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  • Diario di una quarantena, Lazzari a CM: 'La mia Bergamo non molla mai, si rialza. Atalanta-Valencia da non giocare'
Diario di una quarantena, Lazzari a CM: 'La mia Bergamo non molla mai, si rialza. Atalanta-Valencia da non giocare'

Diario di una quarantena, Lazzari a CM: 'La mia Bergamo non molla mai, si rialza. Atalanta-Valencia da non giocare'

  • Alessandro Di Gioia
I giorni trascorrono, in maniera impercettibilmente simile, per tutti. La quarantena a cui ci ha costretto la diffusione del Coronavirus è una situazione sconosciuta e indefinibile, che può scatenare anche qualche timore. Ma Calciomercato.com prova ogni giorno ad offrirvi spunti, per riflettere e anche divertirvi, seppur in un momento difficile per tutta Italia.

Periodo complicato soprattutto per la città di Bergamo e i suoi abitanti, oltre che dal punto di vista calcistico per l'Atalanta, approdata per la prima volta ai quarti di finale di una Champions League che non si sa se e quando riprenderà. La provincia bergamasca è una tra le più colpite e provate della Lombardia, per questo motivo abbiamo deciso di parlare con un calciatore che a Bergamo e nell'Atalanta è nato e cresciuto e con le quali ha ancora profondi legami: il centrocampista della Vigor Senigallia Andrea Lazzari, ex Atalanta (giovanili prima, poi quattro stagioni in prima squadra), Cagliari (dove ha incontrato il suo mentore Massimiliano Allegri, che poi lo voleva anche al Milan), Fiorentina e Udinese tra le altre, convocato anche dall'Italia di Cesare Prandelli.

Come ha vissuto questa pandemia, in prima persona e da calciatore?
"All'inizio ero molto tranquillo, aspettavamo tutti di vedere l'evolversi della situazione e le decisioni da parte delle istituzioni. Poi all'improvviso è salita una grande preoccupazione, soprattutto quando ho visto quello che capitava a Bergamo".


La sua città.
"Sono tuttora in grande emergenza. Io ho amici e parenti ancora lì, che sento tutti i giorni. C'è grande preoccupazione"


Il mondo della politica, come quello del calcio, non sono sembrati all'altezza della situazione.
"Qualcuno aveva avvisato sin da subito di fermare, oltre al calcio, anche tutti gli altri eventi che prevedevano un grosso assembramento di persone. E' facile dire adesso che era cosa buona e giusta, bisognava prendere spunto da quanto è successo a Wuhan, in Cina. Il virus andava contenuto, andava isolato"


C'è un pensiero particolare che vuole dedicare a Bergamo, dove è nato e cresciuto.
"Penso che sia capitato sotto ogni punto di vista nel momento più sbagliato, anche se non esistono momenti giusti per queste cose. Ma conosco la città e i bergamaschi, non molleranno: nella natura dell'uomo la reazione è fondamentale, la voglia di sopravvivere. Bergamo e Brescia reagiranno alla grande"


E dal punto di vista calcistico?
"Anche in questo caso, momento terribile, dopo lo storico traguardo raggiunto in Europa"


Crede che la partita di Champions tra Atalanta e Valencia possa aver creato gravi problemi?
"La partita non si doveva giocare. Non andavano bene nemmeno le pote chiuse, figuriamoci con il pubblico. Io credo che senza tifosi si crei un clima surreale, brutto per tutti. Non è piacevole per nessuno, ma allora dovevano rimandarla, anche perché non era così espanso il contagio. Facile parlare dopo, chi doveva decidere però non l'ha fatto"


Pensa che si riuscirà a tornare in campo in questa stagione?
"Spero, ma è dura. Confido che trovino una soluzione, la proposta dei playoff che è stata bocciata non mi dispiaceva. Sarà difficile vedere le squadre in campo a breve e sono convinto che il mondo del calcio cambierà. Diventerebbe uno spettacolo migliore, prendendo ad esempio spunto dai playoff NBA del basket"


@AleDigio89

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