Dopo l'attacco di Commisso: la gente ha il diritto di sapere cosa si dicono gli arbitri di campo e quelli del Var
Sembra impossibile che Nicchi, pur preso da questioni elettorali che lo riguardano in prima persona, non si renda conto che il Var diventa un animale furioso se non riesci ad addomesticarlo. E per farlo devi rendere pubblico quello che si dicono i due arbitri, devi spiegare. Non è solo un diritto della classe arbitrale, è un dovere per tutto il mondo del calcio.
Non arriveremo mai alla decisione giusta al 100 per cento, ma gli arbitri devono partecipare alla trasparenza. La casa di cristallo non deve essere un’utopia, ma un obiettivo. In tutta franchezza, a noi risulterebbe difficile vivere e lavorare in un mondo che ti guarda sempre con sospetto. Dirà il lettore: è da sempre così. Ma se i social hanno un merito, è quello di far sapere, far conoscere. Gli arbitri no. Restano chiusi nella loro casupola con un guardiano che risponde a un presidente furioso scendendo sullo stesso piano, anziché strutturare una replica adeguata. Chiudersi non è mai un bel segnale.