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  • Da Icardi a Dzeko e Cristiano Ronaldo: siamo tutti un po' Egidio Calloni
Da Icardi a Dzeko e Cristiano Ronaldo: siamo tutti un po' Egidio Calloni

Da Icardi a Dzeko e Cristiano Ronaldo: siamo tutti un po' Egidio Calloni

  • Furio Zara
Sbagliare un gol non è così facile. Ci vuole talento, anche in quello. Sbagliare un gol a porta vuota significa consegnarsi allo sberleffo, dal "do di gomito" beffardo fatto al bar alla social "presa per i fondelli". Mauro Icardi nel derby si è divorato due palle-gol clamorose. Non condanniamolo, però: parliamo di un centravanti che ha la più alta percentuale realizzativa (palloni toccati-gol) in circolazione.

Capita a tutti. E’ capitato a lui. Niente drammi, si riprenderà. Tra l’altro: l’errore di quel tipo non è così raro, tra i top-player. Giusto l’altra sera Cristiano Ronaldo ha ciccato un gol a porta vuota - anche lì: cross basso dalla destra, pallone colpito in modo maldestro che finisce alto sulla traversa - ma il suo errore è stato oscurato dalla prodezza precedente, quando con un’acrobazia da leggenda - oplà - ha rovesciato la Juventus. Il gol sbagliato a porta vuota resta nella memoria di tutti: se fate un giro su youtube scoprirete che - da Neymar con la nazionale a Dzeko in un Roma-Palermo di un paio d’anni fa - la galleria è ricca di sorprese.

L’ultimo ad avere sbagliato un gol di quel tipo - come Icardi nel derby - è stato Mattia Destro in uno Spal-Bologna di inizio marzo: cross stavolta dalla sinistra, portiere fuori causa, porta spalancata davanti, Destro ci va col «piede molle», zac, pallone in tribuna. Il fatto è che non devi arrivarci né troppo presto e né troppo tardi, ma al momento giusto. Donadoni per giustificarlo ha detto: «L’ha colpita col malleolo». Avrebbe potuto farlo con l’unghia o con la caviglia, resta la macchia di sugo sulla camicia.

Nella storia del calcio italiano c’è gente che ha fatto del «gol mangiato» la propria cifra stilistica. Niente a che fare con Icardi, sia ben chiaro, ma è la dimostrazione che anche l’erroraccio è democratico e appartiene a tutti. Di Egidio Calloni si è scritto moltissimo e ogni volta che si affronta la questione viene preso ad esempio. Calimero Calloni. Calloni che sbaglia tutto, anche l’impossibile. Calloni, e giù fischi. Punching-ball della curva rossonera. Al primo errore veniva messo in croce. Giocava con i fucili puntati addosso. Gianni Brera lo definì lo "Sciagurato Egidio" e giù, tutti gli altri a ruota.

Però i suoi gol li ha fatti. Cifre alla mano: nelle quattro stagioni col Milan 101 partite e 31 gol. Fate i conti: uno ogni tre partite, più o meno. Annata migliore, l’avete visto sopra: il 75/76, ne butta dentro 13. Totale in serie A: sette campionati, 141 presenze e 39 reti. Totale in serie B: quattro stagioni, 69 presenze e 34 gol. Qui la media migliora: un gol ogni due partite. Non è la media di un brocco, se ci pensate. Eppure di Calloni restano i gol divorati a due passi dalla porta.

Così come per Florin Raducioiu, il romeno che da noi giocò con Bari, Verona, Brescia e Milan. Dissero che sbagliava perché era più veloce del pallone. Forse incespicava sui suoi pensieri, chi lo sa. Era un virtuoso dell’errore clamoroso, era il dannato della poppa galattica. La Gialappa’s Band lo sbertucciò per anni. Destino ingrato anche quello di Luther Blisset, giamaicano naturalizzato inglese, al Milan nel 1984. In Inghilterra lo avevano soprannominato «Miss It», «Sbaglialo». E dire che nel Watford di Elton John aveva una media di un gol ogni due partite. Gli volevano bene, ma non potevano far finta di niente.

 

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