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  • Genoamania: Marassi e la vana speranza di una fake news

    Genoamania: Marassi e la vana speranza di una fake news

    • Marco Tripodi
    All'inizio abbiamo pensato ad una bufala.

    Arrivato al Ferraris con una buona ora d'anticipo rispetto al fischio d'inizio di Genoa-Cagliari, sono stato accolto dalla voce che circolava da qualche minuto all'interno dello stadio: Davide Astori è stato trovato morto nella sua stanza d'albergo.

    La notizia proveniva indirettamente da un collega presente ad Udine per seguire la gara tra i friulani e la Viola. La mancanza di ulteriori riscontri però ha fatto subito ipotizzare, e sperare, che si trattasse dell'ennesima fake news messa in giro da qualche idiota che non ha niente di meglio da fare. Nessuno dei giornalisti presenti sapeva nulla, le ricerche su Google e sui vari siti di informazione non davano risposte e sullo schermo televisivo della sala stampa scorrevano le rassicuranti immagini di un tranquillo salotto pallonaro. Solo più tardi avremmo capito che quella quiete che stava anticipando la tempesta era stata voluta dalla Fiorentina. Prima di ufficializzare la notizia la dirigenza gigliata voleva accertarsi di avvertire in prima persona la famiglia del suo sfortunato capitano.

    A pochi minuti da mezzogiorno quella che fino ad allora era stata una semplice voce si è trasformata in una certezza. Nel frattempo le hostess di Marassi avevano già distribuito i fogli con le formazioni ufficiali e i giocatori di Genoa e Cagliari, così come la quaterna arbitrale, erano scesi sul prato verde per svolgere il consueto riscaldamento pre-partita. Un riscaldamento che i cagliaritani non porteranno però a termine. Il presidente dei sardi, Tommaso Giulini, era sceso dalla tribuna per avvertire i suoi giocatori di quanto era accaduto ad una loro ex bandiera, convincendoli a fare un precipitoso rientro negli spogliatoi.

    Dall'altra parte del campo gli ancora ignari colleghi del Grifone continuavano invece a riscaldarsi, ma solo per poco. Il pianto nel quale scoppiava Mattia Perin dopo aver appreso il destino dell'ex compagno di Nazionale era il segnale inequivocabile che anche al Ferraris, così come al Friuli, non si sarebbe potuto giocare. Gli altoparlanti, abituati a sparare musica a tutto volume, per una volta tacciono e sui maxischermi compare l'immagine di Astori con la tuta dell'Italia. La voce dello speaker che ufficializza il rinvio della partita viene accolta da un applauso insolito per uno stadio che di partite annullate, se ben per altri motivi, è ormai arci-stufo.

    Il rumore fatto dalle mani della gente è stata la risposta migliore a chi si chiedeva se fosse giusto o meno spegnere per una domenica le luci dello spettacolo. Quell'applauso collettivo è suonato, oltre che come un omaggio ad Astori, anche come un avallo ad una decisione che tutti, per una volta, comprendevano.

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