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  • Dai problemi disciplinari all'indolenza: Kean non fa per Sarri, ma la Juve non è convinta dall'addio

    Dai problemi disciplinari all'indolenza: Kean non fa per Sarri, ma la Juve non è convinta dall'addio

    • Antonio Martines
      Antonio Martines
    Sono giorni cruciali per il futuro di Moise Kean, perché in questa sessione di mercato c'è uno snodo fondamentale che potrebbe influire non poco sugli sviluppi della sua carriera. Su di lui infatti hanno puntato gli occhi club del calibro di Ajax, Arsenal, Tottenham ed Everton, squadre con storie, destini, bacheche e portafogli molto differenti che però sono tutti accomunati dal fatto di non aver minimamente paura di investire anche cifre importanti su quello che considerano un prospetto di sicuro avvenire. Club ai quali la Juve non ha ancora dato una risposta definitiva, perché essa stessa è ancora molto indecisa sul futuro del ragazzo, visto e considerato che si intreccia con altre vicende di mercato riguardanti colleghi di reparto ben più prestigiosi di Kean. E quindi in queste ore, è l'indecisione a farla da padrone intorno al giovane attaccante di origini ivoriane, perché da una parte ci sarebbe la voglia di farlo rimanere, anche e soprattutto per quanto visto di buono nella parte finale della scorsa stagione, con quei 10 gol che hanno colpito non poco gli addetti ai lavori; ma dall'altra ci sarebbe anche la tentazione di farlo andare a maturare da qualche altra parte, magari all'Ajax, un club storicamente specializzato con le giovani promesse in rampa di lancio.

    Una tentazione che è venuta fuori anche in considerazione delle vicende disciplinari che lo hanno riguardato durante l'ultimo Europeo disputato proprio in Italia, e purtroppo non andato a finire come in molti si aspettavano. Una tentazione che già di per se è un segnale che non può essere ignorato, visto che alla fine dello scorso campionato, la sua permanenza in bianconero sembrava qualcosa al di fuori di ogni possibile discussione. Ma da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, e nel frattempo alla Juve è arrivato Sarri, un allenatore con un gioco totalmente diverso da quello di Allegri, un gioco che contrariamente a quanti molti pensano, non si adatta benissimo a quelle che sono le caratteristiche di Kean, visto che il giovane attaccante fino ad ora ha soprattutto dimostrato di essere un ottimo killer in fase di realizzazione, magari anche manovrata certo, ma di sicuro non ha dato fino a qui la sensazione di essere uno di quegli interpreti adatti allo stile di gioco del nuovo allenatore bianconero. Kean infatti non sembra un giocatore dalla grande intelligenza tattica e nonostante i suoi indubbi mezzi atletici non sembra neanche in possesso di quella volontà e di quella grinta necessarie se non indispensabili per certe dinamiche tipiche del sarrismo.

    Il ragazzo infatti anche in certi suoi movimenti e nell'incedere della corsa tradisce una certa indolenza che in un meccanismo frenetico come quello di Sarri, non è minimamente contemplata. Da qui l'indecisione sul suo futuro, un'indecisione che ovviamente riguarda anche il diretto interessato, che da una parte vorrebbe sicuramente rimanere per giocare al fianco di Cristiano Ronaldo, ma dall'altra vorrebbe provare a spiccare il salto da protagonista in un'altra realtà sicuramente più piccola, ma che lo possa allo stesso tempo responsabilizzare maggiormente; già:ma dove? Perché un conto è andare a farsi le ossa all'Ajax, in una squadra di rango che disputa sia la Champions League ma che poi gioca in un campionato tutto sommato semplice, un altro sarebbe invece andare a misurarsi in Premier League, in un campionato durissimo dal punto di vista fisico e dell'intensità, che però ci farebbe subito capire di che pasta è veramente fatto il ragazzo, col rischio però di bruciarlo troppo presto. 

    Perché anche in Premier, un conto sarebbe andare a giocare a Londra sotto la bandiera di due club già competitivi e affermati come l'Arsenal e il Tottenham finaliste perdenti nelle ultime due coppe europee, un altro sarebbe invece farlo a Liverpool con i blues dell'Everton, un club ambizioso che sta cercando di ritornare ai fasti di un tempo, ma che nonostante gli investimenti anche importanti degli ultimi anni non è mai riuscito a fare quel definitivo salto di qualità che lo portasse allo stesso livello delle prime 6 della Premier. Forse in un contesto simile, Kean potrebbe trovare il palcoscenico adatto per esaltare le proprie doti, ma dovrebbe farlo, scrollandosi di dosso le adulazioni social di certi giornalisti, cosi bravi a incensare il suo stile fuori dal campo ma non altrettanto a valutarne quello sui campi di gioco, recuperando invece quell'umiltà che aveva caratterizzato i suoi anni nelle giovanili bianconere sotto la guida di un certo Corrado Grabbi, uno che come lui sembrava destinato ad una grande carriera ma poi non fu supportato dalla fortuna.

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