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  • Genoa e Samp nel caos tra rischio B, tifosi in rivolta e situazione societaria. 'Guerra fredda' tra Ferrero e Vialli

    Genoa e Samp nel caos tra rischio B, tifosi in rivolta e situazione societaria. 'Guerra fredda' tra Ferrero e Vialli

    • ​Renzo Parodi
    Se dai diamanti non nasce niente – come cantava il grande Fabrizio – e dal letame nascono i fior, a Genova – ramo calcio – ci aspettano praterie colorate di papaveri, margherite e pratoline. Eh già… Genoa e Sampdoria soffrono al penultimo e ultimo posto della classifica, l'allenatore dei primi sta sull’uscio con la valigia in mano mentre quello dei secondi ha già salutato, i tifosi sono in rivolta.

    La ciliegina sulla torta blucerchiata, arriva con l’annuncio che la cordata Vialli – in rappresentanza dei tycoon James Dinan e Alex Knaster – si ritira dalla trattativa per l’acquisizione del club. Dopo 13 mesi si tira e molla, smentite, bluff, provocazioni varie da parte di Massimo Ferrero. Il quale ora si trova a fronteggiare una piazza in subbuglio e a dover restituire un’anima ad una squadra che l’ha perduta, scegliendo anzitutto l’allenatore giusto per rigenerare le sbandate truppe che Di Francesco – fortemente voluto dal Viperetta - ha inutilmente tentato di trasformare in soldati agguerriti e vincenti. Impresa titanica, decisamente fuori dalla portata del picaresco romano del Testaccio, convinto di farsi beffe del destino e riuscire comunque a sfangarla. E di essere sempre più furbo di tutti.

    Il gruppo Vialli ha affidato ad un algido comunicato l’annuncio che esce di scena. E’ la seconda volta, la prima fu l’11 giugno scorso. La trattativa si era arenata di fronte alla richiesta di Ferrero – 100 milioni di euro – e alla controproposta dei finanzieri Usa: 45 milioni cash e altri 30 in bonus, oltre all’accollo dei debiti: circa 35 milioni di euro. L’intervento di Edoardo Garrone, che cinque anni fa aveva regalato il club a Ferrero, aveva risolto l’impasse e riportato le parti al tavolo della trattativa. Attraverso la holding di famiglia, la San Quirico spa, Garrone garantiva i bonus, anticipandone l’importo. Ferrero aveva ripreso a fare il diavolo a quattro, provocando Vialli (“dica qual è l’offerta”, il signor Vialli”) nel tentativo di confondere le acque e convincere l’ex bomber dello scudetto a scoprire le carte. Da Vialli, solo silenzi e discrezione, in ossequio al No Disclosure Agreement che vincolava le parti a non rivelare dettagli sulla trattativa.

    Fra un affondo e una ritirata si era giunti, il 30 settembre scorso, alla scadenza del periodo di esclusiva concesso ai finanzieri James Dinan e Alex Knaster, rappresentati da Gianluca Vialli e dal socio e amico Fausto Zanetton. La trattativa poteva proseguire ma senza più vincoli di esclusiva e così ci si aspettava che avvenisse, Invece, silenzio e nessuna traccia del comunicato congiunto che avrebbe dovuto ufficializzarne la prosecuzione della trattativa. Brutto segnale, visto a posteriori, che infatti preannunciava la rottura. Formalizzata con un comunicato della CalcioInvest (la società-veicolo creata dagli americani per acquisire la Sampdoria). Otto righe per dire: “Al termine di un lungo ed attento processo di due diligence, svolto con entusiasmo e professionalità, CalcioInvest ha valutato eccessiva la richiesta economica dell’attuale proprietà, considerandola nettamente superiore ai valori di mercato, anche in considerazione degli importanti investimenti che CalcioInvest ritiene necessari per riportare il club a livelli di competitività all’altezza della sua tradizione. Calcioinvest rammaricandosi per l’esito della trattativa, purtroppo protrattasi ben oltre l’inizio della stagione agonistica, si augura vivamente che la società e la squadra riescano a superare al più presto il momento di difficoltà. CalcioInvest ringrazia inoltre la società San Quirico SpA (Garrone ndr) per la disponibilità dimostrata in questi mesi nel tentativo di favorire la transazione tra le parti”. .

    La differenza tra domanda e offerta risulterebbe più ampia di quanto ipotizzato, addirittura di quasi 40 milioni. Differenti valutazioni fra le parti sull’esposizione debitoria del club e sul contante destinato alle tasche di Massimo Ferrero che non si era mai mosso dalla richiesta di 87 milioni. Cash e tutti per lui. Oltre i debiti, s’intende. Troppi per essere colmati dall’intervento di Garrone che con la holding di famiglia , la San Quirico spa, aveva offerto garanzie fino a 20 milioni a copertura dei bonus previsti dagli acquirenti, in pratica un prestito (oneroso) al gruppo americano attraverso il quale si aumentava la parte cash dell’offerta.

