh, sì, gioca con ordine e con intelligenza, questa Viola rigenerata da Iachini. Non ha fretta, sa di poter far male e aspetta solo il momento buono per colpire.

    Sì, cerca la reazione, il Napoli. La cerca con Insigne da lontano (29’), con Zielinski che manca di poco il punto e, dopo un gol annullato a Cutrone per un evidente fuorigioco, con Callejon che, (36’) tutto solo, da quattro o cinque metri,  di testa il gol se lo divora su assist di Fabian. Ma è in quel centrocampo fiorentino più folto e più agguerrito che il Napoli si perde. E’ là che inciampa il suo palleggio e che quando inciampa esalta le ripartenze velenose di chi gli sta di fronte. Cosicché a fine primo tempo non scandalizza affatto il vantaggio viola, figlio d’una interpretazione della gara assai più coraggiosa e lucida. E a poco serve qualche correttivo di Gattuso, come quello di riportare Di Lorenzo a destra, Luperto centrale e Hysaj a sinistra. Cosa che rispetto all’inizio vuol dire, almeno, un solo uomo fuori posizione (Hysaj) e non due com’era prima. 

    Però bisogna essere onesti, questo Napoli non ha manco buona sorte se è vero come è vero che quando si ricomincia (51’) Insigne da fuori centra il palo. Ed è il palo numero quindici in questo campionato sballato, ma pure mezzo disgraziato. Quattro minuti dopo, invece, non è fortuna ma è solo la bravura di Ospina a negare il secondo gol a Chiesa e a tenere ancora il Napoli in partita. Una partita che Gattuso (56’) prova a raddrizzare mandando in campo Demme, centrale basso con ai lati Zielinski e Fabian. L’impressione è che Allan non gradisca affatto la sostituzione, ma la mossa dell’allenatore, almeno in teoria,  una logica ce l’ha. Quanto meno, quella di portare un po’ più di qualità dalla trequarti in su. Ma non basta. Il Napoli ha fretta di recuperare e allora dentro Lozano (64’) per Zielinski e Callejon e Insigne un po’ più indietro per disegnare un quattro-quattro-due di base, seppur disordinato. Si danna, Gattuso. Mischia le carte. Cerca il jolly, però non lo trova. Iachini, invece, può permettersi di ragionare con  maggior freddezza: fuori Cutrone e dentro il jolly vero: Vlahovic. E tutto quel che fa, anche se quel Napoli ora in pressione costante davanti alla sua porta non può non mettergli pensieri. Ma tiene, comunque, la Fiorentina, seppure un po’ troppo schiacciata sulla linea difesa e sofferente a destra, dove Insigne sembra più libero e ispirato. Sofferente, ma in agguato, la Viola, che infatti appena trova il tempo di mettere il naso fuori della proprio metà campo, con un cambio di gioco e un assist volante di Chiesa per Vlahovic trova il secondo gol. Avanza palla al piede, il giovanotto. Luperto arretra, chissà perché gli lascia spazio per il suo sinistro e tutta quella libertà il Napoli (72’) la paga cara e amara. Zero a due e Fiorentina in paradiso. E Napoli all’inferno, invece. E allora diventa naturale e legittimo un interrogativo: ma è proprio sicuro che Gattuso sia la soluzione giusta per evitare il peggio? 

    IL TABELLINO

    Napoli-Fiorentina 0-2 (primo tempo 0-1)

    Marcatori
    : 26' pt Chiesa, 29' st Vlahovic

    Assist: 26' pt Benassi, 29' st Lirola

    NAPOLI (4-3-3): Ospina; Hysaj, Manolas, Di Lorenzo, Luperto; Allan (11' st Demme), Fabian, Zielinski (19' st Lozano); Callejon (30' st Llorente), Milik, Insigne. A disposizione: Meret, Karnezis, Tonele, Demme, Elmas, Lobotka, Llorente, Lozano, Younes. All. Gattuso

    FIORENTINA (3-5-2): Dragowski; Milenkovic, Pezzella, Caceres; Lirola, Benassi, Pulgar, Castrovilli, Dalbert (42' st Ceccherini); Chiesa(33' st Sottil), Cutrone (21' st Vlahovic). A disposizione: Terracciano, Badelj, Ranieri, Olivera, Eysseric, Ghezzal, Venuti, Zurkowski, Terzic. All. Iachini

    Arbitro: Pasqua di Tivoli

    Ammoniti: Hysaj, Demme, Iachini, Dalbert

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