Calciomercato.com

  • Gabigol non basta, il Liverpool spezza la maledizione del Mondiale per Club: Klopp sull'Everest del calcio

    Gabigol non basta, il Liverpool spezza la maledizione del Mondiale per Club: Klopp sull'Everest del calcio

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Campioni del mondo! Ma gridato una volta sola perché questi non sono i Mondiali, questo è il mondiale per Club, il mondiale per squadre e non per Nazionali di calcio. E quindi, senza sorpresa, finale-spareggio tra calcio europeo e calcio sudamericano.

    Di qua il Liverpool che dopo una partita infinita (100 minuti di tempi regolari più recuperi e 34 di minuti nei supplementari) si arrampica su quello che è l'Everest del calcio. Di là il Flamengo squadra brasilera nei piedi e lusitana nella testa, cioè capace di gran confidenza con la palla ma avara di conclusioni a rete. Liverpool che si arrampica, letteralmente. Perché fatica e sbuffa a salire i gradini della vittoria. Non è una salita al calvario, ma certamente è una ferrata alpina. Flamengo che spesso l'ha nascosta la palla a quelli del Liverpool ma, alla fine, lascia...saudade di Brasil di una volta.

    Il secondo supplementare è cominciato da otto minuti, Gabigol in area dei Reds di testa non la mette verso la porta ma allunga dietro, verso centro area. Diventa contropiede: Manè, Firmino, gol. Uno a zero per il Liverpool, gioco, partita, incontro. E' questa sequenza la sintesi stringata della partita: degli europei la velocità e la concretezza, dei sudamericani la ragnatela dei passaggi, l'arte del dribbling ma anche la vaporosità dell'ultimo passaggio e poi tiro.

    Liverpool che quando scende in campo è sotto una mezza maledizione brasiliana: questa è la sua quarta finale per il Mondiale per club. Le tre precedenti le ha perse, due per mano di squadre brasiliane. Flamengo che scende in campo con il peso sulle spalle delle ultime 12 volte che è stata finale tra squadra europea e squadra sudamericana: 11 su 12 ha vinto Europa. Centro campo, squadre schierate: più biondi nella squadra brasiliana, più bruni in quella inglese. Va un sacco in Brasile la striscia folta biondo/biondo platino sul cranio, spessore ed effetto criniera di cavallo orizzontale. Ce l'hanno quasi uno su due dii quelli in campo.

    Prime azioni marca Liverpool, solo prime. Primo quarto d'ora di abbozzi, schizzi, non veri quadri di gioco. Keita al quarto spara in cielo e non dovrebbe, poi Flamengo cresce, mette in imbarazzo Liverpool. Alisson sbaglia rinvio, Flamengo arriva in area. Ci arriva diverse volte in area, una volta con un doppio scambio nella stessa area da lustrarsi gli occhi, ma Gabigol esibisce tiretto loffio. Bruno Henrique sgroppa e smarca, sono venti minuti di dominio territoriale Flamengo. Dal minuto 35 si risveglia il Liverpool, al minuto 41 l'arbitro rubacchia al Liverpool un rigorino. Però in totale il primo tempo va ai punti al Flamengo. Zero tiri in porta, zero a zero e un po' di litigio in campo all'ultimo minuto.

    Si ricomincia: Firmino sombrera in area l'avversario e a colpo sicuro prende invece il palo. Poi altra grande azione dei Reds. Flamengo risponde, ora si attacca di qua e di là l'uno dopo l'altro per una ventina di minuti. Quindi sembra, se non prevalere di certo comandare, la ragnatela brasiliana. Il Liverpool ci si dibatte dentro a disagio. Fino a che si stufa di attendere e i Reds in campo si danno il segnale: vinciamola. In effetti al minuto 86 Liverpool può vincerla, salva il portiere Alves. Subito dopo può ri-vincerla: Rafinha su Manè. Rigore dice l'arbitro. No rigore, neanche fallo dice Var.

    Supplementari che durano otto minuti il primo, fino a che Liverpool non segna. E dura circa 25 minuti il supplementare che segue, forse la parte più divertente della partita: Flamengo non si arrende, attacca, ci prova, si danna. E si scopre. Almeno due volte i Reds possono fare il secondo gol, con Salah e con Van Dijk. Ma il primo e unico gol basta, anche se non avanza. A voler essere pignoli, non solo saudade di Brasil, quello che prima segnava e poi magari pensava al resto. A voler essere pignoli, saudade anche del miglior Liverpool, quello fantastico.

    Il Liverpool campione che si arrampica sull'Everest del calcio è stato stasera bravo, solo bravo. E per il Liverpool non è il massimo dei complimenti. Può fare di più, conquistare terre, mari e continenti del calcio e non solo una vetta.
     

    Altre Notizie