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  • Galli a CM: 'Locatelli talento assoluto, adatto al gioco di Conte. Calabria deve riconquistare il Milan, sul futuro di Donnarumma...'

    Galli a CM: 'Locatelli talento assoluto, adatto al gioco di Conte. Calabria deve riconquistare il Milan, sul futuro di Donnarumma...'

    • Daniele Longo
    Un passato da difensore arcigno e costellato di successi con la maglia del Milan in Italia e in Europa. Un presente, grazie a tutta l'esperienza maturata da responsabile del settore giovanile rossonera, con ruolo fondamentale all'interno del  Settore Tecnico della FIGC per implementare il Settore Giovanile e Scolastico. Fillippo Galli è stato ospite in diretta sul nostro profilo ufficiale Instagram.

    Lei al Milan lo ha seguito passo dopo passo nel settore giovanile, dispensando consigli e cercando di migliorare sia l'aspetto tecnico che quello umano. E' stato un errore cedere Locatelli?
    "Credo che si debba sempre contestualizzare quando si parla di scelte di mercato, quando un giocatore così giovane lascia un club. Difficile capire com'è andata la trattativa, Manuel per me è un talento assoluto, ha sempre dimostrato di vedere un tipo di calcio. Sicuramente è stato un peccato. La società, facendo le sue valutazioni, aveva deciso di lasciarlo andare e fare della dietrologia è sbagliato. Io auguro a Manuel di continuare a fare bene al Sassuolo. Con tutto il rispetto per il club emiliano, che con De Zerbi sta proponendo un gioco straordinario, credo che possa ambire a squadre ancora più importanti".

    Club importanti come l'Inter che lo sta seguendo da mesi: è adatto per il gioco di Conte?
    "Si, Manuel può giocare in più ruoli del centrocampo. Adesso si parla più di funzioni che di ruoli, di capacità di leggere gli spazi e di inserimenti. Io credo abbia davvero tutto, l'esperienza con De Zerbi lo sta aiutando ancora di più a crescere, ad avere consapevolezza dei propri mezzi. All'inizio so che De Zerbi lo ha martellato, è normale. Manuel è un talento importante e mi auguro che continui a crescere".

    Lei sui social ha spesso mandato messaggi di incoraggiamento a Calabria che ha vissuto una stagione molto difficile, con parte del pubblico di San Siro che lo ha spesso criticato. Come si spiega questa involuzione dopo il livello che aveva raggiunto con Gattuso?
    "E' vero, le prestazioni non sono state in linea con la passata stagione. Credo lo sappia benissimo il ragazzo e il suo entourage. Non sempre la crescita è un processo così lineare, nel suo caso ci sono state delle difficoltà. Oggi deve riconquistare la fiducia di San Siro, dei tifosi. E' normale e può succedere, deve avere la forza di tornare a lavorare in un certo modo. Io lo conosco e so che lo sta già facendo, deve tornare quel Calabria che abbiamo visto. Questo deve passare anche da un sostegno da parte del club e del mister ma sono sicuro che sta succedendo. Gli aspetti emotivi sono fondamentali".

    Gabbia ha aspettato il suo momento e ha sfruttato l'occasione ottenendo anche il rinnovo. Un traguardo che sente anche suo?
    "C'è grande gioia quando un ragazzo del settore giovanile riesce ad affacciarsi alla prima squadra del Milan. Matteo è stato bravo a capire l'importanza di andare a giocare in serie C con la Lucchese ed è tornato più pronto. Lui aveva iniziato da centrocampista ma noi abbiamo ritenuto di portarlo indietro per due ragioni:  la sua tecnica era importante per uscire con il gioco da dietro e il pensiero che coprire tanto campo per lui non era semplice. All'inizio è stato un po' restio, poi si è messo a disposizione".

    Alcuni nostri followers ci chiedono se cedere Cutrone è stato un errore?
    "Ripeto, io non riesco a parlare di errore. Si diceva lo stesso di Aubameyang, che io ho allenato. Adesso è all'Arsenal e quanto sarebbe servito ora però bisogna considerare sempre il contesto e le scelte in cui vengono fatte delle scelte. All'epoca aveva davanti  dei giocatori straordinari e sono state fatte determinante scelte. Anche in questo caso su Cutrone il club ha deciso di metterlo sul mercato perché c'era questa offerta del Wolves. Lì non ha trovato spazio ed è andato alla Fiorentina. Patrick è un giocatore che dà l'anima, è stato al Milan per dieci hanno e ha sempre dato tutto quello che aveva in corpo".

    Rangnick è un profilo da Milan? 
    "Ma questo non lo so dire, lo conosco solo per quello che ha fatto in passato e per quello che si legge sui giornali. Io credo che non si può parlare del fatto che la mentalità tedesca sia difficilmente replicabile, un giocatore deve sapersi adattare. Per me si deve parlare del presente che è Pioli. Stefano ha fatto bene, anche grazie all'arrivo di Ibra ha saputo dare un'impronta alla squadra. Anche se a me dispiace per Giampaolo e per il tempo che non gli è stato dato. E' un allenatore che io stimo così come lo è Stefano Pioli. Club, giocatori e dirigenza devono pensarla all'unisono per venirne fuori".

    Il futuro di Donnarumma sarà lontano dal Milan secondo lei?
    "Sarebbe un peccato se dovesse andare via. Lui, in certi frangenti, è stato anche contestato ma ha dimostrato di essere un giocatore affidabile. A volte commette errori però li supera subito, non è che gioca più nello stesso modo o continua a farne. Questo per un portiere è importante. Nel settore giovanile ha iniziato con noi a giocare da dietro e questo viene sempre più richiesto ai numeri uno. Le dinamiche di mercato, che voi conoscete bene essendo specializzati, sono imprevedibili e si deve mettere in conto anche una possibile cessione".

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