De Laurentiis tuona ancora: 'Insigne vada via se non e' felice a Napoli'
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis rincara la dose nei confronti di Lorenzo Insigne dopo le dichiarazioni di ieri nelle quali aveva invitato il suo attaccante a dispensare qualche sorriso in più e ad affrontare in maniera diversa il suo rapporto con l'allenatore Carlo Ancelotti. Ecco le parole del numero uno azzurro alla Gazzetta dello Sport sul suo calciatore:
"Non riesco a comprenderlo, non capisco perché a Napoli non sia del tutto felice. È un grande giocatore, glielo riconosco, ma se ritiene che la sua avventura col Napoli sia finita qui, allora s’impegni per non restare un incompreso. Lui è uno che non ha mai avuto un buon feeling con gli allenatori e non ne ho mai capito i motivi".
Quali sono i problemi attuali?
"Non li conosco. Gli voglio bene, ma se ha delle difficoltà soltanto lui le può superare. Io lo proteggo, ma lui deve capire che l’organico è formato da 25 giocatori e che tutti sono utili. Sarebbe meglio se ci facesse capire cosa vorrà fare da grande. Se Ancelotti dovesse decidere di non utilizzarlo deve smetterla di uscirsene con battute e atteggiamenti di sfida".
È dovuto intervenire Raiola per la seconda volta.
"C’era stato un primo incontro il primo maggio scorso, dopodiché il rendimento di Lorenzo si è involuto. Credo che Mino sia venuto per capire che cosa stia succedendo. La tribuna di Genk, in ogni modo, è stata una punizione di Ceferin".
Ceferin? E cosa c’entra il presidente dell’Uefa?
"Dovrebbe spiegare i motivi per cui in distinta devono esserci soltanto 18 giocatori. Allungando la panchina si eviterebbe di mortificare gli altri convocati".
"Non li conosco. Gli voglio bene, ma se ha delle difficoltà soltanto lui le può superare. Io lo proteggo, ma lui deve capire che l’organico è formato da 25 giocatori e che tutti sono utili. Sarebbe meglio se ci facesse capire cosa vorrà fare da grande. Se Ancelotti dovesse decidere di non utilizzarlo deve smetterla di uscirsene con battute e atteggiamenti di sfida".
È dovuto intervenire Raiola per la seconda volta.
"C’era stato un primo incontro il primo maggio scorso, dopodiché il rendimento di Lorenzo si è involuto. Credo che Mino sia venuto per capire che cosa stia succedendo. La tribuna di Genk, in ogni modo, è stata una punizione di Ceferin".
Ceferin? E cosa c’entra il presidente dell’Uefa?
"Dovrebbe spiegare i motivi per cui in distinta devono esserci soltanto 18 giocatori. Allungando la panchina si eviterebbe di mortificare gli altri convocati".