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  • Genoamania: solo applausi per grifoncini del Viareggio

    Genoamania: solo applausi per grifoncini del Viareggio

    • Marco Tripodi
    Perdere una finale fa sempre male. Perderla come ha fatto ieri il Genoa alla Viareggio Cup lo fa ancora di più. Non tanto, o non solo, perché la sconfitta è arrivata ai rigori quanto perché ad un minuto dal novantesimo i piccoli Grifoni di Carlo Sabatini avevano nove dita e mezzo attorno alla coppa raffigurante Arlecchino.

    La bellezza del calcio e le lezioni che sa impartire stanno anche in episodi come quello di ieri, pur per quanto crudeli essi possano apparire. Per molti dei protagonisti la gara del Picco resterà probabilmente il punto più alto della propria carriera agonistica, visto che soltanto una piccola percentuale di loro riuscirà ad atterrare un giorno nel pianeta del grande calcio. A maggior ragione per costoro il rammarico di essere stati ad un passo da un'impresa solo sfiorata resterà un ricordo amaro ed indelebile.

    Eppure per quanto faccia male alla lunga questa cicatrice si rivelerà importante per la crescita di questi ragazzi, e non solo dal punto di vista sportivo. Pazienza quindi se la medaglia appesa al collo non è del colore desiderato. La lezione che ieri Flavio Bianchi e compagni hanno imparato sul prato verde della Spezia vale probabilmente molto di più del finto oro nel quale sono bagnate le medaglie dei vincitori, ai quali va riconosciuto l'onore di una vittoria comunque meritata.

    A noi semplici spettatori di questo spettacolo non resta che fare i complimenti a tutti i suoi protagonisti, indipendentemente dagli errori o dalle prodezze che hanno saputo compiere in campo. E soprattutto dobbiamo evitare di crocifiggere un adolescente per un rigore sbagliato o per una palla battezzata male, cosa che in troppi in queste ore stanno facendo soprattutto in quel ricettacolo di insulti che è il web. In fondo stiamo pur sempre parlando di ragazzi di vent'anni che hanno non solo il diritto ma addirittura il dovere di sbagliare. Adulti di domani che di prodezze e di errori ne commetteranno ancora a centinaia. Proprio come quelli che oggi li maltrattano sulla rete coperti da un'aura di inspiegabile e autoproclamata superiorità.

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