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  • Geraldo Cleofas, la morte assurda del 'fratello' di Zico: lui quell'operazione non la voleva fare...
Geraldo Cleofas, la morte assurda del 'fratello' di Zico: lui quell'operazione non  la voleva fare...

Geraldo Cleofas, la morte assurda del 'fratello' di Zico: lui quell'operazione non la voleva fare...

  • Remo Gandolfi
    Remo Gandolfi
So benissimo che c’è qualcuno che critica il mio stile di gioco. Ho già capito perfettamente che tra gli opinionisti, i tecnici e i tifosi ci sarà sempre chi che avrà da ridire sul mio modo di intendere il calcio e di giocarlo.
Il calcio è gioia, per chi gioca e per chi assiste.
Ormai tutti mi chiamano “Assoviador” perché amo fischiettare, nella vita di tutti i giorni e spesso anche in campo e ho praticamente sempre il sorriso stampato sul volto anche quando gioco.
Qualcuno pensa che sia disinteresse, poca passione o addirittura poca voglia di impegnarmi sul serio.
Il fatto è che io sono FELICE quando gioco, mi diverto e per divertirmi e dare il meglio devo giocare in maniera naturale.
E’ vero, qualche volta potrei giocare qualche pallone più semplice, magari passandolo di lato al compagno più vicino.
Ma non è questo che si aspettano da me i miei compagni, il mio allenatore e chi viene al Maracanà a vederci giocare.
Soprattutto non è quello che mi “aspetto” da me stesso.
Quando Mario Zagallo mi portò in prima squadra dopo avermi visto in azione nelle giovanili sapeva benissimo quali erano le mie caratteristiche … e gli sono piaciute talmente tanto che prima ancora di compiere 19 anni mi ha fatto esordire in prima squadra !
Sono passati poco più di due anni da allora e domani farò il mio esordio con la Nazionale del mio Paese, il Brasile.
Al mio fianco non ci sarà Zico, il mio grande amico Zico … “Galinho”, come lo chiamiamo noi.
Ma è solo questione di tempo. 
Zico è un fenomeno e io lo so bene perché giochiamo insieme da anni.
Prima nelle giovanili e adesso nella prima squadra del “Fla”.
Dicono che siamo il futuro del calcio brasiliano.
Qualcuno ci ha già trovato i soprannomi.
“Il Pelé bianco” lui e “il nuovo Pelé” il sottoscritto.
Così ha iniziato a chiamarci la torcida del nostro Flamengo … nel mio Paese amano le esagerazioni.
Di sicuro c’è che io continuerò a giocare a modo mio, come facevo da bambino a Barao de Cocais dove sono nato e come ho fatto poi in seguito fino ad oggi.
Mi piace mandare a rete i compagni, mi piace impostare l’azione, dettare i tempi del gioco e mi piace provare a fare qualche giocata un po’ … originale.
In fondo, se avessero voluto che fossi un centrocampista di corsa, di forza e di sacrificio probabilmente sarei nato in Scozia ! 
… e invece io sono brasiliano …


E’ il 30 settembre del 1975 quando Geraldo “Assoviador” Cleofas fa il suo esordio nella Nazionale brasiliana in una partita di Copa America contro il Perù.
Da quel giorno e per le successive 6 partite della nazionale verde-oro sarà un titolare inamovibile.
La sua tecnica, la sua visione di gioco e la sua eleganza fanno di lui uno dei centrocampisti più completi del panorama calcistico mondiale.
Dopo il brusco ritorno alla realtà dei Mondiali di Germania dell’estate precedente in Brasile sta emergendo una nuova generazione di fenomeni che ridà speranza e vigore ad un Paese “malato” di calcio.
Lui, Zico, Junior, Edinho, Amaral, Cerezo, Roberto Dinamite sono solo alcuni dei giovani che stanno richiamando l’attenzione del tecnico Brandao.
Nel giugno del 1976 il Brasile disputa una amichevole contro il Paraguay.
Geraldo è ormai un titolare inamovibile del Brasile e una certezza nell’undici titolare per i Mondiali di Argentina ormai vicini.
Il risultato finale sarà di 3 a 1 in favore di Geraldo e compagni grazie alla doppietta di Roberto Dinamite e al gol di Zico, nel frattempo entrato anche lui fra i titolari.
Quella sarà l’ultima partita di Geraldo con la Nazionale del suo Paese.
Da un po’ di tempo il giovane centrocampista è afflitto da una infiammazione cronica alla gola che spesso gli provoca febbre e lo debilita non poco.
La soluzione proposta dallo staff medico è semplice e molto in voga all’epoca: la rimozione delle tonsille.
Successivi controlli confermano questa necessità.

