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  • Genoamania: questioni di testa. Ma anche di cuore
Genoamania: questioni di testa. Ma anche di cuore

Genoamania: questioni di testa. Ma anche di cuore

  • Marco Tripodi
Doveva essere una disfatta. E’ stato un trionfo. Uno di quelli che possono cambiare l’esito di un'intera storia.

Il successo del Genoa in casa del Cagliari promette di essere qualcosa di più di una semplice, per quanto importante, vittoria esterna contro una presunta diretta concorrente. L’incursione corsara nella tana dei Quattro Mori fa sorgere speranze nuove nella stagione fin qui complicata del Grifone. 

OBBLIGO - Dopo un’estate tribolata, contraddistinta da un mercato addirittura più frenetico ed enigmatico del solito, e un inizio di campionato disastroso, con zero punti raccolti nelle prime due complicatissime gare, i rossoblù avevano l’obbligo di cominciare a muovere la propria classifica, anche per scongiurare il pericolo di eguagliare la peggior partenza dal secondo dopoguerra ad oggi. Con tutte le conseguenze psicologiche e ambientali che ciò avrebbe comportato. Ma reagire quando si è sottopressione non è mai facile e spesso questo genere di aspettative rischia di trasformarsi in un fardello pesantissimo da sopportare. Se a ciò ci aggiungiamo il fatto che alla vigilia della partenza per la Sardegna Davide Ballardini ha dovuto tirare giù dalla scaletta dell’aereo il faro del proprio gioco, Milan Badelj, e l’attaccante più atteso, Felipe Caicedo, la missione appariva ancora più complicata. 

CAMBIO DI ROTTA - Sensazioni negative acuite ulteriormente dal campo e confermate da una prima parte di gara da incubo. Sotto di un gol dopo un quarto d’ora, incapace di reagire alle iniziative di un Cagliari pur privo di molti titolari, il Genoa è sembrato sul punto di crollare dopo il raddoppio di Ceppitelli ad inizio ripresa. Invece, proprio dopo l’inzuccata vincente del difensore sardo, il pomeriggio rossoblù ha cambiato tono. Dalla tragedia si è improvvisamente virati verso la commedia, con Mattia Destro e Mohamed Fares ad assumersi il ruolo di protagonisti in un copione che ha avuto nei giovani Nicolò Rovella e Andrea Cambiaso due attori altrettanto importanti.

TESTA E CUORE - La differenza a quel punto l’ha fatta la testa. In senso stretto e in senso lato. Così come avevano fatto in precedenza i ragazzi di Semplici, anche quelli di Ballardini hanno saputo far male all’avversario colpendo sulle palle aeree. Con tre capocciate vincenti di fila (non proprio una cosa da tutti i giorni) il Grifone si è portato via dall’isola l’intero tesoro, dando forse una svolta decisiva anche alla propria stagione. Una reazione come quella avuta ieri dal Genoa non può infatti essere frutto solamente del caso e non può essere imputata esclusivamente alle pur fondamentali correzioni tattiche apportate in corsa dal Balla. Vincere una partita del genere, dopo tutte le premesse appena elencate, significa essere presenti, lucidi e reattivi prima che a livello fisico soprattutto dal punto di vista mentale. Vuol dire crederci fino in fondo, anche quanto tutto girare nel verso a te contrario.

Una buona testa ed un buon cuore sono sempre una formidabile combinazione, sosteneva Nelson Mandela. E ieri il Genoa ha dimostrato di possederli entrambi. Grazie ad essi, in attesa di capire che ne sarà della questione societaria, anche il futuro del campo ora fa un po’ meno paura. 

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