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  • Diario di una quarantena, Picci a CM: 'A casa riguardo i miei gol. Noi dilettanti meno tutelati, qualcuno cercherà scorciatoie...'

    Diario di una quarantena, Picci a CM: 'A casa riguardo i miei gol. Noi dilettanti meno tutelati, qualcuno cercherà scorciatoie...'

    • Luca Fazzini
    "Sono felicissimo e stanchissimo, so io quello che ho passato, due mesi fa non mi voleva nemmeno mia madre a casa mia". Frasi semplici, sincere, diventate virali in poche ore. È la storia di Antonio Picci, idolo del web da quel 26 ottobre, giorno di un'intervista diventata a suo modo famosa dopo la splendida rete in rovesciata contro il Gallipoli. Tredici gol in stagione, bomber della Vigor Trani, quarta in classifica in Eccellenza pugliese, Antonio è uno dei tantissimi dilettanti il cui futuro è probabilmente ancora più incerto dei professionisti.

    PAURA - Oltre 12 mila società, 66 mila squadre e più di un milione di calciatori: che ne sarà di loro? "Se ho paura? Sicuramente" ammette. "I fallimenti delle società accadranno anche in virtù dei verdetti. Mi spiego: se un  presidente è primo in classifica e vengono annullati i campionati, non so quanta voglia resti di fare calcio. I verdetti a tavolino sono un caos, in tanti gironi e categorie la situazione è molto aperta". 

    BOMBER D'ESTATE - Situazione aperta, calcio in stand-by lungo tutto lo Stivale: "Voglio mettere in chiaro che la priorità è assolutamente la salute di tutti, dobbiamo sconfiggere questo virus. Poi, se si potrà, l'augurio è che i campionati si possano concludere. Chi ha fatto investimenti deve vedere i propri frutti, ci devono essere i verdetti. Per me non c'è problema a scendere in campo a giugno, luglio e agosto, ma la prima cosa resta la salute di tutti".

    TRA BARI E MILANO - Antonio è genuino, sincero. Dai suoi racconti emerge l'amore per il calcio che si scontra con la necessaria responsabilità di questi giorni duri: "Sono un po' esaurito, non è facile stare in casa  24 ore al giorno, specie per noi sportivi abituati a una vita fuori. Dobbiamo assolutamente stare in casa, io e la mia famiglia siamo barricati da 21 giorni. Dobbiamo continuare così per poi tornare alla normalità". Picci vive a Bari, lì è rimasto per fronteggiare l'emergenza. "Qui non ci sono i numeri del nord. Mio fratello, invece, vive e lavora a Milano. Ha deciso di restare lì, una scelta che mi rende orgoglioso. Sta bene, non ha voluto rischiare di contagiare noi. Ho anche amici bresciani, mi aggiorno quotidianamente con loro. Sono scrupoloso, ho litigato anche con alcuni amici perché all'inizio la prendevano sottogamba".

    VITA IN CASA - "Come va a casa? Ho due figli, rispettivamente di 2 e 6 anni, c'è sempre da fare perché vogliono continuamente giocare. I bambini pagano maggiormente questa situazione, non capiscono e sono costretti a stare a casa. Mi chiedono come mai non possono uscire, gli spiego il virus come una cosa non grave, provando a fare un gioco. Per il resto guardo qualche film e rivedo i miei gol".

    "SERVE BUON SENSO" - Tredici, come dicevamo, per la precisione. Macchina realizzativa lungo tutta la Puglia, ma ora il pensiero è un altro: "Se non torniamo a giocare, noi non siamo garantiti. La situazione non è facile, ci sono famiglie - anche con 2-3 figli - che vivono mese per mese. Siamo meno tutelati da un punto di vista contrattuale rispetto alle altre categorie, ci sono ingenti difficoltà. Sta al buon senso della società o del  presidente continuare a pagare, ma qualcuno cercherà scorciatoie. C'è chi non riuscirebbe a resistere più di due mese".

    IL BOOM - Infine, uno sguardo al passato, a quel video virale e quell'esplosione di affetto da tutta l'Italia: "Sono un ragazzo socievole, entusiasta. Non mi aspettavo quel boom, ma io sono fatto così, nella vita sono come in quell'intervista. Mi fa piacere: si è scherzato molto, ma a me fa piacere. Mi ha portato a conoscere persone importanti". Con la personalità e la simpatia di un bomber.  Dilettante solo di nome. 

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