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  • Da una parte c'è passione, dall'altra interesse: Monza in A prima che il Milan vinca scudetto o Champions

    Da una parte c'è passione, dall'altra interesse: Monza in A prima che il Milan vinca scudetto o Champions

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Sembra un giochino di fine agosto, o meglio di inizio campionati, ma in realtà è un quesito con una proiezione più o meno tecnica, con tutte le variabili del caso, sul futuro a lungo termine di due squadre della Lombardia che incominciano per M e in comune hanno il colore rosso nelle proprie maglie. Parliamo del grande, o ex grande, Milan e del piccolo, o ex piccolo, Monza. E allora la domanda che ci hanno posto, un po’ per scherzo e un po’ no, la giriamo a chi ci legge, non necessariamente tifoso di una delle due squadre, è questa: riuscirà prima il Monza, che parte dalla serie C, a raggiungere la serie A dove non è mai stato, o riuscirà prima il Milan, che riparte dal quinto posto della stagione scorsa, a rivincere lo scudetto, nove anni dopo l’ultimo del 2011, o meglio ancora la Champions dopo l’ultimo successo del 2007?

    La prima giornata dei propri campionati ha detto che il Monza ha rispettato il pronostico di squadra favorita per salire in B, perché la squadra dell’ex milanista Brocchi, ha vinto 2-1 sul campo della Pro Patria, tra l’altro sotto gli occhi di Berlusconi, ultimo presidente vincente dei rossoneri. Pochi minuti più tardi, invece, il Milan che secondo l’opinione comune aveva una partita “abbordabile” ha perso senza nemmeno fare un tiro in porta a Udine. Così nel prossimo fine settimana il Monza ripartirà in testa e il Milan in coda. Ovviamente non è il caso di trarre conclusioni affrettate. Come si dice sempre, il campionato, in qualsiasi categoria, è lungo e c’è tempo per tutti per correggere gli errori iniziali. Ma senza addentrarci in paragoni tecnici si possono fare considerazioni di carattere generale che spiegano perché è più facile che arrivi prima il Monza in serie A che il Milan allo scudetto o addirittura a un trionfo in Champions
    Il Monza oggi sta riproducendo il modello del primo Milan berlusconiano, che all’inizio faceva sorridere gli avversari, ma alla fine centrò tutti gli obiettivi, vincendo in Italia, in Europa e nel mondo. Non è detto che in due anni Brocchi riesca a portare la squadra brianzola dalla C alla A, ma per gli investimenti fatti da Berlusconi, per la differenza anche economica con le altre squadre e per la grande attenzione e lo straordinario entusiasmo di Galliani, il Monza ha tutto per salire in B quest’anno, dopo avere già giocato i playoff la stagione scorsa, per poi tentare la scalata alla serie A. Se ce l’hanno fatta in tempi più o meno recenti il Carpi, il Benevento, lo stesso Parma, perché non può farcela il Monza?


    Il Milan, invece, si trova in una situazione più difficile. Senza un proprietario appassionato, ma soltanto interessato a rilanciare la società per rivenderla, senza una dirigenza esperta, perché Maldini e Boban sono al debutto nei rispettivi ruoli, ma soprattutto con una concorrenza più spietata di quella che ha il Monza, sarebbe già molto se Romagnoli e compagni riuscissero quest’anno a conquistare almeno il quarto posto, arrivando in questo caso prima del Moxa in serie A, perché il traguardo è teoricamente raggiungibile nella primavera del 2020. Per lo scudetto, però, non si vede uno spiraglio, perché è troppo grande la differenza che separa il Milan dalla Juventus, dal Napoli e dall’Inter. Figuriamoci quindi il traguardo della Champions, che oggi pare un’utopia, anche se l’ultima Champions vinta è stata raggiunta dopo una lunga rincorsa incominciata con i playoff contro la Stella Rossa nell’estate del 2006. Tutto è possibile nel calcio, ma per questo è più facile battere la Juventus in una partita o anche due, piuttosto che sognare una finale di Champions. Soltanto chi ha i mezzi economici e la competenza per rispettare i programmi può vincere una corsa a tappe, in qualsiasi categoria. E in questo momento il Milan, per la stessa ammissione dei dirigenti, ha bisogno di tempo, molto tempo, per risalire sui gradini più alti del calcio italiano ed europeo. Al Monza, invece, basta molto meno, anche se nulla è scontato per nessuno. Una cosa è certa, però: Berlusconi e Galliani si sono innamorati del Monza e vivono questa avventura con la stessa passione che avevano all’inizio della loro storia con il Milan. Perché la passione è una benzina indispensabile per guidare una società, piccola o grande che sia. E oggi la differenza più evidente tra chi possiede il Monza e il Milan è proprio questa. Perché da una parte viene prima la passione, dall’altra l’interesse. 

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