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  • De Laurentiis: troppe 'mazz' e poche 'panell', ma il giocattolo Napoli lo ha sfasciato per questioni di bilancio

    De Laurentiis: troppe 'mazz' e poche 'panell', ma il giocattolo Napoli lo ha sfasciato per questioni di bilancio

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Aurelio De Laurentiis vuole, fortissimamente vuole educare, insegnare come funziona, come si usa e di chi è il giocattolo. "Mazz e panelle", come si dice appunto a Napoli, cioè educare, insegnare con gli schiaffoni (mazz) e con i dolcetti (panelle). Questo vuole fare Aurelio de Laurentiis ed è fine ottobre, inizio novembre. Ma non dosa i due mezzi come saggezza popolare consiglia, va troppo di schiaffoni e di mazza e sfascia il giocattolo. Il giocattolo Napoli lo ha rotto lui, papà Aurelio.

    Il perché lo abbia fatto risiede un po' nella personalità del presidente, ma solo un po'. Come i soldi non sono tutto nella vita, ma aiutano, così il modo di essere azienda, la gestione aziendale, quello che si definisce il piano industriale (una società di calcio è un'azienda) non spiegano tutto, ma aiutano a spiegarci cosa è successo.

    Napoli calcio viaggia su fatturato intorno ai 150 milioni. Napoli calcio aveva raggiunto, per crescita sportiva e di risultati, rango e dimensioni maggiori, maggiori se parametrati al suo fatturato appunto. Dimensione e rango sportivo che però richiedono fatturati anch'essi maggiori, intorno almeno ai 250 milioni.

    Di fronte a questo squilibrio oggettivo è plausibile che Aurelio De Laurentiis abbia concepito e messo in cantiere una ristrutturazione aziendale che prevedeva, tra l'altro, il non rinnovo di contratti a costi più onerosi e la cessione, diciamo così, di rami d'azienda a due gambe. Operazione imprenditoriale da realizzare però mantenendo consenso. Consenso che per un'azienda di calcio è anch'esso un asset. Quindi una strategia di scarico di responsabilità su giocatori ed eventualmente allenatore. Insomma cambiare le ruote mentre la macchina cammina. Troppo astuto forse.

    Il Pit stop in corsa per cambiare e montare pneumatici e metterne di nuovi e meno costosi è fallito, l'auto è ricaduta sui cavalletti. Diciamo che è stato il tentativo, ultimo di una serie che ha riguardato anche altre società, Milan ed Inter ad esempio, di mantenere, salvare la capra di una gestione e proprietà a carattere familiare e i cavoli dell'alta classifica e gran gioco in campo.

    Ora il giocattolo Napoli è rotto e i cocci sono suoi, di papà Aurelio. Qualche coccio a dirla tutta sarebbe anche di qualcuno, più d'uno dei giocatori. Non perché ribelli o mercenari. Ma perché qualcuno, più d'uno, sopravvalutati. Insigne in primo luogo. E poi anche Lozano e anche Fabian Ruiz. E anche il Callejon di oggi. E anche Zielinski. Giocatori che il meglio lo daranno o lo hanno già dato, di certo non sono in grado di darlo ora.
    Gattuso? Neanche mastro Geppetto potrebbe.Pinocchio era sì in origine un pezzo di legno, Geppetto ne fece un giocattolo addirittura vivo, ma il legno su cui lavorò Geppetto non era rotto.

    Nota a margine: Conte e l'Inter hanno annullato la conferenza stampa pre  partita. Domanda, umori e ragioni di Conte a parte, a che servono le conferenze stampa pre partita? Quasi sempre non si pronuncia una sola parola che non sia aria fritta, ricucinata pure,l'ovvio alla milionesima. Ma qualcosa servono: a far vedere i marchi delle bottiglie sul tavolo e degli sponsor che arredano la parete di fondo.

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