    La replica di Ferrero all’annuncio di Vialli è arrivata dopo poche ore. La Holding Max che detiene il 100% della Sport e Spettacoli alla quale fa capo la Sampdoria, ha diramato un comunicato nel quale fra l’altro, si legge: “Non possiamo non ribadire che la valutazione del club è sempre stata quella indicata in più lettere di intenti da tempo sottoscritte dalle Parti, valutazione che non può certo essere ridotta a causa di una momentanea situazione di classifica, assolutamente contingente, che non rispecchia il valore della squadra e dalla quale, come sempre abbiamo dimostrato, usciremo continuando a fare il nostro lavoro in piena unità e armonia. Ringraziamo la San Quirico (che ha espresso “rammarico” per l'ineflice conclusione della vicenda, ndr) per la grande disponibilità che ha dato per contribuire alla chiusura positiva della trattativa. Crediamo infine che, anche per senso di responsabilità verso i tifosi, l’unico modo per concludere una trattativa così lunga sia quello di dare esecuzione ai documenti precontrattuali sottoscritti dalle Parti, nella piena conoscenza della situazione economico-finanziaria e patrimoniale del club".

    Decrittando la prosa leguleia si coglie nelle ultimissime righe il desiderio di Ferrero di riallacciare la trattativa e di concluderla felicemente. Ma anche la minaccia, in caso contrario, di portare Vialli & C n tribunale. Tuttavia il richiamo al rispetto della lettera di intenti (firmata ad agosto da entrambe le parti) è un’arma spuntata. La lettera di intenti non è affatto vincolante nei suoi contenuti ed è soggetta alla nuova due diligence esperita per conto di Vialli dalla Ernst&Young e conclusa alla fine di settembre,. Proprio in virtù di quell’esame aggiornato dei conti del club, gli acquirenti hanno ridefinito il volume dei debiti, salito a 52 milioni, e individuato in altri 40-50 milioni il valore delle esposizioni necessarie per completare il centro allenamenti di Bogliasco e la ristrutturazione dello stadio Ferraris in joint venture col Genoa, nonché procedere al rafforzamento della squadra già sul mercato di gennaio. Il valore complessivo dell’investimento dei signori Dinan e Knaster si sarebbe aggirato quindi attorno ai 150 milioni di euro. Troppi.  Eppure le porte dell’affare non sembrano definitivamente sbarrate. Non subito ma fra qualche tempo potrebbero spalancarsi. Ferrero ha i suoi guai con le banche la Eleven Finance che cura gli affari immobiliari e cinematografici di famiglia  ha accumulato una pesantissima situazione debitoria ed è stata messa in liquidazione. A febbraio il Viperetta dovrà comparire di fronte al gup di Roma per rispondere dei presunti “prelievi” dal bilancio della Sampdoria. Rischia il rinvio a giudizio. Senza contare la contestazione dei tifosi che ha ripreso fiato dopo l’annuncio di Vialli.

    E’ ipotizzabile che Vialli & C lascino “rosolare” Ferrero, stretto fra i tormenti di classifica della Sampdoria, le uscite per liquidare Di Francesco – la risoluzione del contatto triennale col tecnico e il suo staff, ufficializzata in serata  gli costerà circa 3,5 milioni di euro  - e le spese per il nuovo tecnico. E la necessità di rafforzare la squadra a gennaio (se mai ci arriverà): per adesso ha ingaggiato per un anno lo svincolato Andrea Bertolacci, ex Genoa, giunto ieri sera in città. Oggi firmerà il contratto. 

    In pole position per la panchina della Sampdoria c’è Beppe Iachini, amatissimo dal pubblico che non ha dimenticato l’exploit del tecnico marchigiano, capace di riportare la Sampdoria in serie A nel 2012, al termine di una rimonta spettacolare. Nelle ultime ore si è fatta strada anche la candidatura di Gianni De Biasi, ex ct dell’Albania. Stefano Pioli in origine era stata la prima opzione per Ferrero, il pressing su di lui è proseguito (il ds Osti è il suo sponsor più convinto) ma Pioli doveva dire sì alla Sampdoria entro le ore 22 di lunedì e l’ultimatum è scaduto senza esito. Ferrero, nel 2016 gli preferì Giampaolo, l’estate scorsa Di Francesco e si capisce perché Pioli preferirebbe la sponda rossoblù. Sempre che, bloccato Spalletti dall’Inter sulla via della Milano rossonera, l’ex tecnico di Lazio, Fiorentina e Inter non sia chiamato da Maldini e Boban sulla panchina del Milan, liberata da Giampaolo.

    Enrico Preziosi sta meditando di sollevare immediatamente dall’incarico il tecnico Andreazzoli, colpevole di aver raccolto soltanto cinque punti in sette gare,. Relegando il Grifone al penultimo posto in classifica, due punti sopra i cugini della Sampdoria. La decisione ufficiale dovrebbe essere presa fra stanotte e domattina.  A Genova insomma si balla con i lupi di una classifica che morde le caviglie e turba i sonni dei tifosi. Sfumato il sogno Gattuso, che ha declinato le offerte sia del Genoa che della Sampdoria, l’eventuale alternativa a Pioli sarebbe l’ex giocatore rossoblù Davide Nicola. 

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