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  • È l'anno dell'Inter, anche con il fiatone vince e va in vetta. Brescia, non cacciare Corini

    È l'anno dell'Inter, anche con il fiatone vince e va in vetta. Brescia, non cacciare Corini

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    L’Inter torna in testa, e da sola, in attesa di vedere cosa farà la Juve contro il Genoa. A Brescia ha vinto soffrendo le pene dell’inferno dopo un primo tempo facile e tranquillo nel quale Lautaro Martinez l’aveva portata avanti grazie anche ad una deviazione fondamentale di Cistana. Ma nella ripresa il Brescia ha dominato e, nonostante l’episodico raddoppio dell’Inter (fantastico tiro a giro di Lukaku in ripartenza corta), non avrebbe demeritato il pareggio.

    Intendiamoci, i nerazzurri non hanno lucrato nulla e su nulla. Il problema è che alla distanza sono letteralmente scomparsi. Che sia la fatica, come pensa Conte, quando dice che giocano sempre gli stessi, che sia stato un calo comprensibile di fronte ad un Brescia letteralmente trasformato, dire con certezza non si può. Mi è chiaro, però, che il momento dei nerazzurri, a dispetto della classifica, non è dei più favorevoli e che il campo del Brescia è ostico per le grandi. Per la cronaca qui nemmeno la Juve (senza Ronaldo) aveva banchettato: stessa striminzita vittoria (2-1) e per di più in rimonta. 

    Il presidente Massimo Cellino anziché pensare di sostituire Corini con Prandelli (che da quando ha smesso con la Nazionale ha accumulato solo fallimenti e la mezza occasione che ha centrato è stata la salvezza del Genoa con pareggio ignominioso a Firenze nell’ultima giornata), dovrebbe sostenere e difendere il proprio allenatore. L’anno scorso gli ha regalato il primo posto in B, sta facendo giocare la squadra con idee e qualità e, se la classifica ora piange, qualcuno deve pur ricordare che, in un calendario non certo agevole, il Brescia deve recuperare una gara casalinga con il Sassuolo.

    L’Inter ha collocato i gol in momenti topici. A metà del primo tempo con Lautaro e nel miglior momento del Brescia quello di Lukaku. Nel primo caso ha contato anche la fortuna, nel secondo c’è stata solo la bravura del belga. Questo per dire che se gli attaccanti funzionano sempre, il gioco da qualche settimana registra passi indietro. Conte è il furore - ovvero pressing e pressione - applicato al calcio. Quando c’è, l’Inter sa recuperare palla in zona calda e far male. Quando latita, tutto diventa più complicato.

    Lautaro e Lukaku sono pagati per segnare, ma i loro gol sono frutti estemporanei. E la manovra è mancata anche quando il Brescia era timido, impacciato e impreciso. Disporre di un avversario così poco competitivo non sarebbe dovuto essere un problema, invece la squadra di Conte è andata all’intervallo con un solo gol di vantaggio. Il punteggio risicato ha dato coraggio al Brescia che fino al 63’ (il minuto del gol di Lukaku) ha collezionato due occasioni (Balotelli, tiro da fuori e Donnarumma, girata da terra) sventate solo dalla bravura di Handanovic, che si è ripetuto (73’) su un colpo di testa ravvicinato di Balotelli.

    Il raddoppio, assolutamente insperato, sembrava aver chiuso la partita. Il Brescia, stordito dal doppio svantaggio, avrebbe potuto mollare i pappafichi (citazione breriana) senza credere ad una potenziale rimonta. Invece la scossa è venuta dalla panchina ed è stato un merito di Corini. Già inserito Martella per Gastaldello, ad un quarto d’ora dalla fine l’allenatore ha rettificato il 3-5-2 iniziale con un 4-3-3 (Sabelli, il migliore, e Martella esterni) completato dall’ingresso di Matri (per Romulo) all’85’. Dieci minuti prima, però, una splendida percussione a destra di Bisoli era stata trasformata in autogol da un ginocchio di Skriniar. Conte, senza snaturare il sistema di gioco, ha avvicendato Asamoah con Biraghi e, a quattro dalla fine, Lukaku con Esposito.

    Con il Brescia in forcing permanente, l’Inter ha avuto un paio di contropiede in cui Lautaro è stato o impreciso o egoista. Nella circostanza più semplice non aver servito un pallone a Esposito, solo in area, sarebbe potuto essere un errore da pagare a caro prezzo, ma per fortuna dei nerazzurri la rovesciata finale di Balotelli si è infranta addosso a Skriniar. Nonostante il fiatone, l’Inter adesso è in vetta. E, a ben vedere, è solo questa la cosa che consola il popolo bauscia. L’anno - lo confermo - dovrebbe essere ottimo.

    @gia_pad







    IL TABELLINO

    Brescia-Inter 1-2 (primo tempo 0-1)


    Marcatori: 23’ Martinez (I), 18’st Lukaku (I), 30’st aut. Skriniar (I)

    Brescia (3-5-2): Alfonso; Cistana, Gastaldello (23’st Martella), Mangraviti (28’st Nodj); Mateju, Bisoli, Tonali, Romulo (40’st Matri), Sabelli; Donnarumma, Balotelli. All. Corini

    Inter (3-5-2): 3-5-2): Handanovic; Godin, Skriniar, De Vrij; Candreva, Gagliardini, Brozovic, Barella, Asamoah (35’st Biraghi), Lukaku (40’st Esposito), Martinez

    Arbitro: Fabbri di Ravenna

    Ammonti: 27’ pt Candreva (I), 44’ pt Gagliardini (B), 44’ pt Cistana (B), 45’ pt Mateju (B), 16’st Skriniar (I), 33’st Nadoj (B), 41’st Balotelli (B), 47’st Conte (I)

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