Alle 7 del mattino del 26 agosto del 1976 Geraldo, accompagnato dal massaggiatore del Flamengo Serginho, entra nell’ospedale Rio-Cor di Ipanema per sottoporsi a questa operazione di routine.
Il medico a capo dell’equipe si chiama Wilson Junqueira.
L’operazione è terminata con successo da circa 20 minuti quando all’improvviso Geraldo inizia a sentirsi male.
E’ un arresto cardiaco.
I medici, che sono ancora in sala operatoria,  intervengono prontamente e il pericolo pare scongiurato.
Nemmeno un’ora dopo arriva un altro attacco cardiaco che si rivelerà fatale per il ventiduenne calciatore brasiliano.
Shock anafilattico derivato dall’anestesia.
Questo sarà il responso ufficiale della assurda morte di Geraldo Cleofas Dias Alves.
Una morte così è molto difficile da accettare.
Per la madre, Nilza Alves, per tutti i famigliari, gli amici, i compagni di squadra e per il Brasile intero.
Zico, il suo migliore amico, è letteralmente distrutto.
Sarà un giornale, il giorno seguente, a trovare un titolo adeguato ad una tragedia tale.
“SI E’ FERMATO IL CUORE DEL FLAMENGO”.


ANEDDOTI E CURIOSITA’

Nipote di Geraldo è il difensore portoghese Bruno Alves, attualmente in forza al Parma nel campionato italiano. Il fortissimo centrale lusitano è infatti figlio di una delle sorelle di Geraldo.

L’amicizia con Zico era così stretta che Geraldo era praticamente sempre a casa del grande numero 10 brasiliano che incantò tutti anche qui da noi con la sua classe quando era in forza all’Udinese.
A tal punto che il padre di Zico, Seu Antunes, chiamava affettuosamente Geraldo “il mio figlio marroncino” per il colore della pelle di Geraldo in una famiglia di bianchi come quella di Zico.

Geraldo era veramente un calciatore “sui generis”.
Accanito lettore e con svariati interessi al di fuori del calcio. Uno di questi era la grande attenzione per i movimenti politici nati negli Stati Uniti nel decennio precedente che si battevano contro la discriminazione nei confronti dei neri come Malcolm X e le Black Panthers.

Oltre a Zico, due grandi amici di Geraldo erano l’altro nazionale brasiliano Paulo Cesar Lima, detto “Caju” con il quale condivideva l’impegno politico contro la discriminazione razziale in Brasile e con il compositore e cantante Raimundo Fagner che all’amico Geraldo dedicherà una bellissima e struggente canzone.

Geraldo aveva una grande paura di quella operazione alle tonsille. Ne parlò spesso con la madre nei giorni immediatamente precedenti.
Tra l’altro l’operazione subì ben due spostamenti.
La prima pare fosse prevista lo stesso giorno in cui l’amico Zico si sarebbe dovuto sottoporre ad una operazione per correggere il setto nasale deviato.
… solo che quel giorno Geraldo non si fece neppure vedere …
Il secondo era stato previsto per il giorno 25 agosto.
Stavolta Geraldo si presenta come detto in ospedale insieme al fido Serginho per scoprire in loco che il Presidente del Flamengo, Helio Mauricio, che era anche un medico dello stesso ospedale, si era dimenticato di prenotare l’operazione … rinviata così al giorno dopo.

Il ricordo di onesto e ammirato di Zico.
“Oswaldo Brandao, l’allenatore della Nazionale, era innamorato letteralmente delle doti di Geraldo. Lo convocò in Nazionale prima del sottoscritto e ha sempre detto che lo reputava più forte e completo di me. E credetemi, non era certo l’unico all’epoca”.

Prosegue il “Galinho”
“Aveva una tecnica incredibile. Giocava sempre a testa alta, non aveva bisogno di guardare in basso. Sapeva sempre dove si trovava il pallone e come servirlo nel modo migliore ai compagni.
Come calciatore aveva un solo difetto: non gli piaceva tirare in porta e non gli interessava affatto fare gol. Preferiva sempre aiutare un compagno a segnare.
Io gli dicevo spesso di provarci quando si trovava in buona posizione ma non c’era niente da fare.
Ricordo che in una partita contro l’Olaria eravamo sul risultato di parità a pochi minuti dalla fine. Ad un certo punto Geraldo parte in dribbling e salta 3 avversari come birilli. Arrivato davanti al portiere pareva che non sapesse più cosa fare … gli ho strappato letteralmente la palla dai piedi e ho tirato in porta … segnando il gol della vittoria !” ricorda divertito il grande numero 10 brasiliano.

Fra le pochissime immagini disponibili in rete c’è un suo gol, molto bello, segnato con il Flamengo contro il Vasco de Gama.
Ricevuta la palla sul settore destro dell’area Geraldo la controlla perfettamente con il primo tocco prima di scaricare una bordata sotto la traversa.
… per una volta ha ascoltato i consigli dell’amico “Galinho” …


 

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